Martedì 1 Settembre 2015
di Vincenzo Prof. Gasparro
MEDITAZIONE
ELOGIO DI STEFANO MENGA
L'UTOPIA POSSIBILE
ELOGIO DI STEFANO MENGA
L'UTOPIA POSSIBILE
Quando
Stefano mi ha consegnato l'Annuario 2014 di "Cronache e
cronachette" ero alle prese con la rilettura di "Convivialità"
di Ivan Illich e leggendolo ho pensato che nel loro piccolo, questi
Annuari che Stefano puntualmente ci consegna, sono uno spaccato della
nostra vivibilità urbana in cui si mescolano tutte le anime del
paese dagli avvocati ai giornalisti, dai maestri alle fornaie,dai
poeti ai politici,dai sacerdoti alle nascenti glorie
paesane,dalle coppie stagionate e felici agli eroi: un microcosmo di
cultura, di gioie, di speranze e di dolori. Stefano ha reso vivente
l'auspicio del Marchese de Sade il quale si augurava di vivere "in
una repubblica dove tutti i nati saranno,con uguale diritto, figli
della patria".
"Cronache e cronachette" è il caleidoscopico mondo di una cittadina solidale dove i più colti e i più agiati si mescolano con i meno colti e più poveri per diventare tutti protagonisti di una cronaca che nelle mani di un sapiente storico del futuro potrebbero essere riletti come la storia di una comunità. Il libro sembra far suo questo pensiero espresso da Platone nel V Libro de la "Repubblica" :"Dichiaro che renderò la città un'unica casa abbattendo le pareti, in modo che si possa entrare liberamente dall'una all'altra". Secondo me Gramsci se ne avesse avuto contezza avrebbe trovato conferma al suo assunto di credere che tutti gli uomini,al loro livello,si possono considerare degli intellettuali, perché tutti esercitano la mente, dalla fornaia al tabaccaio, dalla cuoca stellata alla popolana ornata di un vestito fiorito e colorato.
Vi accennavo a "Convivialità" di Illich e ho pensato che per viverla ed esercitarla la convivialità, possiamo avere il piacere e il dovere di praticarla quotidianamente e con poco sforzo. Così in fondo ci ricorda il grande pensatore utopico:"Chiamo società "conviviale" una società in cui lo strumento moderno sia utilizzabile dalla persona integrata con la collettività e non riservato a un corpo di specialisti che lo tiene sotto controllo. Conviviale è la società in cui prevale la possibilità per ciascuno di usare lo strumento per realizzare le proprie intenzioni". La qualità principale dell'uomo e della donna conviviale è l'austerità. San Tommaso definisce l'austerità come una virtù che non esclude tutti i piaceri, ma chiosa Illich "soltanto quelli che degradano e ostacolano le relazioni personali. L'austerità fa parte di una virtù più fragile, che la supera e la include, ed è la "gioia".l' "eutrapea" e l' "amicizia". Se riflettessimo di più su questo eviteremmo tanti eccessi e tante volgarità.
"Cronache e cronachette" è il caleidoscopico mondo di una cittadina solidale dove i più colti e i più agiati si mescolano con i meno colti e più poveri per diventare tutti protagonisti di una cronaca che nelle mani di un sapiente storico del futuro potrebbero essere riletti come la storia di una comunità. Il libro sembra far suo questo pensiero espresso da Platone nel V Libro de la "Repubblica" :"Dichiaro che renderò la città un'unica casa abbattendo le pareti, in modo che si possa entrare liberamente dall'una all'altra". Secondo me Gramsci se ne avesse avuto contezza avrebbe trovato conferma al suo assunto di credere che tutti gli uomini,al loro livello,si possono considerare degli intellettuali, perché tutti esercitano la mente, dalla fornaia al tabaccaio, dalla cuoca stellata alla popolana ornata di un vestito fiorito e colorato.
Vi accennavo a "Convivialità" di Illich e ho pensato che per viverla ed esercitarla la convivialità, possiamo avere il piacere e il dovere di praticarla quotidianamente e con poco sforzo. Così in fondo ci ricorda il grande pensatore utopico:"Chiamo società "conviviale" una società in cui lo strumento moderno sia utilizzabile dalla persona integrata con la collettività e non riservato a un corpo di specialisti che lo tiene sotto controllo. Conviviale è la società in cui prevale la possibilità per ciascuno di usare lo strumento per realizzare le proprie intenzioni". La qualità principale dell'uomo e della donna conviviale è l'austerità. San Tommaso definisce l'austerità come una virtù che non esclude tutti i piaceri, ma chiosa Illich "soltanto quelli che degradano e ostacolano le relazioni personali. L'austerità fa parte di una virtù più fragile, che la supera e la include, ed è la "gioia".l' "eutrapea" e l' "amicizia". Se riflettessimo di più su questo eviteremmo tanti eccessi e tante volgarità.
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