Maddalena Fingerle è un'autrice italiana. Nata a Bolzano nel 1993, ha studiato germanistica e italianistica ed è ricercatrice universitaria. Alcuni suoi racconti sono usciti su «Nazione Indiana», «CrapulaClub» e «Narrandom». Nel 2021 ha pubblicato "Lingua madre" (Italo Svevo), libro vincitore di vari riconoscimenti, tra cui il Premio Italo Calvino. Nel 2022 ha dato alle stampe "Una proposta stronza" (Tetra) e nel 2023 "L'Adone non è noioso" (Italo Svevo).
È stata ospite della rassegna con il libro "Pudore" (Mondadori, 2024).
Gaia non ha più voglia di essere se stessa: si rasa i capelli a zero e indossa parrucche, svende i suoi orecchini più preziosi su eBay, si libera dell'armadio e compra un letto nuovo – che poi non sa montare. Vuole ricostruire se stessa e l'ambiente in cui vive a immagine e somiglianza di Veronica: la sua amata, meravigliosa Veronica, da cui è appena stata lasciata. Veronica non è solo la persona di cui Gaia si è innamorata, ma anche la donna che lei vorrebbe diventare – come accade nei primi, furiosi innamoramenti. La famiglia di origine di Gaia appartiene alla solida borghesia di italiani che vivono a Monaco e incarnano tutto ciò che lei rifiuta: la cultura umanistica come sprezzatura e ostentazione, il culto dell'apparenza, la tendenza a delegare i compiti operativi ai subalterni. Veronica al contrario è una donna vitale, concreta, estroversa e solare come la terra da cui viene, il Salento. L'indole di Gaia è lunare, riflessiva, accesa da un'immaginazione sfrenata: il prestante energumeno che le si presenta alla porta per ritirare degli oggetti che vuole vendere non ha la faccia da Joe, è decisamente Iwan. Rinominare le persone, interpretare le situazioni in cui si trova è indispensabile per poterle integrare nel suo mondo. In un soliloquio ora arrabbiato e rivendicativo, ora spaurito e ostaggio di una miriade di sublimi ossessioni, ma sempre ironico e pungente, Gaia arriverà a conoscersi meglio e sarà pronta a correre davvero dei rischi per diventare l'individuo che vuole essere.
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