MERCOLEDI' 29 LUGLIO 2014
DONARE
“Senza nulla a pretendere”, come dicevano Totò e Peppino
DONARE
“Senza nulla a pretendere”, come dicevano Totò e Peppino
Non era mia intenzione suscitare tanto clamore con l’iniziativa di donare la mia biblioteca al Comune di Villa Castelli. Un’iniziativa che non vuole fare un “dispetto” alla mia città. Chi mi conosce sa che amo Ceglie anche ben oltre quello che merita.
Rompendo il mio voluto silenzio, intendo mettere fine, almeno spero, a quanto si è scatenato e che ha coinvolto due istituzioni, forze politiche e tanti concittadini che ringrazio per avermi testimoniato in vari modi la loro vicinanza, così come anche il loro educato disappunto.
A dire il vero sono rimasto alquanto sorpreso dai toni, dalle parole dette e “messaggiate” dal Sindaco di Ceglie Messapica nella sua intervista al Nuovo Quotidiano di Puglia.
Caro sindaco, non sarebbe stato meglio (se non fosse stato troppo disturbo) alzare il telefono o rispondere alla mia lettera del 2010?
Questo MIO patrimonio è stato formato con ogni goccia di fatica e col sacrificio di tutta la mia famiglia alla quale ho sottratto anche risorse economiche (e molti gelati ai miei figli).
Sgombrando il campo da qualsiasi speculazione da me mai alimentata, accogliendo la sollecitazione di tanti concittadini e associazioni e riflettendo sulla mia decisione, ribadisco e confermo la mia volontà, più volte espressa verbalmente e con comunicazione scritta del 21 maggio 2010, di donare alla comunità cegliese la mia biblioteca
Richiesta che avevo avanzato anche alle numerose amministrazioni che si sono succedute alla guida della città negli ultimi decenni, affinché il mio patrimonio librario potesse trovare a Ceglie una casa adeguata a per studiosi e cittadini.
Nessun sindaco mi ha mai risposto!
Sono passati più di quattro anni e, salvo qualche sporadica promessa verbale, nulla è stato fatto per formare a Ceglie un’importante biblioteca, punto di riferimento per i giovani. Investire in cultura deve essere una scelta politica prima ancora che economica, affinché Ceglie diventi un centro aperto alla circolazione delle idee e della ricerca storica, per meglio e più conoscere le nostre radici di comunità. Ogni cegliese, ogni studioso che giornalmente frequenta il mio spazio, per una piccola o grande ricerca, per redigere tesi di laurea o al fine di pubblicare saggi e volumi, attende che si realizzi in questa città una moderna e seria biblioteca che curi anche la pubblicazione di “Quaderni della Biblioteca”, allo scopo di incentivare gli studi storici sulle tradizioni locali e partecipare al Servizio Bibliotecario Nazionale.
I frequentatori del civico 17 di via Papa Giovanni XXIII, che in tutti questi anni hanno potuto estrapolare fonti, notizie utili e informazioni più disparate tra le migliaia di volumi scrupolosamente conservati in spazi divenuti ormai senza più angoli liberi, possono accorgersi ogni giorno come mi ritrovo circondato da un’enorme massa di volumi di ogni genere che non ho mai avuto il tempo di quantificare con esattezza, né di poter catalogare con metodo.
La biblioteca da ME messa su in 50 anni di lavoro e che ha sostenuto gratuitamente quanti hanno attraversato il suo uscio, non è quella di un grande cattedratico ma di uno studioso medio, senza meriti particolari se non di avere la sola pretesa di voler far divenire il suo patrimonio librario un luogo di indagine e ricerca, sì da poter rivestire un ruolo sociale e assicurare alla comunità un libero ed equo accesso alle informazioni. L’accelerazione di questi ultimi tempi è dovuta al fatto che ormai ho stipato di libri tutti gli spazi in mio possesso (e non solo). Non sono più un giovanotto e ritengo sia arrivato il momento di trovare un’adeguata e definitiva sistemazione a questo patrimonio affinché possa diventare sempre più di tutti.
E’ mio intendimento non far disperdere un altro pezzo della storia cittadina, ma non posso aspettare oltre né ho bisogno di false promesse. L’Amministrazione Comunale di Ceglie Messapica, se realmente interessata ad una mia donazione, dovrebbe mettere per iscritto di quali e quanti locali può disporre per allocare i volumi; i tempi minimi e massimi entro i quali questo progetto dovrebbe avere inizio e fine.
Soltanto con chiarezza e impegni scritti da ambo le parti, previo la redazione e la sottoscrizione di un limpido protocollo d’intesa col Comune di Ceglie, sarei disposto a cedere il mio patrimonio librario.
MICHELE CIRACI'
Maria Gioia aveva pubblicato 2 articoli per il Nuovo Quotidiano di Puglia che vi allego al presente comunicato.
articolo 1
articolo 2
Non è proprio una
dichiarazione d’affetto quella che ha rilasciato ieri il primo cittadino di
Ceglie Messapica, Luigi Caroli, nei confronti dello storico Michele Ciracì. Ma
un passo avanti è stato fatto per superare il silenzio tra le due parti ed evitare
che il patrimonio librario dello storico cegliese venga trasferito nella vicina
Villa Castelli, dove il primo cittadino Vitantonio Caliandro è pronto ad
accoglierlo a braccia aperte e a realizzare un’apposita biblioteca. Seppur con
parole ruvide, Caroli ha spiegato che se l’intento di Ciracì è quello di donare
l’archivio alla comunità cegliese, può inviargli una nota in cui specifica
quali sono le sue condizioni. «Se la donazione è gratuita o prevede un comodato
d’uso gratuito o altro, Ciracì può metterlo per iscritto in una nota e
inviarmela. In questo modo avrò la possibilità di capire. Ho sempre detto che
c’è il progetto di riqualificazione del Maac (Museo archeologico e di arte
contemporanea), che prevede la realizzazione di un polo museale, in cui è
inserita inoltre la valorizzazione della pinacoteca – biblioteca “Emilio
Notte”. Stiamo rimodulando i finanziamenti e abbiamo già affidato i lavori
servono solo i tempi tecnici per realizzare gli interventi» spiega il primo
cittadino, che apre alla collaborazione per ricevere i circa 50mila volumi
conservati da Ciracì. All’inizio del suo mandato, come i suoi predecessori, Caroli
ha ricevuto la lettera firmata dallo studioso cegliese, che comunicava
l’intenzione di lasciare il suo vasto patrimonio librario al Comune. A tal
proposito, Caroli sbotta: «L’archivio è nostro e della città di Ceglie, lui non
sta regalando niente. Ci sono tanti documenti, tra cui delibere che sono del
Comune. Certo, lui è stato capace di archiviarlo e collezionarlo per anni. Michele
Ciracì ha sempre detto solo “vorrei donare tutto alla città”. Bene, noi
vogliamo capire quali sono le condizioni. Vuole fare una donazione, senza avere
niente in cambio? Ripeto, può metterlo per iscritto in una nota e inviarmela». Il
sindaco precisa che le sue dichiarazioni non nascondono un’antipatia nei
confronti dello storico: «Io non attacco nessuno. Voglio solo capire. Dopodiché
decidiamo come procedere. Ripeto, noi abbiamo già affidato i lavori per il
progetto che prevede la riqualificazione del Maac e la creazione del polo museale.
Credo che nel giro di quattro mesi gli interventi previsti dovrebbero essere
ultimati». A questo punto, la domanda sorge spontanea: Ceglie rischia davvero
di farsi sfilare da sotto il naso un patrimonio così importante? La risposta di
Caroli è una considerazione, che lascia spazio ad un po’ di rammarico: «Se il
sindaco di Villa Castelli vuole prendere un archivio che è di Ceglie e portarlo
a Villa Castelli, io non ci posso fare niente. E’ chi dona che deve fare una
scelta. Se poi chi sceglie vuole fare un dispetto a Ceglie, perché di questi
tempi purtroppo devo considerare anche questo, allora l’archivio è destinato ad
andare altrove, perché non posso farci niente».
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