Mercoledì 17 Giugno 2015
A proposito della
scoperta delle tombe messapiche presso l’Opera Don Guanella in Ceglie Messapica.
Alcuni giorni orsono abbiamo avuto il piacere di apprendere
la notizia riguardante un ennesimo ritrovamento di tombe risalenti al periodo
messapico, II/III sec. a. C., durante i lavori di escavazione per la
costruzione di una nuova chiesa, nei pressi dell’Opera Don Guanella a Ceglie
Messapica. Ad un primo scontato sussulto di gioia ha fatto seguito un momento
di riflessione, al fine di comprendere le eventuali motivazioni che hanno
causato il ritardo nel darne comunicazione, ritardo che ha di fatto
accompagnato questi nuovi ritrovamenti. A giudicare da quanto riportato da Affari Italiani, il quotidiano milanese online
del nostro concittadino direttore Angelo Perrino, pare che la scoperta sia di
eccezionale portata, perché potremmo trovarci di fronte ad una vera e propria
necropoli, per la quale occorrerebbe proseguire con gli scavi.
Quello che ci chiediamo è perché la notizia sia stata data
con rimarchevole ritardo e perché sia stato concesso a poche persone il
privilegio di vivere la sensazionale scoperta. Non sappiamo se tutto sia
avvenuto nel pieno rispetto della normativa vigente e se ci si è guardati bene
di tenere lontani gli organi d’informazione, cosa che invece vorremmo
approfondire. Una cosa è certa se non ci fossero stati “anticorpi” credo che ora non saremmo qui a parlarne, ma in questa
Italia, fatta di fiumane di furbi, quel ritardo fa nascere non poche
perplessità, specialmente in chi, cegliese di nascita, vive lontano dalla sua
città d’origine e non ha avuto la fortuna di vivere più da vicino, anche solo i
giorni che hanno fatto seguito alla sensazionale scoperta, il “fortunato”
evento. Gli anticorpi?, credo che a Ceglie dovremmo esserne pieni dalla testa
fino ai piedi, perché, come si diceva prima, qui ci troviamo di fronte
all’ennesimo ritrovamento, che in non poche occasioni è stato segregato. Come
conseguenza le tombe saranno state verosimilmente spogliate dei contenuti o, nella migliore delle ipotesi, subito
ricoperte per sempre, in ambo i casi con grave danno al patrimonio storico
archeologico della comunità cegliese. Dalle notizie apprese sembra questa volta
di non ripercorrere le stesse situazioni, tuttavia i dubbi restano. Ma basta
guardare quello che è successo per altre testimonianze archeologiche, pensiamo
alle specchie, ai paretoni, alle cerchia di mura megalitiche che fortificavano
l’antica città messapica. Si parla addirittura di tratti di mura fatti sparire
in tempi recenti, perché non parliamo dei secoli passati, quando cioè forse
mancava la sensibilità di oggi e quando ricorrere ai massi di pietra di quei
siti archeologici lo si è fatto quasi sicuramente per necessità, per consentirsi
la costruzione di un tetto sotto cui ripararsi. Parlare poi di vasellame, di
monete di bronzo o di altri reperti archeologici di età messapica, è parlare di
un patrimonio per buona parte svanito, quando invece poteva essere raccolto e
messo in mostra presso il Centro di Documentazione Archeologica cegliese, che è
nostra speranza possa cambiare veste il prima possibile per evolvere verso un
vero e proprio Museo Archeologico, quale vero scrigno in cui custodire i tesori
dei nostri antichi antenati messapi.
Ciò premesso, sabato 13 giugno appena trascorso, un numeroso
gruppo di amici cegliesi e loro famigliari ed amici, residenti nelle città di
Varese e Milano e relative province, si è dato appuntamento presso un
ristorante dell’ippodromo di Varese, per festeggiare una ricorrenza speciale di
una persona intervenuta, un’occasione che si è dimostrata proficua per
affrontare la questione relativa al ritrovamento delle tombe messapiche
succitate e decidere di far sentire la propria voce. Il gruppo, di cui verranno
riportate in allegato le proprie generalità, ha deciso con fermezza di chiedere
che:
-vengano
sospesi i lavori di costruzione della nuova chiesa, sino ad accertamento o meno
della presenza di una necropoli nella porzione di terreno cantierizzato per la
costruzione di una nuova chiesa e in quello ad esso attiguo;
-in
caso di accertamento della presenza di una necropoli, ripensare la costruzione della
nuova chiesa in un altro punto, nel cui sottosuolo sia stata accertata
scientificamente la non presenza di qualsivoglia reperto archeologico.
L’esigenza ineludibile che venga
ispezionato, con le tecniche di ricerca archeologica più aggiornate, palmo dopo
palmo tutto il territorio, in cui insiste il complesso dell’Opera Don Guanella,
è dettata dalla considerazione che già nel passato recente e meno recente, lungo
tutta la circumvallazione sud est, su cui incombe l’Opera Don Guanella, altre
numerose tombe dell’epoca messapica siano state rinvenute, motivo per il quale
potrebbe dimostrarsi verosimile l’ipotesi riguardante la presenza di una vasta
necropoli, così come riportato da Affari Italiani, con tutte le preziosità di
cui è stato fatto cenno.
Lo stesso gruppo di persone chiede
altresì che:
-vengano
portate avanti tutte le procedure opportune, al fine di riconsegnare alla struttura museale di Ceglie
Messapica, dopo opportuno riconoscimento e catalogazione, tutti i reperti
archeologici relativi alle due tombe appena rinvenute ed in quelle
eventualmente da rinvenire nel prossimo futuro;
-Vengano
portate avanti tutte le procedure per il definitivo ritorno di tutti i reperti
archeologici esposti nei vari musei delle tre province del tacco di Puglia;
-Venga
effettuata una copia fedele del famoso
vaso messapico appartenuto ad Adolf
Hitler, considerato la quasi certa impossibilità di una eventuale restituzione
alla nostra comunità, e considerato che un’opportuna pubblicità conferirebbe al
vaso copia, da esporre nel Centro di Documentazione Archeologia di Ceglie, un
inedito forte potenziale attrattivo verso il movimento turistico.
Ricordiamo con vero rammarico, almeno per quel che ci è dato
sapere, che mai sin ad ora un programma di ricerca archeologica sistematica sia
stato portato avanti, nel territorio della città di Ceglie, lasciando che il
rinvenimento di eventuali siti archeologici avvenisse del tutto casualmente,
come in questo ultimo caso, durante i lavori di escavazione edilizia, con tutti
i rischi legati proprio alla casualità, che spesso hanno portato lontano dalla
città messapica una quantità imprecisata di reperti archeologici o la copertura
immediata di eventuali tombe rinvenute, per fuggire il rischio di vedersi fermare
il cantiere.
In questa ottica, nel corso dei decenni interi nuovi quartieri
sono stati edificati nella nostra città, cancellando di fatto e forse per
sempre la possibilità di ritrovamento di potenziali siti archeologici. Per
tutte queste motivazioni, auspichiamo una seria volontà da parte della nuova
amministrazione della città di Ceglie Messapica di realizzare una mappatura di
tutti i siti archeologici sin ora scoperti, al fine di poter identificare
eventuali necropoli ad alto interesse storico-archeologico, ancora esistenti e ancora
accessibili ad eventuali operazioni di ricerca archeologica sistematica.
Auspichiamo pure che nuove intercettazioni di fondi
comunitari e regionali vengano concretizzate, per consentire nuovi futuri importanti
interventi, a favore della struttura che racchiude il Centro di Documentazione Archeologica
locale, perché possa sempre più consolidarsi come vero Museo Archeologico, da
mettere a disposizione di tutta la città, degli studiosi e soprattutto a favore
del movimento turistico, di cui tanto dimostra di aver bisogno la nostra amata
città di Ceglie Messapica. Un salto di qualità della struttura museale vorremmo
passasse anche attraverso l’arricchimento professionale degli operatori in essa
presenti che, a giudicare dalla nostra esperienza, si è sin ora dimostrata non
sempre all’altezza di rispondere adeguatamente alle domande dei visitatori, relative alla storia e ai
reperti archeologici messapici esposti.
L’amore e l’attaccamento notevole dei cegliesi che vivono
lontano dalla loro città d’origine, possiamo testimoniare, raggiunge spesso
livelli impensabili, certo al di sopra di ogni sospetto. E’ con queste
convinzioni che la nostra presente azione viene ufficialmente consegnata alla
città di Ceglie, agli organi di diffusione mediatica, ma soprattutto alla nuova
Giunta Municipale, alla quale auguriamo un assai proficuo lavoro per questo
nuovo quinquennio. Ma è lo stesso augurio che esprimiamo a favore di tutte le forze di opposizione presenti nell’Amministrazione
locale, consapevoli che i risultati di una buona amministrazione siano
condizionati anche da un positivo lavoro delle forze di opposizione.
f.to
Vito Elia e un gruppo di cegliesi residenti fuori
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