Una gestione a dir poco approssimativa e impacciata, che purtroppo non lascia spazio all’unica possibilità che abbiamo di combattere l’emergenza sanitaria: una strategia pensata, studiata, condivisa con amministratori locali, enti pubblici e privati. Dalle considerazioni che l’epidemiologo, Pier Luigi Lopalco, neo assessore alle Politiche della Salute, ha rilasciato agli organi di stampa, non è tutt’ora ben chiara la ratio dell’ordinanza: sta di fatto che ad oggi la decisione di limitare quasi fino ad annullare l’attività didattica in presenza di tutte le scuole, ad eccezione degli asili nido e scuola dell’infanzia, è stata presa sulla base di una non dimostrata relazione che intercorrerebbe tra l’esercizio di una tale attività e il preoccupante aumento dei contagi da Covid-19 nella nostra regione.
E proprio all’esponenziale aumento dei casi positivi, si sarebbe dovuto rispondere con politiche incisive che tutelassero maggiormente i diritti e non li annientassero. In primis, come già più volte ribadito, c’era e c’è bisogno del potenziamento del trasporto pubblico, al cui utilizzo fa seguito un concreto rischio di contagio, considerato l’afflusso di passeggeri al quale ogni giorno assistiamo. Più mezzi, più corse e più fasce orarie per il trasporto locale, aumentare il controllo sul tempo libero dei nostri ragazzi e non privarli della tradizionale modalità di godere del diritto all’istruzione: sarebbero stati questi gli impegni che il Governo Regionale avrebbe dovuto prendere e per i quali avrebbe dovuto lavorare già da luglio scorso.
Ancora. In questa lunga serie di decisioni che paiono non seguire alcuna logica, l’ordinanza n. 407 prevede, come supra scritto, la possibilità dell’attività in presenza per i laboratori, non prendendo in considerazione che molti di questi, in particolare negli istituti alberghieri, vengono svolti con l’ausilio di alimenti e utensili. Risulta alquanto ovvia la maggiore rischiosità di dette attività rispetto allo svolgimento delle lezioni in aula.
Ci auguriamo che, realmente, dopo il 24 novembre, i nostri ragazzi possano tornare nelle proprie classi. E, qualora, a tale data, la situazione a livello nazionale, non lo potesse permettere, si invita il Presidente Michele Emiliano, a rivedere il provvedimento in vigore, permettendo almeno alla scuola prima o alle sue prime classi di poter godere dell’attività in presenza.
La responsabilità di ciascun cittadino dipende anche dal modo in cui la politica agisce e spiega le sue decisioni.
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