Giovedì 23 gennaio 2020
Ieri
a Ceglie Messapica, alla presenza delle massime autorità militari, civili e
religiose della provincia, ha avuto luogo la cerimonia di commemorazione del
Carabiniere Ausiliario Medaglia d'oro al Valor Militare Angelo Petracca, nel
trentennale di quel tragico lunedì di sangue. E' stata celebrata una santa
messa nella chiesa parrocchiale di San Rocco e poi, un composto corteo ha
proseguito in via Petracca, ex via Moretto, per la cerimonia ufficiale.
Alla
giornata commemorativa hanno partecipato i fratelli del decorato, Massimo e
Giuliana, nonché una rappresentanza delle scolaresche dei due istituti
comprensivi di Ceglie Messapica e un folto numero di cittadini.
Nel
corso della commemorazione, oltre ai vari interventi, è stata data lettura
della motivazione della Medaglia d'oro al valor militare, ed è stata deposta
una corona di alloro sul luogo dell'eccidio e benedetta da S.E. Monsignor
Vincenzo Pisanello, vescovo della diocesi di Oria.
La
delegazione di alunni delle classi terze della scuola secondaria di primo grado
"G. Pascoli" dell'Istituto Comprensivo "Preside Lucia
Palazzo", è stata accompagnata dai docenti Milone Cosimina e Pinto
Adalgisa, alla presenza del dirigente scolastico prof. Gaetano Dabbicco e del
vicepreside prof. Pietro Sternativo. Mentre la delegazione scolastica della
"Vinci", è stata accompagnata dai docenti Sarcinella e Pellico, alla
pesenza del dirigente scolastico prof. Pietro Federico.
Sono
seguiti gli interventi delle Autorità e, poi, quelli delle scuole.
Gli
alunni hanno voluto ricordare Angelo
Petracca come: "un eroe che si è sacrificato per la nostra
cittadina"; "un semplice uomo che ha cercato di rendere il mondo un
posto migliore". Ricordando , inoltre, che
" un eroe è un normale
essere umano che fa la migliore delle cose, nella peggiore delle
situazioni!".
Essere
"custodi" del luogo simbolo del sacrificio del giovane Petracca,
farlo conoscere ai propri famigliari quale luogo della "non
indifferenza" del "non girarsi dall'altra parte",
ricordarlo nel "luogo più bello della città" ,
queste sono state le riflessioni "cardine" del Commissario
Prefettizio del Comune di Ceglie Messapica.
"Legalità,
Giustizia, Solidarietà, Bene Comune, Senso del dovere": è questo il Testamento
del giovane Carabiniere Aus. Angelo Petracca
rivolto a tutti noi.
Chi
era Angelo Petracca? Angelo nasce a Casarano (LE) il 6 gennaio 1970 – oggi
avrebbe avuto 48 anni – e sin da piccolo si distingue per bontà d’animo,
generosità, altruismo e tanto coraggio. Era un ragazzone alto un metro e 90,
dal fisico possente, amico di tutti, mite, sempre sereno e solare. È morto
nell’adempimento del proprio dovere, alle 13.30 di 28 anni fa, rispondendo
all’imperativo etico di garantire la sicurezza delle popolazioni a lui
affidate. Era libero dal servizio, si trovava in caserma a pranzare, ancorché
fruisse di una giornata di riposo. In realtà, però, stava lavorando. E dire che
suo fratello Massimo, la sera prima, gli aveva chiesto di accompagnarlo a un
colloquio di lavoro a Bari. Ciononostante, Angelo va incontro al suo destino e,
insieme a due colleghi risponde senza alcuna esitazione a una chiamata di aiuto
da parte di alcuni cittadini che avevano visto quattro uomini incappucciati e
armati di fucili a pompa e revolver, mentre tentavano di irrompere nella sede
della Banca Popolare di Lecce. Sapeva benissimo Angelo che sarebbe potuto
andare incontro alla morte, infatti quelli erano anni bui per Ceglie Messapica:
circolava tanta droga e poi le rapine, spesso con sparatorie, erano purtroppo
frequenti e poco meno di un anno prima, era stato ferito il Comandante di quella
Stazione, il Maresciallo Vincenzo Gallo, che era riuscito a sventare l’ennesima
rapina in banca e a ferire e arrestare uno dei quattro rapinatori, nel corso di
un violento conflitto a fuoco. Angelo sapeva tutto questo ma non ha esitato a indossare
il giubbetto antiproiettile, imbracciare una mitraglietta e seguire il
Brigadiere Raffaele Iacuzio e il collega Oronzo Spagnolo. Giunti sul posto, i
Carabinieri vengono sin da subito fatti segno di una violenta azione di fuoco
da parte dei malviventi che facevano “da palo” a quello che stava tentando di
sfondare il vetro blindato della banca con una pesante mazza di ferro. Nella
circostanza, il Carabiniere Spagnolo, nello spostarsi per meglio sostenere
l’azione di fuoco del Brigadiere Iacuzio, cade a terra colpito alle gambe. A
questo punto, Angelo, resosi conto che i rapinatori continuavano cinicamente a
sparare in direzione del commilitone ferito, senza un attimo di esitazione, pur
conscio del gravissimo rischio cui egli stesso era costretto a esporsi, esce di
corsa allo scoperto, attirandosi il fuoco dei malviventi, contrastandoli con
ripetute raffiche di mitra, consentendo così al Carabiniere Spagnolo di
trascinarsi al riparo. Poi però, colpito selvaggiamente alla testa da una
scarica di pallettoni, stramazza al suolo, pur non rinunciando a un estremo
tentativo di reazione armata. Reazione che ha il Brigadiere Iacuzio, il quale,
nonostante avesse già esaurito il munizionamento, attraversa precipitosamente
la strada per sottrarre Angelo alla furia dei malviventi che, da diverse
direzioni, continuavano a sparare. Raggiuntolo e resosi conto della gravità
delle sue condizioni, sfilatagli la pistola mitragliatrice, il Brigadiere
Iacuzio ingaggia una nuova azione di fuoco contro i malviventi, attingendo il
lunotto e la portiera anteriore sinistra della loro autovettura, facendoli
prima indietreggiare e poi fuggire.
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