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Tesseramento 2016

 Lunedì 29 Febbraio 2016
Tesseramento 2016 all’Associazione di Volontariato KAILIA aperto alla cittadinanza.

Si informa la cittadinanza che è aperto il tesseramento 2016 per far parte dell’Associazione di Volontariato KAILIA operante nell’ambito di Protezione Civile.
Per info o per iscriversi inviare la richiesta al seguente indirizzo e-mail:  

Del bando di accompagnatore turistico nessuna traccia

Lunedì 29 Febbraio 2016
Accompagnatore turistico e guida turistica: a Brindisi nessuna traccia del Bando .

In data 09 febbraio 2016  la stampa ha pubblicato la notizia che la Provincia di Taranto, in esecuzione della delega regionale contenuta nella Legge Regionale n.13 del 25/05/2012 della deliberazione di Giunta Regionale n.1069 del 27/05/2014, aveva  avviato l’iter amministrativo per consentire il conseguimento dell’abilitazione professionale di guida turistica e accompagnatore turistico; a distanza di pochi giorni Taranto ha provveduto alla pubblicazione del bando.
La situazione bloccata ormai da circa 3 anni, permetterà dunque a molti aspiranti , in particolare tarantini,  interessati ad operare nel settore turistico, di qualificarsi e svolgere l’attività di promozione territoriale per cui ha studiato o intende studiare, questo è quello che ci si augura !
A Brindisi, ad oggi , non vi è traccia del bando. Un territorio come quello brindisino, che vanta un’ampia e invidiata offerta turistica e registra ormai da anni una crescita nell’affluenza e nella presenza di turisti dovrebbe  puntare maggiormente sulla storia, sul patrimonio culturale ,  sulle risorse  ambientali e paesaggistiche e sulla diffusione delle tradizioni;  dovrebbe essere uno dei punti cardine di un piano strategico di marketing e promozione territoriale.  
Giusta e meritata l’attenzione verso la gastronomia d’eccellenza di alcune città della provincia di Brindisi ( i piatti tipici  di Ceglie Messapica, la carne arrosto di Cisternino o le specialità marinare di Ostuni, e così via) o  l’attenzione verso le numerose cantine della provincia , ma il turismo è anche STORIA, CULTURA , MONUMENTI E PAESAGGIO.
In quanto Responsabile del  Dipartimento Turismo di Forza Italia della provincia di Brindisi, sono convinta che la formazione delle figure professionali legate al settore turistico possa contribuire ad un ulteriore sviluppo  e incremento del fenomeno turistico ad oggi esistente, pertanto incentivare la specializzazione degli operatori, favorire la conoscenza  del territorio e  infondere soprattutto nei giovani la passione per la propria terra sia  un’ottima mossa per continuare a raggiungere successi e traguardi.
Essere qualificati e competenti, oltre che gentili e solari come siamo noi pugliesi, non può far altro che alzare il livello di soddisfazione dei viaggiatori in visita per le nostre città.
Mi auguro dunque che ben presto anche  Brindisi si adoperi per pubblicare il suddetto bando, in modo tale da consentire ad altri futuri accompagnatori turistici e guide turistiche di abilitarsi ed avere così anche un’opportunità di lavoro in un momento particolarmente difficile per l’occupazione.
Antichi castelli, maestose  chiese, preziosi monumenti e interessante storia , fanno della nostra Puglia della nostra Brindisi un territorio da amare e conoscere .



Cristina Elia 
Responsabile FORZA ITALIA  Dipartimento Turismo Provincia di Brindisi 

I racconti di Daminao Leo

Domenica 28 Febbraio 2016

L’ANGURIA

         Il buio della notte, ancora,  avvolgeva sovrano ogni cosa. Una pallida luce sussurrò il suo tremulo “eccomi” in camera da letto, dove moglie e bambino sognavano chissà quali altri mondi. Ripiegando su se stesse, lentamente, coperta e lenzuola, recuperò le sue pantofole smesse poche ore prima. Era già l’ora dei fornai e lui doveva andare. Armeggiò in cucina, strofinandosi gli occhi, per prepararsi un caffè. Come ogni giorno doveva dargli la carica, quel poco di caffeina, fino alle due, due e mezzo del pomeriggio. Prima di uscire restituì il buio alla camera matrimoniale e si portò lentamente in quella di  suo figlio. Gli riaccomodò la coperta color verde militare. Si accostò a lui e, dopo avergli sfiorato la fronte con la mano, indietreggiò guadagnando l’uscita.
         Al forno recuperò, tra le tante, la cesta che doveva fargli compagnia nella seconda mattinata. Finalmente le sue spalle, già consumate dall’antica fatica, accolsero cesta e pane. Una dozzina di botteghe alimentari, sparse per il paese, li attendevano.
         Tra una stretta di mano, un sorriso, una chiacchiera aveva distribuito tutto il suo carico. Era approdato in piazza sant’Anselmo, dove l’ultima salumeria aveva appena ricevuto il suo pane fumante. Suo figlio, quello al quale aveva riassettato il letto prima di uscire di casa, passava di là di ritorno dalla scuola. Prontamente gli dette voce. Il ragazzo, felice, lo raggiunse. Non gli capitava quasi mai d’incontrare suo padre intento alla consegna del pane. Gioì, il figlio, della situazione. Gli parve di entrare ancora di più nelle grazie di suo padre. Se ne rallegrò.
                               Proprio attaccata alla bottega del pane sciorinava la sua mercanzia un fruttivendolo, gestito, amorevolmente, da una donnetta non più alta di un metro e cinquanta. L’uomo vi entrò e ne uscì carico di una grossa anguria. L’accomodò tra le braccia del figlio, raccomandandogli di portarla immediatamente a casa. L’avrebbero gustata a cena, se la madre lo riteneva opportuno.
         Libri e melone non sembravano andare tanto d’accordo. Il ragazzo cercò più volte, dirigendosi verso casa, di sistemarsi meglio il peso. Sempre più pesante, in verità. Cercò di portare più su i libri, senza sfilarli completamente dalla stretta del braccio sinistro. L’anguria rotolò in avanti. Si piegò, il ragazzo, sulle ginocchia. Il grosso frutto raggiunse, inavvertitamente, l’asfalto. Un tonfo secco e si spappolò. Dell’anguria non rimaneva che una grossa macchia d’acqua tempestata di grossi semi neri e, qua e là, schegge di bucce miste a rossi ciuffetti gocciolanti. Niente più melone.
                               La gioia d’aver incontrato il padre al lavoro, il piacere di portare a casa una grossa anguria mutarono subito in tristezza. Dalla gioia al dolore in meno che non si dica. Ma quel ragazzo, se lo è ripetuto per anni, ricorda ancora il pianto inconsolato che lo accompagnò fino alla sua dimora, dove la madre gli fece capire che, certe volte, i padri eccedono, in bontà.

Un pensionato muore al Pilone

 Sabato 27 Febbraio 2016
Un uomo di Ceglie Messapica è stato colto da malore mentre era impegnato in una battura di pesca nei pressi del Pilone ad Ostuni. La vittima un 72enne, è stato colto da un infarto mentre era immerso a circa 50 metri dalla battigia. È stato un suo amico a rendersi conto che l’uomo era stato colto dal malore. L’allarme è stato lanciato alla Capitaneria di Porto di Monopoli, che è subito giunta sul posto con una motovedetta: il corpo, nonostante i tentativi di rianimazione, è stato recuperato privo di vita. Intorno alle ore 13:00 il corpo del sub è stato trasportato nel porto di Savelletri, in attesa dell'arrivo del magistrato che dia il via libera per il trasferimento al cimitero.
L'uomo era molto conosciuto in città come era nota anche la sua passione per la pesca.

Incontro con l'Autore

Venerdì 26 Febbraio 2016
Locandina

Martedì 1 marzo 2016 alle ore 17:30, presso la sala del castello ducale di Ceglie Messapica, si terrà un incontro culturale con Antonio Caputo autore del libro "1943 BRINDISI... PERSINO CAPITALE D'ITALIA". Dialogheranno con l'autore l'avv. Augusto Conte e il dott. Pietro Maggiore. Oltre all'autore, interverranno l'editore Giovanni Rubatelli e il giornalista Vittorio Bruno Stamerra.
Copertina del libro

"Sulla fuga da Roma del re Vittorio Emanuele III, e dei suoi generali, l’8 settembre 1943, dopo la firma dell’armistizio di fronte al disastro della guerra, in questi settant’anni e passa di storia è stato scritto di tutto e si sono cimentati storici e memorialisti di tutto il mondo, privilegiando ovviamente gli aspetti politici e militari di quel tragico evento, che erano poi i più rilevanti. Caputo, invece, con la sua ricerca ha voluto dare risalto anche all’impegno, alla funzione che la città e il suo circondario svolsero effettivamente nei mesi in cui Brindisi fu Capitale d’Italia, che non fu un semplice ricovero di fortuna, scelto a caso. A cominciare dal modo, tutto sommato “oscuro”, con cui si decise di far entrare la “Baionetta”, la nave sulla quale era imbarcato il Re e il suo seguito, nel porto di Brindisi dopo che gli Alleati avevano preso possesso della città.
Caputo nella sua ricerca, e non poteva che essere così, fa certamente riferimento anche ai grandi eventi che in quel periodo si svolsero in Europa, ma racconta soprattutto come da Brindisi ripartì lo Stato, si risvegliò l’orgoglio nazionale che la dittatura fascista e la tragica e disastrosa guerra avevano disperso. Anche se non era certamente a Brindisi, o comunque in Italia, che si decidevano le sorti della guerra, però da Brindisi, diventata in quei giorni “…persino Capitale”, a quegli eventi si partecipava, garantendo collegamenti e supporti fondamentali alle unità combattenti, oppure assistendovi impotenti, anche per le pesanti condizioni imposte a chi era uscito sconfitto dalla guerra, come fu per la tragedia dei nostri soldati nelle isole greche.
Il libro di Caputo racconta come si svolgeva a Brindisi la vita dei Reali, e del loro seguito, quali erano le loro frequentazioni, come avevano risolto alcuni elementari problemi di quotidianità, dove si approvvigionavano di viveri e merci, chi cuciva i vestiti e i cappellini alla Regina, o fabbricava le scarpe gli stivali al Re ed in più si riportano anche gustosi e intriganti aneddoti. Senza trascurare ovviamente un significativo ritratto della città e della grande compostezza con cui fu partecipe di quelle storiche e tragiche giornate e che forse avrebbe meritato un più significativo riconoscimento da parte della Storia e delle istituzioni." Fonte Hobos edizioni

Intervento di Tommaso Gioia

 Venerdì 26 Febbraio 2016
Tommaso Gioia
Caro Stefano quello che sta accadendo non sembra un segnale positivo, è un segnale positivo, e per quanto mi riguarda il mio brevissimo intervento non era contro nessuno, del resto tutti coloro che sono intervenuti sull’argomento hanno sostanzialmente detto la stessa cosa: la Regione Puglia con un impegno economico così importante per la struttura cegliese ha ridato una speranza alla nostra comunità, e non solo aggiungo io.
Finalmente quello per cui abbiamo lottato in questi anni sta per diventare realtà, l’ex struttura ospedaliera di Ceglie sarà riconvertita in Presidio territoriale di assistenza (Pta).
Volevo attendere almeno l’avvio del piano di riordino, per questo non sono intervenuto, ma viste le tante dichiarazioni, non solo sui blog, e le sollecitazioni di alcuni amici, ho ritenuto doveroso farlo.
Il risultato conseguito per la sanità cegliese è da accreditare principalmente al centro sinistra locale, provinciale e regionale, oltre a tutti quelli, amministrazione, comitati e semplici cittadini che hanno dimostrato una partecipazione costante.
Conosco la dott.ssa Scarafilo, persona molta attenta ai problemi della nostra città, ma ad una richiesta di verità, mi sarei aspettato, oltre ad evidenziare la diversità di vedute tra Emiliano e Gentile, una risposta nel merito.
Ad ogni modo, io non mi tiro indietro, anche quando, come in questo caso,  i confronti sono interni al mio stesso partito, partendo da un dato per Michele Emiliano, e per i pugliesi, la sanità è il problema mai risolto della Regione Puglia, tant’è che ha tenuto per se la delega, in totale discontinuità con i suoi predecessori.
Le motivazione di questa sua scelta le ha ampiamente spiegate durante l’intera campagna elettorale, partendo da un dato credo inoppugnabile la sanità regionale a fronte di un grandissimo impegno economico (circa 80% del bilancio regionale) offre servizi inadeguati alle ingenti somme impegnate.
Nessuno sino ad oggi è riuscito a limitare gli sprechi, a rendere efficiente la rete ospedaliera, ad arginare i troppi scandali (ruberie e malasanità) causati da controlli inadeguati, e soprattutto nessuno è riuscito a centrare l’obiettivo più volte promesso: “deospedalizzare” la sanità pugliese.
La scommessa oggi è proprio questa passare da una sanità  fortemente ospedalocentrica ad una sanità di rete, creando servizi alternativi al ricovero attraverso una medicina territoriale diffusa.
Questo modello di sanità cosiddetto di rete, dove sperimentato migliora la vita del malato (perché gli dà la possibilità di curarsi praticamente a casa) ed è meno onerosa (perché riduce le costosissime degenze ospedaliere).
La sanità oggi può reggere se c’è appropriatezza organizzativa tra l’ospedale e il territorio, in passato abbiamo fallito perché si sono chiusi ospedali  senza creare contestualmente alternative ai bisogni di salute dei cittadini.
Allora la domanda da farsi è la seguente: siamo contenti di come funziona oggi la sanità  oppure è necessario cambiare?
Michele Emiliano non ha dubbi vuole cambiare mettendoci la faccia, senza la presunzione di essere portatori di verità, ma studiando la realtà e porsi l’obiettivo di migliorarla.
Non si odia mai nessuno per il modo diverso di pensare, rispetto le ragioni di tutti, ma il mio “silenzio” è dovuto semplicemente al mio modo di essere.
Della sanità mi occupo ininterrottamente dal 2004, sono stato presente ovunque per difendere il mio territorio, abbiamo portato a casa tante delusioni, ma anche qualche successo, e quelli che vivono a vario titolo la struttura cegliese, e non solo, conoscono il mio impegno e la mia disponibilità.
In questi anni ho contribuito, per quel che compete la mia parte politica,  a rafforzare la struttura cegliese dopo la chiusura dell’ospedale, e voglio ricordare anche l’aiuto determinante, fin che ha potuto, dell’On Pietro Mita. Ricordo solo alcune cose fatte: la nuova sala operatoria e gli scontri contro l’area tecnica; la TAC quando alcuni dirigenti da Brindisi avevano deciso che per Ceglie non era utile, siamo dovuti intervenire anche nel merito delle caratteristiche della macchina da acquistare; i day service di Ortopedia in particolare il progetto, proposto dal Dott. Scialpi, con il prof. Molfetta dell’Università di Genova; i day service di Oculistica; l’ospedale di comunità, idea del Dott. Giuseppe Chirulli, accolta con entusiasmo dal sottoscritto, e realizzata in pochi mesi; l’allocazione della sede dell’AVIS all’interno dell’ex ospedale; le battaglie infinite in difesa  dell’ortopedia e della radiologia di Ceglie osteggiate dai responsabili di Francavilla ancora oggi.
Potrei raccontarne tante altre, solo l’ultima, siamo riusciti ad ottenere per Ceglie un centro prelievo per l’AVIS, dopo essere stati inspiegabilmente esclusi dalla precedente dirigenza ASL, proprio ieri sono arrivate le attrezzature ed in questi giorni inizieranno i lavori di ristrutturazione dei locali al piano terra che ospiteranno il servizio.
La realtà è questa e non sarebbe cambiato niente se avessimo fatto “li bann”.
A me non piace la polemica fine a se stessa, preferisco avere pazienza, perché sono convinto che per Ceglie è più utile percorrere la strada del dialogo.
Nonostante i facili entusiasmi ribadisco che per entrare nel merito del progetto aspetteremo la realizzazione e i tempi di attuazione, memori delle esperienze passate.
Non ci regalerà niente nessuno, tutto questo si potrà fare con l’aiuto di tutti, a partire da chi negli ospedali ci lavora, da chi li dirige, da chi li frequenta come utente, dall’amministrazione, dai comitati e dalla politica.
La politica, per quel che io posso rappresentare, continuerà ad essere al fianco della nostra comunità, e potrà contare sul sostegno del Presidente della Commissione Regionale alla Sanità, Pino Romano consigliere regionale del PD.
Cari Agata e Stefano ci sono persone a cui piace raccontare, altre preferiscono fare, persone a cui piace presenziare, altre preferiscono partecipare, ad ognuno il suo.
Ad ogni modo, vi saluto e sono vostra a disposizione, quando avrete voglia di sentire un’altra opinione.