Giovedì 22 ottobre 2020
EMERGENZA COVID IN PROVINCIA DI BRINDISI
Considerato l’andamento crescente dei casi di positività al Covid-19 riscontrati nella Regione Puglia, si richiede un impegno maggiore e tempestivo nella gestione dell’emergenza da parte del Governo Regionale. Nello specifico, dal bollettino epidemiologico diramato dalla stessa Regione, ad oggi, in provincia di Brindisi, risultano 955 casi positivi Covid, di cui 22 accertati nella giornata odierna.
Ne consegue che la situazione, ormai critica, necessita di ulteriori misure volte al contenimento della diffusione dell’infezione da Coronavirus, alla tutela delle fasce più deboli di popolazione e alla continua e costante sensibilizzazione dei cittadini, i quali dovranno esser messi nelle condizioni più idonee per il rispetto delle prescrizioni indicate dalle normative. Gli appelli del personale sanitario non possono più rimanere inascoltati: suggerimenti ed indicazioni mediche dovranno essere necessariamente presi in considerazione, al fine di un’auspicabile attività di coordinamento nella gestione dell’emergenza sanitaria.
In particolar modo, i pediatri della Provincia di Brindisi, in questa seconda ondata, hanno riscontrato quanto notevole sia stato l’aumento dei contagi in età pediatrica: i casi, nella quasi totalità asintomatici o paucisintomatici, pur rappresentando un basso rischio di salute per gli stessi bambini e ragazzi infetti, stanno diventando inconsapevolmente la prevalente fonte di diffusione del Covid 19, soprattutto in relazione alla riapertura degli Istituti Scolastici.
Tenuto conto, allo stato dei fatti, dell’assenza di un vaccino efficace e sicuro, gli unici mezzi a nostra disposizione per individuare i soggetti affetti da Coronavirus e bloccare la catena dei contagi, sono il tampone nasofaringeo e, in caso di suo esito positivo, il tracciamento dei contatti.
I pediatri ed i medici di medicina generale stanno compiendo un lavoro straordinario, segnalando tutti i casi sospetti ai dipartimenti di prevenzione competenti. Ma da soli, non possono debellare la difficile emergenza che stiamo vivendo. Occorrono risposte e fatti che competono al Governo Regionale e all’Assessorato alla Sanità. Il Presidente Emiliano ha stabilito, dal 26 ottobre prossimo, la sospensione delle attività didattiche “in presenza” in tutte le scuole secondarie di secondo grado limitatamente alle ultime tre classi, richiedendo al Tavolo coordinato dalla Direzione scolastica regionale, entro il 13 novembre, soluzioni in grado di disallineare gli orari di ingresso e uscita nelle scuole, al fine di riorganizzare il trasporto con i vettori e risolvere la questione delle linee sovraccariche. Alla luce di questa scelta della Presidenza, così incisiva sulla vita scolastica dei nostri ragazzi, nonostante sino a pochi giorni fa, si continuava a ribadire che le scuole sarebbero rimaste aperte per tutte le classi, si auspica che realmente entro tale data si raggiungano delle modalità tali per cui sia possibile un ritorno completo alle attività didattiche in presenza. La scuola e la vita scolastica non possono essere i primi aspetti della vita degli studenti ad esser messi da parte durante l’emergenza. Soprattutto, non si possono utilizzare due pesi e due misure: si richiede di rinunciare alle ore trascorse a scuola, che risulta essere uno dei luoghi più sicuri e dove i protocolli anti-Covid sono applicati in maniera pedissequa, ma non si potenziano i controlli e non si pone l’attenzione su tutte quelle attività e il tempo libero dei nostri figli, nelle ore successive alle lezioni. L’istruzione non deve esser penalizzata dalla cattiva gestione del Governo Regionale circa il trasporto pubblico. Il potenziamento dei mezzi pubblici accompagnato da una diversificazione degli orari scolastici potrebbe essere la strada più giusta da percorrere. In riferimento a ciò e considerata la non sufficiente disponibilità di mezzi idonei al trasporto su gomma da parte delle aziende coinvolte, si potrebbe prendere in considerazione la possibilità di integrazione del servizio attraverso autobus e pullman granturismo appartenenti ad operatori privati del settore, particolarmente colpiti dalla crisi economica e dalle limitazioni causate dall’emergenza sanitaria. Sarebbe un’occasione per fornire al cittadino un servizio migliore e più sicuro e un modo per aiutare gli imprenditori del trasporto turistico in grave difficoltà.
Infine, come per tutta la Regione Puglia, anche la provincia di Brindisi abbisogna di più personale e più strumentazione per processare le richieste di tamponi, dando priorità a quelle emesse dalle scuole. Si potrebbe prendere in considerazione, come gli esempi di altre Regioni mostrano, la possibilità di ricorrere a kit di tamponi salivari, in grado di fornire l’esito in quindici/trenta minuti. Sicuramente queste modalità operative rappresentano ulteriori costi, ma di certo questi costi per il Sistema Sanitario Pugliese sarebbero meno impattanti in termini economici e di salute rispetto a possibili ricoveri ospedalieri. A completamento delle misure di contenimento, sarebbe auspicabile il coinvolgimento di una platea maggiore di soggetti nella campagna vaccinale antinfluenzale rispetto agli anni precedenti, considerando la coesistenza e la similitudine delle 2 patologie: influenza e Covid 19.
Occorrono risposte ed occorre concretezza. La provincia di Brindisi e la Puglia, non possono aspettare. Il tempo che continuiamo a perdere, è il nostro peggior nemico nella lotta al Covid 19.
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