Giovedì 19 gennaio 2023
Ucciso
mentre arrestava un latitante: il ricordo del poliziotto Vittorio Maggiore.
Cinquanta
anni fa, a Bari, il sacrificio del maresciallo di Ceglie Messapica. Stamani,
giovedì 19 gennaio, una messa commemorativa in presenza del questore Annino
Gargano.
Presso
la chiesa del cimitero di Ceglie Messapica si è svolta una messa in memoria del
maresciallo Vittorio Maggiore, poliziotto in servizio presso la questura di
Bari che il 19 gennaio 1973, all’età di 51 anni, fu ucciso da un pregiudicato.
La
tragedia si verificò a Bari, nel quartiere di Poggiofranco. Maggiore, insieme a
tre colleghi, si era appostato all’esterno dell’abitazione dei genitori del
pregiudicato, datosi alla macchia dopo un tentato omicidio. Quando gli agenti
cercarono di bloccarlo, il malvivente reagì aprendo il fuoco.
Maggiore
non rispose al fuoco per evitare di ferire le sorelle del pregiudicato e cercò
di disarmarlo. Ma l’uomo lo uccise con un colpo di pistola al volto. Ne scaturì
una sparatoria che si concluse con il ferimento e l’arresto del ricercato.
Lievi ferite anche per le sorelle.
Il
questore di Brindisi, Annino Gargano, e il sindaco di Ceglie Messapica, Angelo
Palmisano, insieme agli eredi del defunto, hanno reso omaggio alla memoria di
questo servitore dello Stato. Sia a Ceglie Messapica che a Bari è stata
dedicata una via in memoria di Vittorio Maggiore.
Alla
conclusione della cerimonia religiosa di commemorazione, celebrata da Don
Claudio Macchitella, assistente spirituale della Polizia di Stato, un composto corteo
ha raggiunto la lapide del Maresciallo per depositare un omaggio floreale.
Il
maresciallo Vittorio Maggiore, all’epoca dei fatti, è stato insignito medaglia
d’oro al valor civile con la seguente motivazione: "Comandante di una pattuglia in servizio di perlustrazione, scorto, in
pieno centro, un pericoloso malvivente colpito da mandato di cattura, con
pronta determinazione lo affrontava per arrestarlo.
Malgrado il
latitante, con improvvisa reazione, avesse aperto il fuoco, mettendo a
repentaglio l’incolumità pubblica, non esitava, con eccezionale coraggio e
sprezzo del pericolo, a lanciarglisi contro, nel generoso intento di
immobilizzarlo e disarmarlo. Durante tale eroico tentativo, veniva ferito
mortalmente, dando mirabile esempio di fulgido altruismo e di altissimo senso
del dovere spinti fino all’estremo sacrificio."
Bari, 19 gennaio 1973.
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