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Intervento storico-giuridico dell'Avvocato Augusto Conte

Martedì 26 Gennaio 2016
L'Avv. Augusto Conte

La RASSEGNA FORENSE, Rivista Trimestrale del Consiglio Nazionale Forense, organo di rappresentanza istituzionale dell'avvocatura a livello nazionale, nell'ultimo numero in distribuzione, n. 2-Aprile-Giugno 2015, nella parte riservata alla STORIA DELL'AVVOCATURA, ha celebrato i centocinquanta anni della introduzione dei Codici Cvile e di Procedura Civile nell'Italia unita, alla cui redazione aveva atteso Giuseppe Pisanelli (Tricase, 23.9.1812-Napoli 5.4.1879), pugliese di Tricase (che lo ricorda anche con un monumento marmoreo). La celebrazione è avvenuta con la pubblicazione sulla Rivista di un saggio storico-giuridico dell'Avv. AUGUSTO CONTE, con il quale viene, tra l'altro,  approfondito e ripercorso l'iter parlamentare di approvazione dei Codici unitari in materia civile, indispensabili, a completamento dell'unità politica, per l'unità legislativa, come fondamento e regola dei rapporti privatistici (e di rilevanza pubblicistica) relativi alla persona, al matrimonio, alla famiglia, alle successioni, ai contratti, ai rapporti economici in genere, come preteso, fino alla sua morte da Cavour, che aveva "ospitato" Pisanelli, esule a Torino prima dell'Unità d'Italia e valorizzato la sua scienza giuridica, cui i successivi governi delegarono la formazione dei Codici. Il Codice Civile vide la luce il 25 giugno 1865 in Firenze (all'epoca Capitale d'Italia) con Decreto n. 2358 e il Codice di Procedura Civile (opera personale di Pisanelli, ritenuto il più importante processualista della penisola) lo stesso giorno, sempre a Firenze, con Decreto n. 2366. La codificazione civile nazionale assicurava la certezza del diritto, la stabilità dei rapporti, specie familiari, e la uniforme tutela giurisdizionale dei diritti su tutto il territorio nazionale e poneva fine alle difformità e incertezze determinate dalla coesistenza di diverse norme negli Ordinamenti pre-unitari.
 Giuseppe Pisanelli aveva esercitato la professione di Avvocato (indispensabile per la formazione di una coscienza giuridica, fondamentale per la crescita di una coscienza politica) nel Regno delle Due Sicilie, dove era stato Deputato fino al 1848 (nel corso della legislatura aveva formulato una proposta legislativa per l'abolizione della pena di morte per i reati "politici") poi esule prima a Parigi e a Londra e quindi a Torino, per sottrarsi alla condanna ai lavori forzati come Reo di Stato, ove attese alla stesura del Commentario in sette Volumi del Codice di Procedura Civile Sardo, confluito poi in quello unitario.
 Pisanelli fu nominato Ministro della Giustizia durante la "Dittatura" di Garibaldi a Napoli e poi nel Consiglio Luogotenenziale, attivandosi per la unificazione legislativa penale, facendo introdurre nelle province napoletane il 17 febbraio 1861 (prima della proclamazione ufficiale del Regno d'Italia) il Codice Penale Sardo-Piemontese, senza riconoscerne la superiorità, con modifiche che rispettavano la tradizione giuridico-forense meridionale, da un lato e, dall'altro, correggevano storture giuridiche esistenti nel Codice Penale Sardo, nel rispetto delle norme penali in vigore nel Regno delle Due Sicilie (Il Codice Penale unitario fu approvato nel 1889, ed entrò in vigore l'1.1.1890, per merito di Giuseppe Zanardelli di Brescia (primo Presidente dell'Ordine forense di quella città negli anni 1875 e 1876); fu quindi eletto Deputato al Parlamento Nazionale e nominato nel 1863 Ministro di Grazia e Giustizia, attendendo al progresso del diritto civile in Italia e alla evoluzione normativa, adeguata alla crescita sociale e civile. 
La RASSEGNA FORENSE, Rivista Trimestrale del Consiglio Nazionale Forense, organo di rappresentanza istituzionale dell'avvocatura a livello nazionale, nell'ultimo numero in distribuzione, n. 2-Aprile-Giugno 2015, nella parte riservata alla STORIA DELL'AVVOCATURA, ha celebrato i centocinquanta anni della introduzione dei Codici Cvile e di Procedura Civile nell'Italia unita, alla cui redazione aveva atteso Giuseppe Pisanelli (Tricase, 23.9.1812-Napoli 5.4.1879), pugliese di Tricase (che lo ricorda anche con un monumento marmoreo). La celebrazione è avvenuta con la pubblicazione sulla Rivista di un saggio storico-giuridico dell'Avv. AUGUSTO CONTE, con il quale viene, tra l'altro,  approfondito e ripercorso l'iter parlamentare di approvazione dei Codici unitari in materia civile, indispensabili, a completamento dell'unità politica, per l'unità legislativa, come fondamento e regola dei rapporti privatistici (e di rilevanza pubblicistica) relativi alla persona, al matrimonio, alla famiglia, alle successioni, ai contratti, ai rapporti economici in genere, come preteso, fino alla sua morte da Cavour, che aveva "ospitato" Pisanelli, esule a Torino prima dell'Unità d'Italia e valorizzato la sua scienza giuridica, cui i successivi governi delegarono la formazione dei Codici. Il Codice Civile vide la luce il 25 giugno 1865 in Firenze (all'epoca Capitale d'Italia) con Decreto n. 2358 e il Codice di Procedura Civile (opera personale di Pisanelli, ritenuto il più importante processualista della penisola) lo stesso giorno, sempre a Firenze, con Decreto n. 2366. La codificazione civile nazionale assicurava la certezza del diritto, la stabilità dei rapporti, specie familiari, e la uniforme tutela giurisdizionale dei diritti su tutto il territorio nazionale e poneva fine alle difformità e incertezze determinate dalla coesistenza di diverse norme negli Ordinamenti pre-unitari.
 Giuseppe Pisanelli aveva esercitato la professione di Avvocato (indispensabile per la formazione di una coscienza giuridica, fondamentale per la crescita di una coscienza politica) nel Regno delle Due Sicilie, dove era stato Deputato fino al 1848 (nel corso della legislatura aveva formulato una proposta legislativa per l'abolizione della pena di morte per i reati "politici") poi esule prima a Parigi e a Londra e quindi a Torino, per sottrarsi alla condanna ai lavori forzati come Reo di Stato, ove attese alla stesura del Commentario in sette Volumi del Codice di Procedura Civile Sardo, confluito poi in quello unitario.
 Pisanelli fu nominato Ministro della Giustizia durante la "Dittatura" di Garibaldi a Napoli e poi nel Consiglio Luogotenenziale, attivandosi per la unificazione legislativa penale, facendo introdurre nelle province napoletane il 17 febbraio 1861 (prima della proclamazione ufficiale del Regno d'Italia) il Codice Penale Sardo-Piemontese, senza riconoscerne la superiorità, con modifiche che rispettavano la tradizione giuridico-forense meridionale, da un lato e, dall'altro, correggevano storture giuridiche esistenti nel Codice Penale Sardo, nel rispetto delle norme penali in vigore nel Regno delle Due Sicilie (Il Codice Penale unitario fu approvato nel 1889, ed entrò in vigore l'1.1.1890, per merito di Giuseppe Zanardelli di Brescia (primo Presidente dell'Ordine forense di quella città negli anni 1875 e 1876); fu quindi eletto Deputato al Parlamento Nazionale e nominato nel 1863 Ministro di Grazia e Giustizia, attendendo al progresso del diritto civile in Italia e alla evoluzione normativa, adeguata alla crescita sociale e civile. 
La copertina della rivista giuridica

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