Sabato 26 agosto 2017
Ceglie Messapica e il suo “Turismo lento…”
Vorrei
segnalare un bellissimo articolo pubblicato oggi su “La Gazzetta del Mezzogiorno” a firma di Agata Scarafilo, che racconta di Ceglie Messapica, delle sue
bellezze, delle sue tradizioni, ma anche delle sue contraddizioni che la
rendono particolarmente affascinante agli occhi dei turisti e dei forestieri.
Così,
a pagina X de “la Gazzetta del Mezzogiorno” la giornalista Agata Scarafilo racconta che a “Ceglie
Messapica i luoghi si trasformano in esperienza dove il calore dell’accoglienza
valorizza ancor di più quelle tipicità di un luogo non sempre raccontate nei
depliant o nelle brochure. Perché in posti come Ceglie Messapica, in cui il
commercio non riesce proprio a farla da padrona, conta molto quella tradizione orale che,
immancabilmente affascina lo straniero che spesso racconta di Ceglie Messapica
sui social, descrivendola come un luogo dell’entroterra pugliese da non poter
dimenticare. Il bianco, predominante nel
centro storico, si trasforma in quei fogli virtuali in cui scrivere le proprie
emozioni regalate dai quei vicoli stretti, che ti costringono a guardare gli
altri negli occhi”.
A
mio avviso, tra le tante caratteristiche che sottolinea la nostra giornalista
davvero interessante è quando parla dell’aspetto religioso:
“A Ceglie Messapica – dice
Scarafilo- se è sempre mancato il lavoro, non è mai mancata, invece, la preghiera
che rende forse questa terra, oltre a fertile di sacerdoti, anche ricca di
chiese e reliquie: è presente a Ceglie Messapica il corpo di Santa Aurelia ed
ora anche un frammento osseo di San Rocco.
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