Lunedì 3 maggio 2021
AUGUSTO CONTE. SORGENTI DELLA GIUSTIZIA A CEGLIE MESSAPICA. Edizioni GRIFO. Pagg. 221. Maggio 2021 (Il passato è la nostra forza, il diritto la nostra arma. Guido Piero Alpa).
Il Libro è composto da quattro Capitoli che riportano la legislazione del periodo “francese” nell'Italia Meridionale, con l'istituzione nel 1808 del Giudice di Pace, incentrato nella figura e nell'opera del giureconsulto Giuseppe Antelmy, che rivestì tale funzione in Ceglie Messapica, del quale rimangono due decisioni del 1813; la Codificazione del Regno delle Due Sicilie del 1819, dopo la Restaurazione, con l'istituzione del Giudice del Circondario, con la pubblicazione di sentenze, civili e penali; le legislazione unitaria successiva al 1861 con l'introduzione del Pretore, con la pubblicazione di sentenza nel corso del 1800 e di quelle dei primi decenni del 1900; il quarto Capitolo, contiene una premessa sull'Ordinamento Professionale degli Avvocati, sulla istituzione dell'Ordine di Brindisi, sulla pubblicazione del primo Albo degli Avvocati e di quello dei Procuratori del 1930, e dopo un riepilogo dei Consiglieri e dei Presidenti che si sono succeduti alla guida dell'Ordine, tutti gli Avvocati che hanno esercitato l'attività forense in Ceglie Messapica e alcuni di quelli che, originari della Città, hanno svolto il loro ministero in altri Fori.
Nella Prefazione l'Autore così presenta il libro:
“Il libro è dedicato alla Giustizia nella mia Città di Ceglie Messapica, anche se riflette proiezioni soprattutto in tutti i territori dell'Italia meridionale negli ultimi duecento anni, perchè la Giustizia costituisce il tema fondante delle religioni, della filosofia, della politica e interessa i popoli nel loro insieme, in quanto esprime esigenza di ordine, garanzia di conoscenza e senso di dignità e sacralità della persona.
Il contesto rivisita la “storia” della cittadinanza attraverso i significati che si possono trarre, dalla narrazione delle vicende giudiziarie, sui comportamenti, sulle relazioni sociali, sulle condizioni economiche, sulle rivendicazioni di diritti, pretesi o spettanti, e persino sul linguaggio, sui luoghi e sulla diffusione dei nomi.
La Giustizia, nell'epoca moderna, trae “sorgente” sia nel “particolare” della nostra Città che negli Stati dei quali è parte, dalle fonti normative dei sistemi giuridici codificati, prima “territoriali” e poi “unitari”, a partire dalla introduzione dei Codici “francesi”, poi fatti propri e adeguati al popolo mediterraneo dalla Dinastia Borbonica, in seguito confluiti nella legislazione unitaria nazionale, e perfino in quella tuttora in vigore, per lo meno nella struttura di astrattezza e generalità della legge.
Di pari passo si svolge il mutamento degli Ordinamenti Costituzionali a partire dagli Stati territoriali preunitari e proseguendo nell'Unità dello Stato Italiano, al quale fa seguito l'organizzazione giudiziaria, sempre più autonoma e indipendente dal potere politico, con all'inizio il Ripartimento del Giudice di Pace, quindi del Circondario del Giudice e, infine, del Mandamento di Pretura retta dal Pretore.
Sullo scenario istituzionale e normativo si incastona nella narrazione la documentata attività giudiziaria, laddove l'Ordinamento vive, si manifesta, si invera e si concretizza attuando e utilizzando le disposizioni normative che la regola e che costituisce altra “sorgente” della Giustizia, illustrata con la riproduzione e l'analisi delle più rilevanti decisioni giurisprudenziali, a partire da quelle rese dal Giudice di Pace, proseguendo con quelle del Giudice del Circondario e infine del Pretore.
Come ho potuto constatare da un osservatorio privilegiato, avendo svolto l'attività professionale forense per oltre cinquantasei anni, e avendo rivestito le funzioni di Vice Pretore Reggente della Pretura di Ceglie Messapica nei primi anni ottanta del Secolo scorso e per un decennio quelle di Presidente dell'Ordine degli Avvocati di Brindisi e della Fondazione Provinciale dell'Avvocatura, nello scenario istituzionale il Pretore costituiva con la Pretura, definita “avamposto del diritto”, della quale era a capo, centro di aggregazione di interessi e di professionisti, e di manifestazione della giustizia della quale costituiva figura centrale, che per oltre un secolo ha rappresentato il presidio giudiziario sul territorio e “trincea” per Magistrati e Avvocati.
La memoria degli Avvocati, “sorgenti” di Giustizia, che animavano la vita forense, che di quelle “trincee” furono combattenti e protagonisti, pietre angolari, nel ricordo di nomi e volti, legati con “vincoli invisibili” a tutto l'organismo politico e sociale, confluisce nella “grande” storia dell'Avvocatura e dell'Umanesimo Forense.
I professionisti della conoscenza legale rendono vivente il Diritto e attuano la Giustizia, risultato della dialettica con la quale riescono a tradurre il dato concreto in esperienza giuridica, nella quale si esprime la difesa dei diritti, immodificabili e irrinunciabili, fondamentali di libertà personale e civiche, di dignità umana, ed economiche e patrimoniali, ivi compreso il diritto al lavoro, che una volta riconosciuti richiedono una attività e un impegno di difesa, per reprimere gli abusi e per evitare che retrocedano in un cono di penombra e di minore protezione”.
Dalla residenza di Ceglie Messapica, il giorno del compimento dell'ottantesimo compleanno, 31 marzo 2021.
Avv. Augusto Conte
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