Quei ragazzi della sezione G
Quei ragazzi della sezione G
I ragazzi della sezione G
quelli della Giovanni Pascoli succursale.
Quei ragazzi degli anni ‘80 che
indossavano il grembiule nero
avvolgevano i libri nella mitica molla
acquistavano due fogli computisteria
uno per la brutta l’altro per la bella copia.
Quei ragazzi che
quando entrava il professore di Francese
tutti in piedi!
«Bonjour
monsieur»
«Bonjour
les enfants, asseyez-vous»
«Merci».
Quelli
che
con il
professore di Educazione tecnica
entravano
in una camera oscura
osservando
estasiati
la
magia dello sviluppo della fotografia.
Quei
ragazzi che
imparavano
dalla professoressa di Italiano
la
differenza fra la “e” con l’accento e la
“e” congiunzione
con un
esempio dialettale cegliese da ricordare a vita.
Quelli
che
avevano
un “vero prete” come professore di Religione
dal
quale si beccavano i malefici pizzicotti nell’interno coscia
al
minimo accenno di maleducazione
anche questi da ricordare a vita.
Quei
ragazzi che
suonavano
flauti e triangoli
con un
giovanissimo professore di Educazione musicale
si
sfinivano con il salto al cavalletto in palestra
per
narrativa leggevano e studiavano
“Piccoli
vagabondi” del grande Gianni Rodari
recitavano
la novella di Boccaccio “Il Decamerone”
precisamente
“Cichibio e la gru”
Theo
Tarì Chichibio
Vinci
Lucia Brunetta.
Quei
ragazzi
vestivano
con
con felpa nei pantaloni a vita alta
con in
vita la giacca
come
dimenticare le spalline?
Quei
ragazzi degli anni ‘80
esultarono
con Pertini
la
gioia dell’indimenticabile
vittoria
dei mondiali.
E
quella musica…
La
musica degli anni ‘80 che
regalava
emozioni in gita sotto le note di
“È la
vita” di Marco Armani
“Just
an illusion” degli Immagination
“Flash
in the night” dei Secret Service
mentre
i più romantici canticchiavano
“Reality”
di Richard Sanderson
“Paradise”
di Phoebe Cates
e per
i più malandrini capeggiati del mitico Stefano Menga?
Una
rivisitazione interessante
ricca
di doppi sensi
de
“L’Italiano” di Toto Cutugno.
Sono
passati 40 anni e adesso quei ragazzi sono ultra cinquantenni; alcuni genitori
e altri addirittura nonni, me compresa. Ognuno ha proseguito il suo cammino di
vita fra studi e lavori, vicissitudini e amori. Ma basta poco, un profumo, una
canzone, una passeggiata vicino a quella vecchia scuola rimasta intatta da
allora, per rivibrare di tutte quelle emozioni. Quella classe era speciale, non
c’erano bulli e regnavano il rispetto e l’amore.
Una vostra compagna di banco
Vinci Lucia
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