LUNEDI' 25 NOVEMBRE 2013
ARTICOLO DI FABIO MOLLICA
BRINDISI – Sarà la vertigine da primato in classifica nel basket, o la gioia di aver trovato finalmente una nuova casa politica, di certo c’è che Massimo Ferrarese ha deciso di battezzare il suo primo giorno ufficiale nel Nuovo centrodestra di Angelino Alfano con una canzone niente male, che parte così: «Tu illumini i cieli, sopra di me
una stella, così splendente». È “Rule the world” (“Governare il mondo”) dei Coldplay, che saranno distanti anni luce dall’amico Al Bano, ma sicuramente più congeniali alla solennità dell’evento e al basso profilo che il personaggio ha sempre avuto.
Ferrarese è tornato, in forma più che mai, e arriva all’hotel Orientale col codazzo di sostenitori, come si addice ad un leader carismatico. Mancano solo le bandiere in stile Forza Italia. Ci sono Marcello Rollo e Ciro Argese, ovviamente. C’è Ciro Argese, raggiante e sorridente, che stringe le mani a tutti e non riconosce il fratello di Rollo. Si vede Pierino Santoro (Pdl), gli assessori comunali Giuseppe Miglietta (Api) e Raffaele Iaia (Udc), anche se ormai mettere delle sigle accanto ai nomi è un esercizio che costa fatica e può indurre in errore, visto che il panorama politico nazionale e locale cambia di giorno in giorno. Ci sono Ferruccio Di Noi e Francesco Renna. C’è mezza Francavilla Fontana. Ci sono Tony Muccio, Nuccio Della Rovere e Cosimino Bianchino, il sindacalista Ercole Saponaro (Ugl), Giampiero Epifani e Giovanni Ribezzo. In tutto saranno un centinaio di persone. Sono tanti o pochi, a seconda dei punti di vista. Di certo sono pesanti: amministratori di società partecipate (Gianluca Quarta, Francesco Arigliano) e sindaci (Pomarico, Caroli). C’è Nando Marino, presidente dell’Enel, in visita di cortesia, «perché il presidente della squadra di basket deve essere al di sopra delle parti», dice.
In effetti l’atmosfera è proprio quella di un congresso di Forza Italia nei primi anni di vita: tutti eleganti, tutti belli e fascinosi, tutti convinti di marciare verso il sol dell’avvenire.
Ovviamente Ferrarese non si aspettava tanta gente, è sinceramente «sbalordito di questa situazione, doveva essere solo una conferenza stampa!». Dà il benvenuto al senatore barese Massimo Cassano, «il nostro amico Massimo Cassano», e scatta il primo applauso sulla fiducia, perché è difficile immaginare che qualcuno qui a Brindisi lo conosca.
L’ex presidente della Provincia per la prima volta non parla a braccio ma si fa aiutare dagli appunti scritti su un foglietto, evidentemente l’accordo con Angelino è stato talmente frettoloso che non c’è stato nemmeno il tempo di memorizzare un discorso. Ferrarese prende la parola alle 11.31 e fa un breve riassunto della storia politica: le simpatie per Berlusconi e Forza Italia, la presidenza di Confindustria, la “discesa” in campo «perché molti amici me lo avevano chiesto», fino alla morte dell’Udc, certificata sabato scorso ma sancita dal voto molto prima.
Poi viene all’oggi, alla nuova folgorazione: «Ho incontrato Alfano, una persona a modo, di grande umanità, con tanta umiltà. Ho conosciuto tanti ministri e tanti vecchi amici che non si ritrovano più nel Pdl, dove c’è tanta gente estremista». Si lascia sfuggire una frase che forse nell’Udc non avrebbe mai detto: «Se le coppie litigano tutto il giorno è meglio separarsi e vivere una vita migliore».
Poi precisa: «Alfano non mi ha chiesto di entrare in un partito, mi è stato chiesto di fondare insieme il nuovo centrodestra nazionale», e finalmente scatta il primo applauso liberatorio, che sembra dire “basta con questa sinistra e con il Pd”. Ferrarese ora indossa i panni di SuperMax, e nulla lo può fermare: «Le sfide a noi piacciono, ne abbiamo fatte tante, a volte riescono e qualche volta si arriva a diventare primi in italia», e scatta il secondo applauso.
Dice che «le porte saranno aperte a tutti, e che questa nuova forza resterà lontana dalle stanze chiuse». Sarà «un partito inclusivo, che possa rimotivare la gente, coinvolgere i giovani». Una barriera contro il grillismo, fenomeno «pericolo e deleterio».
Annuncia a tutti che «gli iscritti di Noi Centro sono automaticamente iscritti nel nuovo partito», così, a prescindere. Poi saluta il sindaco di Ceglie Luigi Caroli e l’enfasi nel suo tono di voce tocca il picco massimo: «Il primo monocolore di centrodestra in italia!». Questa volta non arriva l’applauso ma l’ovazione, da quelli del laboratorio Pd-Centristi… Ma la politica è così, non c’è nulla da spiegare, nulla di cui giustificarsi, si può stare tranquillamente con tutto e tutti, perché l’Italia ha bisogno di un governo, la città ha bisogno di una giunta, e giù giù fino all’ultima delle società partecipate. Oppure perché «non vogliamo steccati e contrapposizioni. La libertà non si dà, è qualcosa di diverso». Perché «uno la libertà se la prende e noi oggi ce la stiamo prendendo». Chi sia l’oppressore non è molto chiaro, ma questo è un dettaglio.
Prende la parola “l’amico Cassano”, un tipo brillante con una cravatta improbabile annodata come usano gli agenti immobiliari, e avverte: «Siamo come Telethon, cresciamo di ora in ora. Possiamo diventare i protagonisti dei prossimi venti anni», dimenticando che buona parte dei presenti in sala è stata protagonista degli ultimi venti anni. Ma questo è un altro dettaglio.
La parola passa ai giornalisti e l’avvocato Rocco Lamarina chiede se può dire la sua, ma siccome ha una posizione contraria viene zittito, «perché le domande le possono fare solo i giornalisti».
Arrivano le domande sul segretario provinciale del Pd, Maurizio Bruno, che sbarra le porte agli accordi con il centrodestra, ma Ferrarese ovviamente non ci vede nulla di strano nel far parte del centrodestra e governare con la sinistra: «A Brindisi io non vedo nessun tipo di problema, siamo sempre gli stessi, cambiare una sigla non vuol dire nulla». E allora si potrà sostenere Consales (fin quando servirà, oppure non sarà cotto a puntino) e fare le primarie con il centrosinistra a Francavilla Fontana, perché tanto Renzi ha detto che il governo andrà avanti, e quindi tutto è ammissibile: «Se per qualcuno siamo un problema, ce lo dicano. Per il momento a livello locale governeremo con i moderati, perché per me il Pd è un partito di moderati».
Chissà se Ferrarese, che su Facebook critica Berlusconi, ha la stessa idea di Alfano sul “no alla decadenza”: «Assolutamente no, la mia posizione non è la stessa di Alfano. Quando si viene condannati non si può essere graziati, lo dico di Berlusconi, di chiunque altro e di me per primo. È l’unica disparità di vedute tra me e Alfano». In realtà ce ne sarebbe un’altra, quella sul caso Cancellieri, che per Ferrarese doveva dimettersi e che Alfano ha salvato. Ma questo è un dettaglio.
Prende la parola Corlianò, che non è un giornalista, ma lui la domanda può rivolgerla, perché ha toni diversi da Lamarina, e poi a lui Ferrarese non può certo togliere la parola. Anche perché l’ex presidente del basket non è mica un oppositore. Ma sono quisquilie, e a volerle sottolineare si rischia di essere catalogati nella sezione giornalisti estremisti. Non sia mai.
Il primo show è finito, grazie a tutti, la musica può ripartire. «We’ll rule the world… Possiamo governare il mondo,
si io e te possiamo illuminare il cielo,
se stai al mio fianco possiamo governare il mondo».(FOTO E SERVIZIO DI BRINDISIREPORT.IT)
POVERO MONDO
RispondiEliminapovera ceglie!
RispondiEliminala treglia governeranno!!!
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