MERCOLEDI' 29 OTTOBRE 2014
Roberta Grassi per BrindisiReport
Ci fu “colpa” secondo il
pm della procura di Fermo, responsabilità da attribuire al sindaco, quale
responsabile della protezione civile, per non aver predisposto tutte le misure
di sicurezza necessarie a mettere in guardia la popolazione dall’emergenza
maltempo che incombeva su Casette d’Ete. Si verificò una tragedia: morì un uomo
di Ceglie Messapica e la figlia della compagna. E’ per questa ragione che il
sostituto procuratore Luigi Ortenzi, ha chiesto il rinvio a giudizio con
l’accusa di omicidio colposo dell’ex sindaco di Sant’Elpidio a Mare Alessandro
Mezzanotte, imputato per la morte di due persone, Giuseppe Santacroce 51 anni,
e Valentina Alleri, 20 anni avvenuta in seguito all’esondazione del torrente
Ete il 2 marzo 2011 durante una alluvione.
L’udienza preliminare si
celebrerà il 27 novembre 2014. Parti offese i famigliari dei due, alcuni
dei quali risiedono nel Brindisino, e sono assistiti dall’avvocato Maria
Antonietta Spalluti, che si era opposta all’archiviazione chiesta dalla procura
nel marzo del 2012. Secondo quanto riportato nella richiesta di rinvio a
giudizio Mezzanotte, nonostante avesse ricevuto dalla prefettura di Ascoli
Piceno la comunicazione di avviso condizione meteo avverse, che si sarebbero concretizzate
in piogge di elevata intensità e nonostante la frazione di Casette D’Ete fosse
considerata “zona critica a rischio di esondazione del torrente Ete che vi
scorre attraverso” avrebbe omesso di attivare la cosiddetta “fase di
attenzione”.
Secondo il pm avrebbe
dovuto essere “disposta l’interdizione delle vie secondarie di accesso alla
zona soggetta a pericolo di allagamento, predisponendo un piano viario
alternativo al normale transito”. Il sindaco invece “avrebbe attivato il centro
operativo comunale solo alle 9 del 2 marzo” non facendo così in modo che
venissero “adottate le conseguenti attività di segnalazione” consentendo che le
due vittime “percorressero liberamente a bordo della loro auto, le strade
inondate dal flusso d’acqua contro il quale piombava l’autovettura condotte
dall’uomo” che non si accorse del flusso d’acqua anche “per l’insufficiente
illuminazione”.
La vettura fu sommersa,
i due occupanti furono poi ritrovati privi di vita. La volontà di ottenere
giustizia, dopo aver presentato una denuncia querela, fu espressa dai
famigliari delle vittime nell’aprile del 2011 in cui era presente anche l’unica
superstite, Salvina Granata, madre di Valentina Alleri.
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