Archivio di Stato Lecce
– Processi Corte d’Assise
busta 92, fasc.1
A carico di Maddalena Marcuzzi di Fasano
imputata di Voce di malcontento contro l’attuale Governo e di
percosse portante incapacità al di là di
cinque giorni in persona di Eligio Gioja, avvenuto in giugno, ed in luglio 1863, in abitato di Ceglie.
Istruzione sommaria a
Carico di Maddalena Marcuzzi moglie di Pasquale Altavilla di Ceglie imputata avere di frequente sparso
voci di malcontento alle autorità governative, e percosse a danno di Eligio Gioja, con incapacità
al lavoro oltre i cinque giorni. L’anno mille ottocento
sessantaquattro,il giorno undici giugno. Innanzi a Noi Giuseppe Frassanito
delegato di Polizia Giudiziaria. E’ volontariamente comparso Eligio Gioja fu Pietro,di anni 27
domiciliato in Ceglie,al quale abbiamo rammentato gli obblighi, che e le pene
cui van soggetti i calunniatori. Chiesto quindi delle seu generalità, ha detto
chiamarsi Eligio Gioja fu Pietro di
anni 27 di condizione maniscalco domiciliato in Ceglie. Richiesto dell’oggetto
di sua comparsa dichiara: che nel mese di
giugno in luglio dello scorso anno,stando nella sua bottega ebbe a sentire da Maddalena Marcuzzi, moglie di Pasquale Altavilla di Ceglie, aver
perduto dalla sacca carlini diciotto, tolti da mano incognita, e quindi
aggiunse: estese il Re galantuomo il primo Ladro, e tenere tutti gli altri
Ladri, e cavatosi dalla sacca un pezzo di rame di grana cinque della vecchia
moneta, ove era incisa l’effigie di Francesco, la bacò dicendo: che questo
verrà a tagliare la capo a tutti liberali.
Fu perciò che il
dichiarante la rimproverò e la Marcuzzi
a tutta risposta gli scagliò un pezzo di sasso, producendogli una contusione
sulla parte del lato sinistro, restando per circa un mese inabilitato al
lavoro. Di tutto ciò ne produsse querela innanzi a questo giudice. Ritrova
quindi ad insistere per la punizione di tal crimine. Dichiara inoltre che la predetta
Maddalena Marcuzzi ha sempre
sparlato contro il Re, e dello Statuto, essendo pubblicamente che verrà
Francesco per tagliare la testa a’ Liberali ; e non ha cessato che da due mesi
in qua. Che questi insulti alla Sovranità, voci di malcontento, e l’esposto
fatto della costruzione possono deporsi da Vincenzo
Gasparro di Giovanni, Vito Leonardo Romanello di Barnaba’ , Oronzo Palumbo di
Carlo, tutti di Ceglie. Datagli lettura, e spiega l’ha confirmata, e non ha con Noi
sottoscritto perché inalfabeta, perciò segno di croce + croce segnata di Eligio
Gioja. Il Delegato Giuseppe Frassanito.
L’anno mille ottocento sessantaquattro, il giorno undici giugno in
Ceglie. Noi Giuseppe Frassanito, Delegato di P.S. ed Ufficiale di Polizia
Giudiziaria del Mandamento di Ceglie. Vista la denunzia di pari data di Eligio Gioja fu Pietro. Volendo
verificare quanto si asserisce di criminoso nella predetta denunzia, abbiamo
ordinato che venissero d’innanzi a Noi i testimoni segnati, e che abbiamo
inteso separatamente, nel seguente modo.
1. Vincenzo Gasparro,
al quale abbiamo rammentato i doveri che l’assistano, e le pene, cui van
soggetti i falsi testimoni. Chiesto quindi delle sue generalità ha detto
chiamarsi Vincenzo Gasparro di
Giovanni di anni 26, condizione armiere, domiciliato in Ceglie a dimanda . Ha
deposto: essergli noti Eligio Gioja, e Maddalena Marcuzzi, e non essere con essi presente, affine,
creditore, o debitore.
Interrogato analogamente
ha deposto:che
circa un anno fa seppe per pubblica voce che Maddalena Marcuzzi ebbe un diverbio sulla pubblica strada vicino la
bottega di Romanello,con Eligio Gioja, perlochè questi riportò
una contusione sulla parte del lato sinistro accagionata dallo getto di un
sasso, che la Marruzzi gli cagionò e
obbligò per quindici giorni circa non potere lavorare. Quest’ultima posizione
constargli perché vicino alla bottega di
Gioja. A dimanda ha risposto:
che la Marcuzzi ha sempre sparso delle voci di malcontento, e facendo
mostra di un pezzo di grana cinque della vecchia moneta di rame, ove era incisa
l’effigie di Francesco dicea, che questi verrà per tagliare la testa a’
Liberali. Che da circa due mesi sono non ha più usato simile contegno. Che la
predetta Marcuzzi è una donna
amorale, ed appartenente a famiglia
retriva, reazionaria. Data letture l’ha confirmata, e con Noi non sottoscritto
perché inalfabeta, perciò croce segnata. + croce segnata di Vincenzo Gasparro.
2. Vito Leonardo Romanello
di Barnabà di anni 37, condizione armiere, nato e domiciliato in Ceglie, al
quale abbiamo rammentato i doveri, che l’assistano, e le pene, cui van soggetti
i falsi testimoni. A dimanda ha risposto:
essergli noto Eligio Gioja fu Pietro, e Maddalena
Marcuzzi moglie di Pasquale
Altavilla, e non essere con essi parente, affine, domestico,creditore o
debitore. Interrogato analogamente ha risposto: che circa un anno fa avvenne un
diverbio tra Gioja, e la Marcuzzi, perché facea mostra di una
vecchia moneta di grana cinque, ove stava l’effigie di Francesco e baciandola
diceva che entrerà, e taglierà la Capo a’ Liberali, e perché Gioja la rimproverava la Marcuzzi gli scagliò un sasso
colpendolo nel lato sinistro, in modo per circa quindici giorni restò al
travaglio. Che circa due mesi orsono la predetta Marcuzzi portando la predetta moneta nelle mani, ne facea mostra
aggiungendo che l’attual sovrano era un Ladro come tutti gli altri Liberali, i
quali si potevan tagliare le loro barbe, non essendovi più speranza per essi, e
quindi ritornava a baciare quella moneta. Depone inoltre che la Marcuzzi è una ladra debosciata, e si
appartiene ad una razza di retrivi. Data letture l’ha confirmata, e con Noi
non sottoscritto perché inalfabeta, perciò croce segnata. + croce segnata di Vito Leonardo Romanello.
3. Rocco Prezioso fu
Giovanni di anni quarantadue, contadino nato e domiciliato in Ceglie, al quale
abbiamo rammentato i doveri, che l’assistano, e le pene, cui van soggetti i
falsi testimoni. A dimanda ha risposto:
conosce bastantemente Eligio Gioja e Maddalena Marcuzzi moglie di Pasquale
Altavilla e non essere con essi parente, affine, domestico,creditore o
debitore. Interrogato analogamente ha deposto: che in luglio 1863 Eligio Gioja avendo un diverbio con Maddalena Marcuzzi, gli si gettò da
questa un sasso sul lato sinistro, producendogli una contusione, che lo inabilitò
per più giorni dal lavoro. Che per quanto intese di sé, ciò avvenne per una
cinque grana della vecchia moneta, che la Marcuzzi
facea mostra. Data letture l’ha confirmata, e con Noi non sottoscritto
perché inalfabeta, perciò croce segnata.
4. Oronzo Palumbo di
Carlo di anni diciassette di condizione Ferraro nato e domiciliato in Ceglie,
al quale abbiamo rammentato i doveri, che l’assistano, e le pene, cui van
soggetti i falsi testimoni.
A dimanda ha risposto: conoscere bastantemente Eligio Gioja fu Pietro, e Maddalena Marcuzzi e non essere con
essi parente, affine, domestico,creditore o debitore. Dimandato analogamente ha
deposto: che in luglio 1863 Eligio Gioja
avendo del diverbio con Maddalena Marcuzzi
ebbe da questa a riportarsi una contusione sulla testa del lato sinistro mercè
lo getto di un sasso, che la Marcuzzi
gli scagliò; perlocchè come vicino di bottega ebbe ad osservare che Gioja restò per più di quindici giorni
inabilitato al lavoro. Conosce del pari che l’altergo avvenne per una cinque
grana, che la Marcuzzi portava in
mano nella quale stava incisa l’effigie di Francesco ex Re di Napoli; che poi
fu tolta da Pietro Marraffa. Ignora
il resto. Data lettura l’ha confirmata, e con Noi non sottoscritto perché
inalfabeta, perciò croce segnata. +
Croce segnata di Oronzo Palumbo.
5. Pietro Marraffa fu
Domenico di anni 36,falegname nato, e domiciliato in Ceglie, , al quale abbiamo
rammentato i doveri, che l’assistano, e le pene, cui van soggetti i falsi
testimoni. A dimanda ha risposto conoscere
Eligio Gioja, e Maddalena Marcuzzi, e non essere con essi parente, affine,
domestico,creditore o debitore. Dimandato analogamente ha risposto: che circa
un anno fa Maddalena Marcuzzi,
tenendo in mano un pezzo di grana cinque della vecchia moneta la baciava,
dicendo che Francesco avrebbe tagliato la capa a tutti; dietro queste parole le
si tolse quella moneta. Ignoro il resto. Data lettura l’ha confirmata, e
con Noi non sottoscritto perché inalfabeta, perciò croce segnata. + croce
segnata di Pietro Marraffa Il Delegato
Frassanito.
In nome di Vittorio
Emanuele II
per la grazia di Dio e per
volontà della Nazione Re d’Italia.
Noi Pasquale Matarrese Giudice Istruttore presso il Tribunal
Circondariale di Lecce visto gli atti a carico di Maddalena Marcuzzi imputata di voci di malcontento e di disprezzo
contro il Governo e la Augusta Persona del Re di offese con arma impropria e
volontaria ed con incapacità nel lavoro per giorni quindici a danno di Eligio Gioja. Il tutto avvenuto in
Ceglie nel luglio 1863 visto le chiarificazioni del Giudice del Mandamento ha
chiesto
1. dichiararsi non farsi luogo a procedere per le percosse,
2. dichiararsi di farsi luogo al procedere per i susseguenti altri
atti al Signor Presidente del Tribunale del debito procedimento. Del primo
reato di parole di sprezzo e malcontento trovasi desso colpito dalla Grazia
Sovrana del 17 novembre 1863 per cui non più darsi ingresso ad azione penale.
Considerato che pel reato di percosse il Giudice si adebita dalla prevenuta
avvi da un lato la dichiarazione dell’offeso e la perizia e la querela dimostra
l’esistenza delle offese, e la incapacità al lavoro per giorni 15. Dall’altro
la pruova al dì assente la quale dimostra che le offese furono inferite
dall’imputata. Perciò nella riunione della doppia prova avvi tal criterio del
vero da rendere certa la di lei …Considerato che essendo tal reato punibile
correzionalmente la causa debba dimandarsi alla cognizione del Tribunale
Circondariale visto l’articolo 543 del Codice penale visto la detta Grazia
Sovrana e l’articolo 239 Codice Penale. Adottando la requisitoria dal caso
dichiariamo .
1. Non esservi luogo a
procedere per lo reato di parole e voci di sprezzo contro la Persona del Re.
2. Di esservi luogo al
procedere per lo reato di percosse ed all’oggetto ordiniamo la trasmissione
degli atti al Presidente del Tribunale per il debito procedimento. Lecce 23
agosto 1864. Il Giudice Istruttore Matarrese.
Il Presidente del Tribunale visto gli atti. Vista la retroscritta
ordinanza del Signor Istruttore in data 23 agosto 1863, con la quale si rimanda
a questo Tribunale Circondariale la conoscenza del reato. Percosse portanti una
incapacità al lavoro al di là di cinque giorni, ma meno di trenta in danno di Eligio Gioja avvenuto in giugno ed in
luglio 1863 in
abitato di Ceglie. Visto l’articolo 363
interrogato i testimoni interrogata l’imputata Maddalena Marcuzzi la condanna
ad anni 2 di carcere. Lecce 29 agosto
1864. Il Sostituto Procuratore del Re De
Gasperis. VENERDI' 22 LUGLIO 2011.
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