Martedì 25 luglio 2017
Voglio ricordare l'amico di tutti Glicerio Campanella con un articolo-intervista fatto dalla giornalista Sonia Gioia.
"Avevo saputo del suo successo, lo chiamai, mi
raccontò e scrissi. Ci conoscevamo da quando eravamo bambini. Gli chiesi se era
felice. Mi rispose "Finalmente sì, Sonia. La gente se ne va via di qui
sorridendo".
Ciao Glicerio.
Ciao Glicerio.
"È la cifra elementare dello street food in salsa
pugliese. L’icona del partito bipartisan a cui i politici segretamente (manco
troppo) tengono. Il muratore lo gusta con la Peroni, o con la Raffo.
E il gastro-fighetto con la birra artigianale. Questo o quello, pagnotta resta,
declinazione verace di panino, leggi pane, farcitura e fame a morsi. Si chiama
“Il panino”, appunto, il corner gourmet schizzato in vetta alle classifiche di
gradimento di Bologna, capitale della gastronomia italiana che sul punto prende
lezioni dalla Puglia se è vero come è vero che il localino in centro è
schizzato al ventesimo posto su 1.300 locali fra ristoranti pub e affini della
città.
Siamo in via Galliera 91/A, a un passo dalla
stazione centrale del capoluogo emiliano. Dietro al banco stanno in due, a
turno, Glicerio Campanella 41 anni di Ceglie Messapica (Brindisi) e Silvio
Camassa, 35 anni di San Marzano (Taranto). E quando gli impegni di studio
glielo consentono, accanto allo zio Glicerio c’è pure Antonio “la mia forza”,
confessa il patron. I due soci sono amici da più di qualche lustro. Una vita
nell’edilizia il primo. Informatico il secondo. Stanchi di guerra e di uffici
tutt’e due, a un certo punto decidono di cambiare vita. L’idea? Semplice, quasi
banale, a cominciare dal pane fresco, croccante e quasi al netto di mollica,
una ciabatta romana infornata in esclusiva per Panino da un panettiere
bolognese doc. Più generosa imbottitura a base di salumi, formaggi, verdure e
ortaggi di altissima qualità, preparato espresso, a vista, con farcitura di
gentilezza e di sorrisi intorno.
Insomma,
un boccone da re con sei euro e cordialità mediterranea in omaggio. Ovvietà? In
Puglia, forse. Non a Bologna, dove la routine è un panino preconfezionato
prendere o lasciare, oppure un tramezzino triste. Non deve essergli sembrato
vero ai bolognesi, e non solo, di vedersi confezionare fresco fresco un panino
sotto gli occhi, con il meglio delle eccellenze regionali made in Italy dentro.
Dalla Puglia arrivano prodotti come le mozzarelle di Gioia del Colle, il
capocollo di Martina Franca. Da Pienza il pecorino, da Colonnata il lardo. Il
giro d’Italia in un boccone. Altro che McDonald’s.
Naturalmente non manca il panino cegliese, che
porta il nome del salumiere Vincenzo Zito, il primo a cui si deve l’intuizione
di imbottire Puglia ed Emilia insieme, mettendo al mondo quella squisitezza
universale che è il panino mortadella, provolone, tonno e capperi oppure
giardiniera, a piacere. Se in via Galliera tutti gli altri panini portano il
nome di una via bolognese, questo è l’unico dedicated to: “A Ciccio Lodedo –
spiega Glicerio Campanella – mio grandissimo amico scomparso troppo presto. Il
Capone, così a Ceglie capiscono tutti di chi stiamo parlando. Non finiva di
ripetermi: apriti il locale. Aveva ragione lui. Il panino a lui dedicato è il
primo della lista”. E per sentirsi un po’ più a casa, non manca la birra Raffo,
orgoglio tarantino.
Insomma, la trovata della bontà democratica, a
portata di crisi, ha vinto e “Il panino” dei due ragazzi partiti alla conquista
dell’Emilia ha conquistato tutti: viaggiatori in transito dalla stazione di
Bologna, impiegati e dirigenti degli uffici in centro, e naturalmente pugliesi,
emigrati con tanta nostalgia di cose buone.
Chiedigli se sono felici. “Felici, molto. Dal nulla
abbiamo creato un contatto con cento, duecento, fino a trecento persone al
giorno. La gente se ne va via di qui sorridendo”.
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