Domenica 29 settembre 2019
A Ceglie Messapica, nel mese di settembre e precisamente tutti i giovedì, si tengono i festeggiamenti nelle varie proprietà rurali del territorio.
Non è una vera e propria festa ma un ritrovarsi tra parenti ed amici, che si conclude con la degustazione dei migliori prodotti tipici e delle innumerevoli prelibatezze culinarie che, Ceglie Messapica, è la capitale incontrastata.
A tal proposito vi allego un articolo fatto, tempo addietro da Antonello Laveneziana, su Affaritaliani.it.
"Particolarmente
sentita dagli abitanti della cittadina di Ceglie Messapica è la tradizione dei
‘giovedì di settembre’. Più che una vera e propria ‘festa’ si tratta di una
usanza ereditata probabilmente dalle civiltà contadine del passato. Infatti
queste ‘feste’ si svolgono nelle campagne, tra amici, dove si mangia, si beve,
si balla e si cantano canzoni popolari fino a tarda notte. Sconosciuto è il
motivo per cui quest’usanza esiste, anche se la spiegazione più verosimile è
che veniva usata come pretesto per consumare il vino vecchio e svuotare i
‘capasoni’ per far posto al vino nuovo.
“Si tratta di una tradizione che appartiene
solo al popolo cegliese – ha spiegato lo storico locale Michele Ciracì – non
troviamo nulla di simile nei paesi circostanti e nemmeno tra le popolazioni di
origine cegliese che nel tempo si sono traferite nelle zone limitrofe. Potremmo
partire facendo riferimento ad alcune tradizioni antichissime appartenenti alla
civiltà dei Messapi.
Il
primo documento scritto riguardo al giovedì di settembre risale al 1812 – ha
continuato Ciracì – In esso si parla di artigiani che l’ultimo giovedì di
settembre si recavano in campagna per festeggiare la vendemmia. Questi
artigiani si riunivano in gruppi, si suonava, si ballava la pizzica, si beveva e
si mangiava”.
Ed
ancora Michele Ciracì ha ricordato che il primo giovedì di settembre era
dedicato alle donne, mentre l’ultimo giovedì era appannaggio dei soli uomini
che in quell’occasione gustavano, oltre al vino che non doveva certamente
mancare, anche alcune prelibatezze della tradizione gastronomica come i
“marrett”, le testine di capretto, e gli spiedini arrosto.
Il
secondo giovedì era dedicato agli amici. Era una occasione per stare tutti
insieme e ci si riuniva in grandissime tavolate. Inoltre particolare era la
giornata del quarto giovedì, dedicato a tutti i contadini, durante il quale le
donne “portavano la serenata” al padrone, il quale, per dimostrare la sua
benevolenza, regalava a tutti dei fichi
e mezzo sacchetto di grano.
Infine
l’ultimo giovedì era anche il “giovedì delle promesse” durante il quale, con il
clima di festa e di allegria, tutti promettevano di essere più disponibili
verso gli altri, senza tenere conto delle varie differenze di classe sociale,
ed invece dal giorno dopo tutto tornava come prima.
Inoltre
lo storico Michele Ciracì ha ricordato le date in cui per la prima volta
vennero istituzionalizzati i festeggiamenti del giovedì di settembre. “Nel
1897, il sindaco Francesco Elia, che era un importante imprenditore, deliberò
con la sua giunta l’istituzione della ‘Festa cittadina del giovedì di
settembre’ – ha ricordato ancora Ciracì – ma, purtroppo, la delibera non andò a
buon fine ed il sindaco cadde addirittura in rovina.
Nel
1901 il nuovo sindaco Achille Lodedo organizzò la festa di settembre nel
giardino di Don Francesco Allegretti, nella zona di via Bottega di Nisco, nei
pressi del centro storico. Ma questa festa non era aperta a tutti poiché si
svolgeva in un giardino privato. Quindi gli artigiani e parte dei contadini
organizzarono la loro festa in via Porta di Giuso, sempre nella stessa zona,
predisponendo anche il gioco della ‘cuccagna’. Durante la festa un ragazzo, di
nome Francesco Bellanova, dopo aver preso la cuccagna, cadde dall’albero e
morì. Da allora non sono mai più stati organizzati festeggiamenti istituzionali
del giovedì di settembre”.
Sicuramente
la tradizione del “giovedì” è molto particolare ed originale e, magari,
potrebbe essere una occasione per incentivare il turismo anche nel mese di
settembre e per offrire ai visitatori le bellezze della campagna cegliese".
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