Giovedì 28 giugnno 2018
La Biennale di Venezia a
Ceglie Messapica Personale di Riccardo
Guarneri ed Esposizione di Opere originali di De Chirico Start – lunedì 2
luglio 2018, ore 19.00, MAAC – Museo Archeologico e di Arte Contemporanea.
Il
MAAC - Museo Archeologico e di Arte Contemporanea di Ceglie Messapica in
provincia di Brindisi, uno dei contenitori del Polo Culturale Sistema Gusto
d'Arte avviato nel maggio del 2016, inaugura un nuovo progetto di forte impatto
culturale e semantico: la Biennale di Venezia a Ceglie Messapica, un evento
espositivo di lungo respiro, che si prolungherà sino al prossimo inverno, con
appuntamenti monografici dedicati ad artisti contemporanei che hanno esposto le
loro opere in occasione di una tra le più antiche, importanti e prestigiose
rassegne internazionali d'arte contemporanea al mondo, la Biennale di Venezia.
Si parte
il prossimo 2 luglio 2018 alle ore 19.00, appuntamento nella Galleria
espositiva del MAAC, con la Personale di Riccardo Guarneri, ottantaquattrenne
artista fiorentino, ospite alla cinquantasettesima Biennale di Venezia, Viva
Arte Viva, curata da Christine Macel.
Riccardo
Guarneri si è imposto sia come una figura artistica indipendente, sia come
precursore delle tendenze pittoriche astratte degli anni 70’. Dall’inizio della
sua carriera negli anni 60’, ha sperimento senza sosta l’armonia tra segno,
colore e luce, inventando un originale linguaggio lirico, infatti oltre ad
essere un pittore, Guarneri è altresì musicista. L’intero repertorio
dell’artista, che comprende strutture geometriche ma anche segni colorati più
caldi ed organici, può essere inteso come un’ode all’ascolto, l’ultimo passo
per permettere alla melodia intrinseca ai dipinti di penetrarci profondamente.
La selezione di opere esposte sottolinea l’integrità artistica di un pittore
dedicato a ricercare variazioni estetiche intorno ad un tema centrale.
L'artista
ha centrato la sua ricerca intorno all’estetica del segno e della luce,
liberandosi da preoccupazioni figurative o narrative senza però cedere al dogma
concettuale caro al minimalismo. Quadrati e linee perdono plasticità a favore
di vibrazioni cromatiche: la contemplazione prolungata dei dipinti rivela
infatti un’asimmetria nelle figure geometriche. Calligrafie a matita, prive di
significato semantico, ma visualmente sostanziali, accentuano il gioco di
sfumature e di trasparenze luminose. Alcuni critici hanno sottolineato
un’assonanza tra l’opera di Guarneri e le semplificazioni cromatiche dei
pittori Color Field, bensì il paragone con Agnes Martin sembra più adatto
all'approccio Zen e lirico del maestro. Le linee di Guarneri trasmettono
l’illusione di essere definitive, i colori pastello esprimono dolcezza e,
dissolvendosi l’uno nell’altro, rinforzano il sentimento di confini irresoluti.
Le sfumature raffinate e le tonalità impalpabili dei suoi dipinti rendono la
riproduzione fotografica problematica sia oggi che sessant’anni fa, in
disarmonia con la subordinazione all’iconografia digitale e con l’istantaneità
che distingue l’arte contemporanea. L’omogeneità della carriera artistica di
Guarneri è un omaggio alla longevità della pittura e alla sua capacità ad essere
continuamente reinventata.
Le
opere di Guarneri rimangono presenze cariche di mistero. Cercano la complicità
dello spettatore: lo invitano a uno sguardo prolungato per stabilire una forma
di intimità, e
quindi scoprirne profili,
segni, accordi tonali
non
immediatamente
intuibili. Opere del genere esprimono un ideale di quiete e di serena
concentrazione. Al contempo però emanano un senso di energia: nella dialettica
tra segni e forme, nella tensione tra la nettezza di un profilo e l’evanescenza della
macchia. Quella di
Guarneri, insomma, è una pittura dal carattere anche evocativo.
Per dirla con le parole dello stesso artista “una pittura che può essere
leggerissima e insieme forte”.
La
presenza temporanea della Biennale di Venezia al MAAC di Ceglie Messapica sarà
rafforzata dall'esposizione parallela e contemporanea di due opere originali di
Giorgio de Chirico, entrambe facenti parte della Collezione Arrigoni, anch'essa
ospitata alla Biennale Arte di Venezia 2017, presso il Padiglione Armenia. Una
scelta insolita quella di ospitare una collezione di grandi maestri del
Ventesimo secolo alla Biennale, che consacra gli artisti contemporanei e
soltanto di rado dedica spazio a quelli del passato. La Collezione Arrigoni è
pregevole e contiene esemplari notevoli tra i quali le due opere in esposizione
al MAAC a partire dal prossimo 2 luglio: Piazza d'Italia con Arianna, Olio su
tela, 1916 e Aringhe, Olio su cartone telato, inizio anni Quaranta, opera
tornata in Biennale dopo 75 anni. L'opera era già stata esposta nel 1942 alla
22a edizione della Biennale di Venezia, e recentemente, sottoposta
all'autorevole parere del prof. Paolo Picozza, Presidente della Fondazione Isa
e Giorgio de Chirico, ne ha suscitato il caloroso apprezzamento. Aringhe è un
lavoro molto apprezzato dagli intenditori di Giorgio de Chirico, nonostante il
soggetto non appartenga alla vocazione strettamente metafisica e nonostante non
sia stata eseguita negli anni Dieci, quelli “sublimi” per il maestro.
Il
nuovo progetto culturale ed espositivo che sarà ospitato al MAAC nei prossimi
mesi è stato fortemente voluto e realizzato dall'Amministrazione Comunale di
Ceglie Messapica, dal sindaco Luigi Caroli, dall'Assessore Antonello
Laveneziana e dal consigliere Angelo Maria Perrino, mediante la collaborazione
con Art Relation, società milanese che si occupa di organizzare progetti per la
business community collegati al mondo dell'arte, diretta da Milo Goj,
giornalista esperto di comunicazione e del mercato dell'arte. Il vantaggio
competitivo di Art relation, rispetto ad altre società e la competenza in
entrambi i versanti del progetto: le strategie e la comunicazione d'impresa da
un lato e il mercato dell'arte dall'altro.
L'appuntamento per
l'inaugurazione è per il
prossimo 2 luglio 2018, alle ore
19.00,
presso la sede del MAAC, in via E. De Nicola, con interventi del Sindaco Luigi
Caroli, dell'Assessore Antonello Laveneziana, del Consigliere Angelo Maria
Perrino, del Direttore
Onorario del MAAC, prof. Isidoro
Conte e di Milo Goj, direttore di Art
Relation, giornalista esperto di
comunicazione e del mercato dell'arte. Sarà presente l'artista, Riccardo
Guarneri.
Dopo
l'evento inaugurale sarà possibile visitare l'esposizione della Personale di
Riccardo Guarneri e delle Opere originali di Giorgio de Chirico presso la sede
del MAAC – Museo
Archeologico e di
Arte Contemporanea del
Sistema Gusto d'Arte di
Ceglie Messapica, via
E. De Nicola,
tutti i giorni,
dal lunedì alla domenica dalle ore 18.00 alle ore 21.00,
con la possibilità di prenotare visite guidate e personalizzate al n°
0831/376123.
“Ho
lasciato emergere la luce del bianco. Ho voluto che diventasse tutto
leggerissimo, trasparente, poco decifrabile.
Affascinato
dalle chine dei maestri Zen, ho lavorato sui quadri bianchi e, con matite o
l’acquarello,
che
trasfiguravano nella leggerezza e nella sfumatura il loro stesso colore, ho
conferito la luminosità che volevo, divenuta poi caratteristica delle mie
opere.
La
luce viene dalle trasparenze, da dentro al quadro, e si proietta
nell’esteriorità.” Riccardo Guarneri
Riccardo
Guarneri – Cenni Biografici
Nato nel
1933 a Firenze,
dove vive e
lavora. Inizia a
dipingere nel 1953, alternando la pittura all’attività
musicale. Dopo una breve stagione informale, dal
1962
intraprende una ricerca fondata sul segno e sulla luce che diventano suoi
principali oggetti di studio all'interno di un impianto geometrico minimale.
Esordisce all'Aja nel 1960 con la prima mostra personale. Sei anni dopo
partecipa alla Biennale di Venezia (con Agostino Bonalumi e Paolo Scheggi) e
alla mostra Weiss auf Weiss alla Kunstalle di Berna. Nel 1967 è invitato alla
Biennale di Parigi nella sezione "Nuove Proposte". Nel 1972 tiene la
prima antologica al Westfalischer Kunstverein di Münster. Partecipa alle
Quadriennali di Roma del
1973
e del 1986. Nel 1981 al Palazzo delle Esposizioni di Roma espone a Linee della
ricerca artistica in Italia 1960-1980, mostra che nel 1997 viene riproposta
alla Kunsthalle di Colonia Abstrakte Kunst Italiens '60/'90. Nel 2007 partecipa
a Pittura Analitica, anni '70 al Palazzo della Permanente di Milano. Nel 2008 è
tra gli artisti della mostra Pittura Aniconica presso la Casa del Mantegna di
Mantova. Tre anni dopo prende parte a Percorsi riscoperti dell'arte italiana -
VAF-Stiftung
1947-
2010 al Mart di Trento e Rovereto. Nel 2015 è tra gli artisti di Un’idea di
pittura. Astrazione analitica
in Italia, 1972-1976
presso la Galleria
d’Arte Moderna di Udine e nel 2016 partecipa ad altre due importanti
mostre collettive: Pittura Analitica. Anni '70, presso la galleria Mazzoleni
Art di Londra, e Gli anni della pittura analitica. I protagonisti, le opere, la
ricerca al Palazzo della Gran Guardia di Verona. Nel 2000 realizza il progetto
per il mosaico di 24 mq della stazione Lucio Sestio della metropolitana di Roma
e nel 2004, presso la Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze, si
tiene l'importante mostra antologica Contrappunto luce. Con l'occasione viene
edito un catalogo con saggi critici di Giovanna Uzzani e Maria Grazia Messina,
dichiarazioni dell'artista e un'antologia di scritti critici, a tutt'oggi testo
di riferimento per l'opera di Guarneri.
Ha
insegnato pittura nelle Accademie di Belle Arti di Carrara, Bari, Venezia e
Firenze ed è inoltre Accademico Emerito per l'Accademia delle Arti del Disegno
di Firenze.
Nel
2017 Guarneri è invitato alla 57. Biennale Internazionale d'Arte di Venezia
Viva
Arte Viva, a cura di Christine Macel.
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