MARTEDI' 22 LUGLIO 2014
INTERVISTA
ALL’ARTISTA CEGLIESE PINO SANTORO
Pittore, scultore e grafico, collocato recentemente,
dalla critica nazionale, tra gli eredi di De Chirico in occasione di
una mostra antologica del grande Artista metafisico del ‘900 ad Arona
(NO).
R. L’arte è il punto d’incontro tra il mondo
razionale e una dimensione intimamente cercata, metarazionale. Essa è
un’indefinita esigenza interiore che realizza il bisogno di esteriorizzarsi e
di concretizzarsi nella materia.
D. Non è possibile quindi definirla con precisione?
R. Appunto perché l’arte è indefinita esigenza
interiore il suo concetto (non la sua essenza) è un’insieme di opinioni
individuali, che tentando di accomunarsi e fondersi in un’opinione generale,
vivono un rapporto di attrito molto instabile. E’ facile quindi muovere delle
critiche alle poetiche dei singoli artisti, poiché l’opinione è per sua natura
discutibile.
D. Qual è il tuo rapporto con l’arte?
R. Il mio rapporto con l’arte non si basa su
false illusioni di facili successi (anche se i successi non mancano). Il mio è
desiderio di comunicare mediante ciò che è più consono alle mie inclinazioni
caratteriali che mi portano ad un rapporto preferenziale con l’immagine più che
con la parola. Con l’arte si realizza la necessità di riappropriarmi di un
ruolo nel tessuto sociale più vicino alle mie esigenze interiori.
D. E’ una forma di liberazione, quindi più che ricerca
di successo?
R. L’arte, nella mia personale esperienza,
possiede doti catartiche in una società che sottende all’omologazione degli
individui e all’annullamento di creatività che non siano asservite a poteri
costituiti o a leggi economiche. Il contatto con l’arte apre una via d’uscita
intellettuale dall’angustia opprimente della dura routine, verso un’atmosfera
di pensiero più libero. In quanto al desiderio di successo è secondo al
desiderio creativo. Sono d’accordo con quanto afferma Eschilo nelle Eumenidi:
”Le glorie degli uomini anche se molto auguste sotto l’etere stanno, si
disperdono su questa terra senza essere potenza”.
E’ una grande lezione di vita.
D. Quale ruolo può avere l’arte nella nostra società?
R. L’arte, come la cultura, ha un ruolo
fondamentale nella crescita morale e civile di una società. Dove manca
l’interesse per essa e per le sue varie espressioni, subentra un decadimento
dell’individuo e un arretramento nell’evoluzione sociale. Riccardo Muti
ammonisce: “Un paese è politicamente e moralmente in crisi quando è in crisi
l’Arte.” C’è di che pensarci su. L’arte è contro la violenza, contro la spinta
prometeica a manipolare la natura. L’attuale impostazione tecnico-scientifica
della nostra società respinge il mito e il sogno ed è responsabile della
desacralizzazione dell’esistenza, della robotizzazione dell’uomo e della vita,
in cui non vi è più spazio per la riflessione sui valori essenziali, sul Bene,
sul Male, sulle ragioni profonde del nostro esistere, temi che accomunano gente
di ogni Credo politico, religioso e sociale.
D. Quale contributo può dare nella nostra società l’arte?
R. Può sicuramente contribuire a dare valori
positivi, anche se solo gocce, in un mare di valori positivi di cui la società
ha bisogno. Disvalori che portano a violenze isolate o di gruppo,
maltrattamenti sui minori, guerre sopraffazioni, sono una prova evidente di un
fallimento della scala di valori utilizzata e riporta indietro la evoluzione
della specie. L’alternativa starebbe nel creare una scala di valori diversa da
quella attuale. Visione utopica della realtà? Forse sì, ma sarebbe ancora peggio
non crederci e rassegnarsi all’evidenza.
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