Giovedì 12 giugno 2019
Ceglie Messapica. Marito e
suocera sottoposti al divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla
parte offesa. La vittima per 18 anni è stata oggetto di umiliazioni e
maltrattamenti, per nutrirsi costretta a mangiare gli avanzi dei congiunti.
I Carabinieri della Stazione
di Ceglie Messapica hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della
misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla parte
offesa, emessa nei riguardi del marito 38enne e della suocera 58enne, entrambi
indagati per il reato di maltrattamenti in concorso, reati perpetrati nei
riguardi di una 37enne. I due indagati, marito e suocera della parte offesa,
hanno attuato nei confronti di quest’ultima reiterate condotte di aggressività,
minacce e maltrattamenti. In particolare, la donna veniva costantemente
apostrofata dalla suocera con epiteti altamente ingiuriosi, oltre a sputarle
addosso e ad invitarla ad andare via di casa. Nel contempo veniva minacciata
che se si fosse ribellata sarebbe stata picchiata. Riguardo alla vittima, la
suocera ne controllava in maniera asfissiante tutti i movimenti, le veniva
imposto cosa mangiare e cosa cucinare, spesse volte era costretta a mangiare
gli avanzi dei pasti consumati da altri familiari. Sempre la suocera verso la
fine del mese di maggio ha simulato un malessere incolpando la nuora di
averglielo provocato, minacciandola di riferire il tutto al figlio per farla
picchiare. La donna, esasperata, ha trovato la forza per raccontare tutto ai
Carabinieri. Dall’angoscioso racconto della donna è emerso che anche in altre
circostanze, dall’anno 2001, la parte offesa è stata oggetto di percosse,
mentre alla fine del mese di maggio scorso è stata minacciata di morte con un
coltello e privata dei documenti d’identità. A seguito dell’allontanamento
dalla casa coniugale, l’uomo ha effettuato anche nei giorni successivi diversi
passaggi dinanzi l’abitazione ove la donna si è rifugiata. Le dichiarazioni
circostanziate della vittima, l’atteggiamento minaccioso del marito, il contegno
di vita afflittivo cui è stata obbligata da molti anni nonché l’esasperazione,
l’hanno spinta ad allontanarsi dalla casa coniugale cercando rifugio
nell’abitazione di un’amica, preoccupata riguardo alla sua incolumità.
Pertanto, il Giudice, sulla scorta degli elementi emersi, al fine di
scongiurare il pericolo di ulteriore reiterazione delle medesime condotte
attuate dai due indagati, ha emesso nei loro confronti la misura coercitiva
personale del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla
persona offesa. Ha così, prescritto al marito e alla suocera di mantenersi a
una distanza di 500 metri dalla donna con l’ulteriore precisazione di non
comunicare attraverso qualsiasi mezzo neppure in forma scritta o a mezzo del
telefono o della rete internet.
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