SABATO 2 AGOSTO 2014
Copertina
Il
Bimillenario, che d'altra parte coincide con il titolo del recente libro
scritto recentemente dall'ex sindaco di Ceglie Messapica, Paolo Locorotondo
(editore Capone), si porta in questi giorni alla data degli avvenimenti
interessanti la storia del grande popolo latino: la nascita dell'impero romano
e la morte di Augusto.
Il
grande principe, sentendosi all'età di 77 anni vicino alla morte, essendo
convinto di aver realizzato, l'unificazione politica delle regioni imperiali
attraverso interventi e provvedimenti di alto senso duraturo e di perenne
supremazia, decise – come si rileva nel libro – di considerare la realtà imperiale
concretizzatasi con inizio dalla sua morte, avvenuta a Nola il 19 agosto del 14
d.c..
Dispose
altresì che dall'inizio del medesimo mese si tenessero a Roma Brindisi e
Taranto celebrazioni e festeggiamenti esaltanti il grandioso dominio della
città eterna e le grandi doti di reggitore
delle comunità costituenti quasi tutto il mondo allora conosciuto.
A
Brindisi, Augusto, ancora giovanissimo - rileva il Locorotondo – aveva battuto
le truppe agguerrite dell'altro triumviro, Antonio,con una strabiliante lotta,
in cui prevalse un suo indovinato contrasto tattico,rivelatosi vincente. Non mancò
l'aiuto determinante delle milizie brindisine.
A
Roma e a Brindisi venivano contestualmente indette festività annuali e
allestiti imponenti archi di trionfo per celebrare gli anniversari delle
vittorie di Azio e Alessandria e della nascita di Augusto. Si suggellava così
il patto politico ed istituzionale,che conferiva alla città di Brindisi una
autentica delega del potere di Roma.
Taranto,
d'altra parte, potente ed illustre capitale della Magna Grecia – sostiene il
Locorotondo – era stata scelta da Augusto per una riunione del triumvirato
affinchè si decidesse per la proroga della spartizione dei domini romani. Sorse,
dopo, un legame di amicizia con gli
esponenti del municipum tarentinum e Augusto fu sopraffatto dalla constatazione
che la radiosa civiltà della Magna Grecia si fosse fusa con quella latina in un
complesso ormai omogeneo,esaltante le più antiche espressioni di arte e
cultura.
Il
Principe volle confermare quanto fosse unitaria la politica romana e come si
fidasse dei rapporti con la città di Taranto, facendo collocare,nel tempio
della sua famiglia, la grandiosa statua di Nike (la vittoria), che fatta
innalzare da Pirro, nell'agorà tarantina, era stata rimossa dall'esercito
romano.
Locorotondo
nel suo libro non si esime dall'attaccare lo storico latino Tacito, sostenendo
che questi, con metodo fazioso, critica in maniera errata le vicende Augustee,
che posero Roma al comando di tante nazioni e attacca gli oppositori al sistema
monarchico, di cui egli era seguace; inoltre si oppone a chi, essendo vicino
allo stoicismo compie sacrifici che non giovano ad eliminare la tirannia.
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