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DAL SITO BRINDISIREPORT

MERCOLEDI' 21 SETTEMBRE 2011 
RIPRENDO QUESTO ARTICOLO DA BRINDISIREPORT PERCHE' LEGGENDOLO MI SONO RICORDATO DI UNA PERSONA CHE ADESSO NON C'E' PIU'.
 
Cronaca di un mestieraccio
di Giorgio Gargasole » 19 settembre 2011 alle 23:47
Un giornalista scrive di tutto e su tutti ma difficilmente racconta del proprio lavoro. Per questo, con piacere, ho letto alcuni commenti che BrindisiReport ha avviato da qualche giorno sul proprio giornale online su questa professione. Ho vissuto sulla mia pelle e sul mio lavoro tutti i cambiamenti che hanno riguardato questa professione. Ma mai, come in questi ultimi periodi, mi è capitato di dover registrare situazioni a dir poco spiacevoli per chi fa questo “mestieraccio”.
Ho avuto questa opportunità dando una mano ad un caro amico affrontando alcune situazioni con il nostro sindacato di categoria. Ma quando ti ritrovi a dover fare i conti con un precariato diffusissimo, con una incertezza sul futuro di questa professione e con la spregiudicatezza della maggior parte degli editori allora è il momento di mettere un punto. Di dare spazio ad una riflessione. Si vuole ancora una stampa libera e corretta al meglio delle singole capacità di chi fa questo mestiere? Oppure è giusto dover sottostare a situazioni di sfruttamento e di sotto lavoro che purtroppo, oggi, caratterizzano, molte redazioni soprattutto nei confronti di quei giornalisti per caso come li ha definiti Vittorio Bruno Stamerra nel suo intervento che ha dato inizio a questo confronto?
Questi colleghi quali tutele hanno? Come si comporta la propria redazione in caso di difficoltà? Oggi, signori, tutto è lasciato in mano agli editori che spesso preferiscono mandare in pensione giornalisti professionisti di lungo corso per far lavorare collaboratori e precari. E questi ultimi, pur essendo giovani, si ritrovano a scrivere di argomenti importanti per il giornale magari non avendo alle spalle una adeguata preparazione ed esperienza.
Ognuno di noi sa bene che un giornalista a “riposo” e con anni di professione e di mestiere viene sostituito con almeno una decina di giovani giornalisti perché si risparmia tanto e si mettono in campo energie fresche disposte anche ad eccessi oppure a limitare le proprie curiosità nelle interviste pur di vivere la speranza di un contrattino anche questo capestro o magari cercando amicizie utili per il proprio mestiere contando anche su una fonte nuova e disponibile.
Siamo passati, come sostiene Stamerra, dai “reggi microfono” ai “giornalisti per caso”. Perché conviene? Perchè con quanto si spendeva in termini di stipendio per un singolo giornalista pensionato oggi si possono pagare almeno una decina di collaboratori ed ecco che sull’altare della crisi e del risparmio estremo diviene possibile che in una redazione di trenta persone sono sufficienti solo due assunti professionisti ai quali affidare il compito di impaginare il giornale, di fare la titolazione e di tenere i contatti con i collaboratori. Al loro fianco ci sono poi un paio di giornalisti con “contrattini” che, a stento, superano i 500-600 euro al mese mentre tutto il resto della redazione è composto da semplici collaboratori. E sono soprattutto questi ultimi, con il loro lavoro, a permettere ai giornali di essere in edicola ogni giorno ed alle televisioni di andare in onda. Questa è la situazione, il resto sono soltanto chiacchiere.

1 commento:

  1. Alle G.P.G. è peggio e se ne parla poco o per niente, eppure sono in gioco gli interessi e sicurezza del cittadino.

    Una maggiore causa è l’ambiguità del Sindacato, esso dovrebbe essere la G.P.G. del lavoro e invece è un oggetto usato dalla politica.

    Saluti

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