Sabato 31 ottobre 2020
CHIUSURA DELLE SCUOLE
IN PUGLIA
Con ordinanza n. 407
il 27 ottobre scorso, il Presidente della Regione Puglia, ha disposto, a
partire dalla giornata odierna del 30 ottobre e sino al 24 novembre, l’adozione
della didattica digitale integrata per la scuola primaria, secondaria di primo
grado e secondaria di secondo grado, riservando alle attività in presenza
esclusivamente i laboratori e la frequenza degli alunni con bisogni speciali.
Il provvedimento, al quale sono seguiti giudizi negativi dalla Ministra
dell’Istruzione Lucia Azzolina, dall’ANP, Associazione Nazionale Presidi, dai
Sindaci dei Comuni Pugliesi, che, increduli, hanno appreso la notizia a mezzo
social come fossero privati cittadini e dai genitori, in seria difficoltà
soprattutto con i loro figli più piccoli, che stanno rischiando di imparare a
leggere e scrivere le loro prime parole connessi da casa tramite dispositivo
mobile, è la più triste rappresentazione dell’incapacità del Governo Regionale,
il quale continua ad affermare tutto e
il contrario di tutto, facendone pagare le conseguenze più incisive al
mondo della scuola.
Una gestione a dir
poco approssimativa e impacciata, che purtroppo non lascia spazio all’unica
possibilità che abbiamo di combattere l’emergenza sanitaria: una strategia
pensata, studiata, condivisa con amministratori locali, enti pubblici e
privati. Dalle considerazioni che l’epidemiologo, Pier Luigi Lopalco, neo
assessore alle Politiche della Salute, ha rilasciato agli organi di stampa, non
è tutt’ora ben chiara la ratio dell’ordinanza: sta di fatto che ad oggi la
decisione di limitare quasi fino ad annullare l’attività didattica in presenza
di tutte le scuole, ad eccezione degli asili nido e scuola dell’infanzia, è
stata presa sulla base di una non dimostrata relazione che intercorrerebbe tra l’esercizio di una tale attività e il
preoccupante aumento dei contagi da Covid-19 nella nostra regione.
E proprio
all’esponenziale aumento dei casi positivi, si sarebbe dovuto rispondere con
politiche incisive che tutelassero maggiormente i diritti e non li annientassero.
In primis, come già più volte ribadito, c’era e c’è bisogno del potenziamento
del trasporto pubblico, al cui utilizzo fa seguito un concreto rischio di
contagio, considerato l’afflusso di passeggeri al quale ogni giorno assistiamo.
Più mezzi, più corse e più fasce orarie per il trasporto locale, aumentare il
controllo sul tempo libero dei nostri ragazzi e non privarli della tradizionale
modalità di godere del diritto all’istruzione: sarebbero stati questi gli
impegni che il Governo Regionale avrebbe dovuto prendere e per i quali avrebbe
dovuto lavorare già da luglio scorso.
Ancora. In questa
lunga serie di decisioni che paiono non seguire alcuna logica, l’ordinanza n.
407 prevede, come supra scritto, la possibilità dell’attività in presenza per i
laboratori, non prendendo in considerazione che molti di questi, in particolare
negli istituti alberghieri, vengono svolti con l’ausilio di alimenti e
utensili. Risulta alquanto ovvia la maggiore rischiosità di dette attività
rispetto allo svolgimento delle lezioni in aula.
Ci auguriamo che,
realmente, dopo il 24 novembre, i nostri ragazzi possano tornare nelle proprie
classi. E, qualora, a tale data, la situazione a livello nazionale, non lo
potesse permettere, si invita il Presidente Michele Emiliano, a rivedere il
provvedimento in vigore, permettendo almeno alla scuola prima o alle sue prime
classi di poter godere dell’attività in presenza.
La responsabilità di
ciascun cittadino dipende anche dal modo in cui la politica agisce e spiega le
sue decisioni.