SABATO 4 GENNAIO 2014
"LA SVOLTA - DONNE CONTRO L'ILVA": Scrittura con il Cinema di denuncia | Proiezione del film documentario a cura di SCRIVERE a CEGLIE e del PRESIDIO LIBERA*MENTE | Intervengono la regista Valentina D'Amico, Francesca Caliolo - donna contro l'Ilva - soci di Scrivere a Ceglie e del Presidio di Libera | Ceglie Messapica, sabato 4 gennaio, sala Comunale, ore 17:00
Un'occasione da cogliere se non vogliamo chiudere gli occhi sulla questione dell'Ilva; su una realtà che ci tocca troppo da vicino; su una fabbrica che violenta la nostra terra e le nostre vite; sulla solitudine dei lavoratori; su Taranto, la città più inquinata di tutta l'Europa occidentale.
PARTECIPIAMO, per DIFENDERE il DIRITTO alla VITA, perché l'indignazione passeggera non si trasformi in rassegnazione ma in motivazione che nutre l'azione.
"La svolta, donne contro l'Ilva" è un documentario d’inchiesta che vuole rappresentare la realtà, quella delle fabbriche e di una città, insieme "violentate nel corpo e nell'anima", come afferma l'autrice Valentina D'Amico. Per difendere il diritto universale alla vita di ognuno di noi, la regista ha reso protagoniste alcune mogli e madri di operai uccisi nei luoghi del lavoro e di persone, uomini e donne, violentate nella loro dignità di lavoratori coinvolti nel tugurio della "palazzina Laf", il confino per i non obbedienti alle regole imposte. Da non perdere. Soprattutto per quelli che ritengono che gli operai non esistano più.
Un'occasione da cogliere se non vogliamo chiudere gli occhi sulla questione dell'Ilva; su una realtà che ci tocca troppo da vicino; su una fabbrica che violenta la nostra terra e le nostre vite; sulla solitudine dei lavoratori; su Taranto, la città più inquinata di tutta l'Europa occidentale.
PARTECIPIAMO, per DIFENDERE il DIRITTO alla VITA, perché l'indignazione passeggera non si trasformi in rassegnazione ma in motivazione che nutre l'azione.
"La svolta, donne contro l'Ilva" è un documentario d’inchiesta che vuole rappresentare la realtà, quella delle fabbriche e di una città, insieme "violentate nel corpo e nell'anima", come afferma l'autrice Valentina D'Amico. Per difendere il diritto universale alla vita di ognuno di noi, la regista ha reso protagoniste alcune mogli e madri di operai uccisi nei luoghi del lavoro e di persone, uomini e donne, violentate nella loro dignità di lavoratori coinvolti nel tugurio della "palazzina Laf", il confino per i non obbedienti alle regole imposte. Da non perdere. Soprattutto per quelli che ritengono che gli operai non esistano più.
é ora di chiedere questa ditta della morte.....Basta morti
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