Sabato 27 gennaio 2018
La Giornata
della Memoria è una ricorrenza doverosa per una popolazione civile e le
scuole hanno il dovere di educare al rispetto e alla solidarietà, perché
ricordare è anche rivivere, rinnovare, trarre insegnamento dagli eventi.
Quest’anno
volevamo approfondire alcuni aspetti storici di recente scoperta che hanno
visto protagonisti la Puglia e i suoi abitanti; le classi terze della Scuola
Secondaria di Primo Grado ‘Leonardo da Vinci’ del Secondo Istituto
Comprensivo Statale di Ceglie Messapica, con Dirigente scolastico Pietro
Federico, hanno colto l’occasione per ricordare questo evento attraverso
una visita guidata al Museo Ebraico di Lecce (inaugurato nel 2016), presso il
Palazzo Taurino. Due giorni di emozioni (25 e 26 gennaio).
Tale Palazzo
sorge sul fulcro dell’antico quartiere ebraico in quanto qui vi era la
Sinagoga; a testimonianza ancora oggi è possibile leggere nomi di strade che ne
ricordano l’antico insediamento relativo alla comunità ebraica leccese del
XV-XVI secolo nel quartiere ebraico (Via Umberto I, Via della Sinagoga, Via
Abramo Balmes, Palazzo Adorno, Vico della Saponea). Il percorso tematico ha
riguardato il Museo all’interno del quale si incontra la cultura quotidiana
ebraica medievale della popolazione che allora conviveva pacificamente con la
comunità locale (pugliesi, veneziani, albanesi, greci).
Qui sono
conservate le antiche vasche di abluzione (mikvaot) utilizzate per i bagni
purificatori, un’epigrafe e un vano che conteneva la muzuzah. Nel percorso è
stato possibile scoprire altresì che sotto la città di Lecce scorre un antico
fiume, l’Idume, che l’attraversa per 7 Km, sfociando nel mare Adriatico, a
Torre Chianca. Questo fiume, già citato dal poeta cinquecentesco Ascanio
Grandi, scorre anche sotto il Palazzo Taurino, cui le acque sorgive venivano
utilizzate per i bagni purificatori, effettuati soprattutto dalle donne e da
chi veniva in contatto con la morte, di persone o animali. Attualmente nel
Palazzo è possibile identificarne il sito.
La
realizzazione del Museo è stata resa possibile grazie al contributo del
professore Fabrizio Lelli, docente di Lingua e Letteratura Ebraica presso
l’Università del Salento. La ricostruzione storica ha inoltre appurato le
prevalenti attività lavorative degli ebrei locali che si occupavano primariamente
della saponificazione, della concia delle pelli e commercio.
Il viaggio è proseguito verso un altro sito di
interesse storico, Santa Maria al Bagno (Nardò) dove si trova il Museo della
Memoria e dell’Accoglienza, inaugurato il 14 gennaio del 2009, che
raccoglie le testimonianze della permanenza a Santa Maria al Bagno di
ebrei sopravvissuti all’orrore dei campi di sterminio della seconda
guerra mondiale. In una Puglia appena liberata dagli alleati, a partire dal
settembre del 1943, un flusso di profughi di provenienza soprattutto balcanica
interessò la Regione.
La gente di questa frazione aiutò gli ebrei a
transitare presso la terra promessa. Nel Museo della Memoria e
dell’Accoglienza sono presenti i Murales di Zvi
Miller recuperati dopo un complesso lavoro diretto dalla restauratrice Nori
Meo-Evoli. Non si tratta dell’ennesimo Museo che racconta dello
stermino e della persecuzione del popolo ebraico. Chi varca la soglia si
trova all’interno di un luogo che narra una storia diversa, la storia di una
speranza rinnovata. Le varie fotografie esposte ne sono la testimonianza: gli
ebrei sono ritratti felici insieme alla popolazione locale.
Gli anni tra il 1943 e il 1947 quando nella località di Santa Maria al Bagno le forze militari alleate allestirono un campo di accoglienza (conosciuto come Campo n° 34 o Campo Santa Croce) con lo scopo di accogliere migliaia di profughi ebrei di diversa nazionalità, in gran parte provenienti dall’Europa centrale e scampati ai campi di concentramento nazisti.
Gli anni tra il 1943 e il 1947 quando nella località di Santa Maria al Bagno le forze militari alleate allestirono un campo di accoglienza (conosciuto come Campo n° 34 o Campo Santa Croce) con lo scopo di accogliere migliaia di profughi ebrei di diversa nazionalità, in gran parte provenienti dall’Europa centrale e scampati ai campi di concentramento nazisti.
L’esperienza
si è conclusa con la visita all’Acquario del Salento di Santa Maria al Bagno
dove è stato possibile fare un incontro ravvicinato con alcune specie
faunistiche del Mediterraneo.
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