Lunedì 16 Novembre 2015
Sabato 14 u.s., è stato celebrato nella sala consiliare di Villa Castelli il processo,
a istanza della associazione "La settimana del brigante-l'altra
storia" di revisione della sentenza di condanna a morte
del "brigante"
Cotturelli del 10 dicembre 1863. L'istanza è stata dichiarata
ammissibile e discussa dal difensore dell'associazione, Avv. Augusto
Conte e dal P. M. Avv. Antonio Caiulo, che si sono avvalsi dei
consulenti di parte, Prof. Mario Spagnoletti e Gerardo Trisolino. Il
dibattimento e' stato presieduto dal Magistrato Dott. Massimo
Brandimarte.
All'esito
la giuria ha dichiarato inapplicabile la Legge Pica, essendo i gravi
fatti di sangue precedenti alla sua emanazione e, considerando le
nuove scoperte anche documentali sul fenomeno del "brigantaggio",
come rivolta politica alla "occupazione" sabauda, ha
revocato la condanna a morte, sostituendo la con la relegazione
prevista per i reati contestati dal Codice Penale ordinario.
La
giuria composta da Dirigenti Scolastici, Storici, Avvocati, medici
legali, scrittori, ha ritenuto che il Tribunale Militare di Guerra
era incostituzionale rispetto allo Statuto Albertino e la sua
composizione di militari piemontesi, e la difesa con altro militare
subalterno, violassero il diritto a essere giudicati dal giudice
naturale e il diritto alla difesa.
Tutta la manifestazione è stata ripresa integralmente dall'emittente televisiva Video M Italia, di Rocco Monaco, e sarà trasmessa oggi alle ore 14:00.
La
Giuria Popolare
- considerando
la legittimazione del presidente dell’Associazione “Settimana dei
Briganti - l’atra storia”, in ragione dell’interesse della
stessa alla rivalutazione del fenomeno del brigantaggio;
- considerando
che la più recente storiografia ha messo in evidenza fatti e dati in
precedenza ignorati dalla storiografia tradizionale e che perciò si
è in presenza di fatti nuovi, che rendono ammissibile il processo di
revisione;
- considerando
che il brigantaggio è stato un fenomeno complesso, a determinare il
quale hanno contribuito numerose cause, tra le quali la incapacità
dello Stato nel risolvere le nuove problematiche e la endemica
povertà delle popolazioni meridionali; lo sbandamento dei soldati
borbonici sconfitti e le ragioni politiche che inducevano Francesco
II a tentare la riconquista del Regno, che riteneva essergli stato
sottratto con la forza;
- considerando
che pur in presenza di reati non può quindi negarsi la concessione,
oltre che delle attenuanti generiche, anche quella della provocazione
grave;
p.q.m.
dichiara
la legittimazione del presidente dell’Ass.ne ricorrente e la
ammissibilità del processo di revisione, in riforma della sentenza
di condanna a morte nei confronti del “brigante” Giuseppe
Cotturelli emessa dal Tribunale di Guerra di Foggia il 10 dicembre
1863 sostituisce alla pena della condanna a morte quella della
relegazione.
Nessun commento:
Posta un commento