Mercoledì 3 Giugno 2015
di Angelo Ciciriello
Consentimi alcune scarne
considerazioni, come diceva la buonanima di Mario Annese, usato sempre a
sproposito in questa e in altre campagne elettorali.
Telegrafico: la
maggioranza degli italiani ormai diserta da anni qualsiasi appuntamento
elettorale, un po’ meno quelli municipali. Chi oggi governa lo fa con la
maggioranza della minoranza, in altre parole il distacco tra paese reale e
legale cresce e all'interno di questa rappresentazione politica crescono le
liste civiche, segnale preciso di partecipazione ma anche soggetti che hanno
scardinato il potere dei partiti tradizionali sicchè questi ultimi si trovano
nella posizione strana di essere loro oggi, le stampelle delle civiche.
Buon segno direte voi, certo lo è, una inversione di tendenza sul valore della
rappresentatività che dovrebbe crescere ancora di più perchè la forbice paese
reale-paese legale si comprima ancora e molto velocemente.
Sarebbe il segno chiaro
che la politica ritorna alla gente e non solo appannaggio di politicanti di
mestiere. Altro dato con cui abbiamo dovuto fare i conti e il caos delle
alleanze territoriali, in piccolo e in grande, dove spesso rientrano ripicche
personali, vendette, prosopopee personalistiche, leader di quartiere, connubi
con delinquenza locale: un caos che non fa bene alla chiarezza dei messaggi
politici, alla serietà della proposta politica in cui è caduto anche il nostro
giovane concittadino Antelmi, candidato alla regione, il quale se non avesse
abbandonato Berlusconi per scegliere Oltre con Fitto sarebbe oggi al posto di
Friolo di Forza Italia che ha incassato circa 1200 preferenze in meno. Ma come
diceva mio suocero: ognuno si piange la sorte sua o ancor meglio, ognuno è
padrone del proprio destino.
In questa campagna
elettorale avevo usato messaggi o meglio slogan rigorosamente anonimi
servendomi, come la sputacchina vettore della xylella fastidiosa, di un blog
locale. Perrino aveva portato sul palco testimonianze e appoggi di
intellettuali alla sua candidatura inutilmente, io riportavo invece
all'attenzione le voci di dentro della città, le voci del buon senso, le voci
dei padri di famiglia, quelli delle parole semplici non delle frasi
roboanti buttate addosso alla città facendola sentire ignorante e
sottosviluppata.
Così le parole più usate
erano concretezza, la politica del fare, la serietà, non lasciare il certo per
l'incerto, usare lo sguardo più che le parole che in campagna elettorale sono
poi scivolate via nella nuova foggia, con gli ultimi acquazzoni. Guardare con
occhi diversi, vedere una ceglie operaia oltre che cicala con la solita fila
alle poste. Sentirsi soddisfatti del paese che cambia e così mentre gli
altri parlavano di cambiamento e di futuro sottacevano del cambiamento e del
futuro che era già qui, tra noi. Hanno negato che questo ci fosse dicendo alla
gente di quanto fosse stupida e cieca e che loro avrebbero fatto di più ma non
disegnando mai l'idea di una nuova città. Dopo 30 anni un flusso ininterrotto
di iniziative rendeva la cittadina meravigliosamente caotica e invivibile e poi
vedevi nascere i parcheggi rosa per le mamme incinte. Un angolo di saggezza e
di tenerezza che intellettuali e politicanti non hanno voluto vedere. La solita
spocchia del distacco acculturato quando l'universo cittadino è fatto anche di
queste piccole perle di civiltà. A me sarebbe bastato anche solo questo per un
giudizio buono sull'operato di questa amministrazione perchè governare non è
solo dei numeri, a cui fare e dare massima attenzione sia chiaro, ma
soprattutto significa dare una identità ad una cittadina che dopo essere
stata la cenenerentola della provincia, pur tra mille difficoltà, ha smesso
quei panni. Stamani in piazza era tutto un, je suis Luigì, un entusiasmo che
non si vedeva da anni e qualcuno ancora continua a scambiarlo per cretineria o
peggio di gente assoldata, stupida e in qualche modo in combutta con il
sindaco.
Ma a dispetto di chi non
vuol vedere e sentire la città oggi ha un'altra identità, un altro cuore, un
entusiasmo rivisto in altre poche occasioni con la differenza, aggiungo io, che
altri lo avevano ottenuto con l'arguzia delle parole e in contingenze
particolari, Luigi lo ha ottenuto per il lavoro svolto e per la verità che
correva lungo la sua spina dorsale di uomo libero. Questo abbiamo percepito e
capito, noi gente semplice, e abbiamo sorriso...che altro si poteva fare? Altre
cose stanno nascendo e si stanno concretizzando che è il modo migliore suppongo
e credo, di dire buongiorno e buonanotte alla propria città e ai suoi cittadini
per altri 5 anni.
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