Lunedì 5 Gennaio 2015
Redazione BrindisiReport
Sgominato dalla Forestale un traffico illegale di cani
provenienti dall'estero
Si faceva recapitare cuccioli di razze pregiate da paesi dell’Europa
dell’Est o da centri di smistamento del Napoletano e poi li rivendeva
attraverso internet a privati. Gli animali però morivano poco dopo essere
giunti a destinazione. Responsabile di questo traffico clandestino di
cuccioli una 60enne di Ceglie Messapica. E' stata denunciata per
introduzione di cani privi di identificazione, traffico illecito di cuccioli
provenienti dall'estero e di maltrattamento di animali. L'operazione è
stata condotta dal comando stazione
di Ostuni del Corpo forestale dello Stato e si è conclusa
dopo tre anni di indagini.
Il commercio illecito ha interessato principalmente le province di
Brindisi, Lecce, Bari e Taranto, oltre ad altre varie località del
territorio nazionale. L'indagine è nata, come già accennato, in seguito a
numerose denunce da parte di cittadini che dopo aver acquistato cuccioli, nella
maggior parte dei casi da annunci su siti internet, vedevano il proprio animale
morire per varie problematiche di salute su cui non si poteva più intervenire.
Nella maggior parte dei casi si trattava di gastroenteriti acute in stato
avanzato.
In poco tempo è stato accertato che questo traffico illecito aveva come
base logistica una masseria sita a Ceglie Messapica. I cani che giungevano
dall’Est Europa e da centri del Napoletano, venivano tenuti in pessime
condizioni. Si trattava di razze pregiate e rare quali Cavalier King, West Highland,
Spitz Pomer, Akita, Maltese, Samoiedo, Bolognese, Chihuahua, Chow-Chow e altro,
poi venivano fatti recapitare agli acquirenti. Da una serie di
appostamenti e pedinamenti è emerso che l'organizzazione, partendo dalle
richieste degli utenti provvedeva attraverso una responsabile a reperire quasi
tutte le razze anche rarissime richieste. È stato accertato che la
trafficante era in grado di esaurire quasi tutte le richieste fatte non solo
attraverso le inserzioni sui svariati siti internet, ma anche con semplici
passaparola o negozianti di animali compiacenti.
Per il commercio illegale la responsabile si era servita anche di attività
organizzate sotto la veste di associazioni sportive con il falso scopo di
propagandare, promuovere e sviluppare iniziative culturali e ricreative, in
genere sportive e senza scopi di lucro: ciò in realtà era finalizzato a poter
gestire in un luogo con apparenza lecita, animali da compagnia. La stessa oltre
a falsi nomi e false località nelle inserzioni, utilizzava passaporti e
documentazioni veterinarie falsi. La responsabile aveva fatto intestare anche
ad alcuni cittadini extracomunitari varie utenze telefoniche mobili, indicate
sui vari annunci internet, che venivano utilizzate per entrare in contatto con
i potenziali acquirenti. Nel corso delle indagini e dalle varie verifiche
eseguite nella masseria utilizzata come base, è emerso che i cani,
prematuramente separati dalle mamme, per poter affrontare i lunghi viaggi dai
paesi di provenienza venivano narcotizzati ai limiti della sopravvivenza,
ciò anche al fine di occultarli ai controlli lungo il percorso (elemento anche
questo causa di un alto tasso di mortalità). Consistente il giro economico del
traffico illecito, su cui, su disposizione della Procura della Repubblica di
Brindisi indaga la Guardia di Finanza di Ostuni.
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