Venerdì 31 luglio 2020
DIECI AZIONI POSITIVE
PER IL RILANCIO DI CEGLIE
La centralità del settore agricolo nella economia della
comunità di Ceglie Messapica è dimostrata dallo sviluppo che è connesso a essa
e che ha caratterizzato il benessere economico di Ceglie nel XX secolo. Da
qualche decennio abbiamo assistito a un progressivo depauperamento di questo
settore sia in qualità della manodopera sia in quantità della merce prodotta.
Tutto questo ha determinato un progressivo impoverimento dell’economia locale
da un punto di vista strettamente quantitativo con una riduzione del reddito
pro capite ma soprattutto sul versante culturale, con la perdita di un immenso
patrimonio di conoscenze e di esperienze, con il rischio di veder creare uno
iato, un vuoto tra generazioni.
A parere della Democrazia Cristiana recuperando la pietra
angolare, la chiave di volta della nostra economia, l’agricoltura, si può
avviare un ciclo virtuoso di rilancio dello sviluppo cittadino, cercando di
coniugare il concetto di locale con la moderna società globalizzata, insomma
dando concretezza nel nostro importante Comune al concetto di GLOCAL tanto
caro al sociologo Zygmunt Bauman. Per essere local in un mondo
global occorre portare al massimo delle potenzialità le risorse e la capacità
locali, da far usufruire in maniera globale a tutti.
A nostro parere occorre quindi attivare questi progetti:
1) Creazione di marchi DOP o IGP per alcune storiche produzioni tipiche
locali, con specifici disciplinari di
produzione;
pensiamo alla mandorla, ai fichi maritati,
alle conserve tipiche della nostra cucina, al vino cotto e tante altre
pietanze che spesso troviamo sulle nostre tavole, frutto della memoria e
dell’arte delle nonne. Patrimonio culturale ed economico che va salvaguardato
ma anche abbinato alle produzioni sul campo, appunto con specifici disciplinari
e l’apposizione di marchi. Occorre, quindi, attivare iniziative imprenditoriali
per la produzione industriale di questi beni e soprattutto incoraggiare i
giovani agricoltori e sostenerli nello sforzo produttivo. In questo senso il
comune deve svolgere il ruolo di accompagnatore
e facilitatore al fine di attingere
ai piani FESR dell’UE proprio indirizzati ai giovani imprenditori agricoli.
2) La produzione deve essere sostenuta dalla conoscenza e quindi dalla
formazione. Sarebbe
molto utile se l’amministrazione comunale si facesse promotrice, nell’ambito
dell’Istituto Comprensivo di Ceglie, dell’istituzione di una sezione di
Istituto Agrario, al fine di offrire ai nostri ragazzi l’opportunità di intraprendere
attività formative essenziali e di utilizzare le nuove tecnologie per uno
sviluppo dell’agricoltura moderno e redditizio.
3) La creazione di prodotti a marchio inevitabilmente potrà generare un
ulteriore e più consistente sviluppo dell’enogastronomia del nostro territorio.
Sarà tuttavia
necessario affinare l’offerta, abbinando il contenimento del costo cliente al
miglioramento della qualità complessiva del prodotto. Il comune potrà
contribuire attraverso una mirata politica di contenimento delle tariffe
pubbliche e un efficentamento dei servizi alle imprese, sia abbattendo i tempi
per il rilascio di concessioni e autorizzazioni, sia migliorando la viabilità e
l’accesso ai luoghi della movida.
4) Un recupero del territorio, oggi in tanti luoghi abbandonato e incolto,
consentirà un rilancio del turismo rurale. Negli anni scorsi le nostre
campagne erano affollate di stranieri; oggi purtroppo la mancanza di sicurezza,
i numerosi furti, la mancanza di infrastrutture materiali e immateriali, hanno
portato a un clima di preoccupazione e per certi versi di paura che sta
impedendo un maggiore afflusso di turisti italiani e stranieri.. Occorre
attingere a ogni possibile finanziamento comunitario e nazionale per dotare le
nostre campagne di un sistema di video sorveglianza, diffondere l’illuminazione
pubblica lungo le principali direttrici, infrastrutturare il territorio con
rete di metano, internet veloce, ciclo vie, ecc. Per questi fini si possono
utilizzare i finanziamenti del PON sicurezza, i finanziamenti comunitari per le
reti e altre misure nazionali e regionali in favore dello sviluppo del turismo
rurale.
5) Il rilancio del turismo rurale abbinato ai super incentivi messi a
disposizione dal Governo per la ristrutturazione delle prime e seconde case, deve essere utilizzato per un
rilancio dell’artigianato locale e per la piccola impresa. Anche in questo caso
è fondamentale per essere al passo con le nuove tecnologie un importante
percorso di formazione, per il quale il comune si può attivare con apposite
convenzioni con gli enti di formazione riconosciuti dalla Regione, affinché
questi percorsi si svolgano in loco e con il ricorso ai già previsti fondi
bilaterali per la formazione e la sicurezza.
6) L’economia così sviluppata e rilanciata, dovrà essere un moltiplicatore
per l’intero sistema produttivo locale, a partire dal commercio di quei
prodotti a marchio ma anche per tutto il sistema delle produzioni locali. Occorrerà, quindi, varare un PIANO
COMMERCIALE che razionalizzi e sviluppi la rete delle attività piccole, medie e
grandi e favorisca l’insediamento di negozi nel centro storico, anche con
mirate politiche di aperure e orari.
7) Il Centro Sorico e il suo recupero nonché la valorizzazione dei beni
naturalistici, paesaggistici e architettonici del territorio, sono la seconda gamba del nostro progetto di
sviluppo. A esso
sarà necessario dedicare un’apposita commissione consiliare nonché un gruppo di
lavoro composto da giovani tecnici locali, che uniscano al patrimonio di
conoscenze scientifiche l’amore per la propria terra e la conoscenza diretta
dei luoghi e delle persone. Il centro storico infatti, è un essere vivente che
respira, si muove ed evolve e quindi deve essere attenzionato con particolare
cura. In primo luogo con un accurato censimento dei palazzi nobiliari, delle
abitazioni, dei sotterranei. In secondo luogo con un complessivo piano di
recupero, sia strutturale che infrastrutturale, completando l’interramento dei
cavi, recuperando le parti ammalorate, rifacendo la pavimentazione,
individuando un percorso per renderlo di nuovo fruibile alla città, anche con
nuovi nuclei familiari. Il comune, così come già accaduto in tanti altri
borghi, potrebbe mettere a disposizione, a prezzi simbolici, il suo patrimonio
finalizzandolo ai nuovi insediamenti. Questo progetto richiede fondi ingenti,
che vanno reperiti attraverso gli attuali canali di finanziamento comunitari ma
soprattutto individuati nelle risorse che saranno messe a disposizioni con il recovery fund nel 2021.
8) Il terzo pilastro di questo piano di rilancio della nostra Città è
individuato nella cultura, cioè in quel complesso di azioni che recuperino la
storia millenaria della nostra comunità e la mettano a reddito, cioè abbia ricadute positive sul sistema economico e
sociale. In questo
ambito un ruolo fondamentale deve essere assunto dalla PRO LOCO alla quale il
comune deve riservare la massima attenzione e tutto il sostegno possibile. Va
rilanciata l’azione del museo e della biblioteca comunale, anche attraverso il
recupero dell’archivio storico del comune, in collaborazione con i tanti
storici locali e gli appassionati cultori della vita socio economica del nostro
territorio, a partire dalla Biblioteca
Ciracì. In questo senso occorre studiare
un progetto che metta in rete l’amministrazione comunale con i soggetti
privati, le fondazioni, la cooperazione e costruisca un vero POLO CULTURALE al
servizio del turismo e della sua destagionalizzazione.
9) La summa di questi progetti o
linee di sviluppo ha come obiettivo creare occupazione. La vera piaga che affligge il
territorio, infatti, è la mancanza di lavoro e di lavoro qualificato per i
nostri giovani, costretti dopo cinquant’anni a seguire le orme dei nonni e
riprendere la via della emigrazione. Rilanciare agricoltura, turismo e cultura,
può generare molta occupazione stabile ma soprattutto far scomparire quel senso
di precarietà, quel vivere alla giornata, quella sensazione di emarginazione
che stringe il cuore di tante ragazze e di tanti ragazzi cegliesi. E’ nostro
preciso dovere aprire un confronto serrato con tutte le agenzie educatrici, la
scuola, le parrocchie e tutti coloro che si occupano di problematiche
giovanili, di disagio nelle famiglie, di diversamente abili. In una città che si rilancia deve esserci
spazio per tutti e nessuno deve rimanere indietro.
10) La decima azione è sicuramente
a nostro parere quella decisiva: tutto quanto abbiamo espresso in precedenza è
realizzabile se esistono dei progetti, se si è in grado di progettare. Infatti
l’accesso a fondi e finanziamenti comunitari e nazionali è possibile solo in
presenza di una progettualità di qualità e sostenibile. Ciò chiama in causa l’apparato
amministrativo e tecnico del comune, falcidiato dai numerosi pensionamenti e
oggettivamente in difficoltà, per un ricambio generazionale non correttamente
programmato in passato. Siamo consapevoli delle difficoltà giuridiche ed
economiche presenti e che di fatto impediscono quel rinnovamento e
rafforzamento dell’organico dei dipendenti comunali che pure sarebbe
necessario. Tuttavia chi si candida ad amministrare la città deve essere
consapevole che ogni energia e ogni risorsa deve essere destinata a questo
scopo. Ceglie ha bisogno di tecnici e professionisti della P.A. all’altezza
delle sfide che ci apprestiamo ad affrontare.
Dieci azioni, quindi,
per dieci direttrici di sviluppo. Vogliamo una CEGLIE CHE SVOLTA, una Ceglie
che cambia passo!
Noi oggi diamo un
segnale; basta con i personalismi, basta con gli schieramenti o con me o contro
di me, basta con gli uomini soli al comando. La POLITICA è servizio, è mettere
a disposizione di tutti, se stesso e le proprie conoscenze e personale. E’
arrivato il momento…CEGLIE GIRA L’ANGOLO, SVOLTA, UNA NUOVA STRADA BELLA E
LUMINOSA E’ POSSIBILE.
Ceglie M., 30 luglio 2020
partito
storico DEMOCRAZIA CRISTIANA
Coordinamento cittadino