Lunedì 10 ottobre 2022
Nuovo Quotidiano di Puglia
Da BrindisiReport
“Terra rossa e alamari d’argento”, il nuovo libro di Stefano Menga
Il blogger ripercorre la storia del carabiniere cegliese Vito Lacorte deceduto in guerra durante un aspro combattimento. La prefazione è a cura del Generale dell'Arma Domenico Strada.
La prefazione è a cura del Generale dei carabinieri Domenico Strada: “L’opera realizzata dall’autore Stefano Menga, che mi è concesso il privilegio di introdurre, riguarda la vicenda di un giovane soldato nativo e originario di Ceglie Messapica, caduto sul campo di battaglia in Etiopia. Ricordare un soldato caduto in battaglia non costituisce uno sterile esercizio di retorica bellicista, ma è un doveroso contributo alla memorialistica della nostra comunità. Dopo 80 anni si è ormai placato il fragore assordante della propaganda di un regime velleitario che, a fianco di un alleato feroce, ha mandato a morire centinaia di migliaia di concittadini sui campi di battaglia, sotto i bombardamenti e nei campi di concentramento. Molti sono partiti indossando una uniforme chiamati a combattere una guerra certamente più ingiusta di tutte le altre. Fra questi vi era Vito Lacorte, un giovane Maresciallo dei carabinieri Reali, un ragazzo come tanti della nostra Ceglie Messapica, partito inseguendo un sogno alla ricerca di un riscatto, di un semplice posto di lavoro, di una vita migliore, ma con la certezza, in fondo al cuore, di farvi ritorno. E’ andato via e, destinato in Etiopia, è caduto in combattimento, così è stato comunicato ai suoi genitori. Non si sa nemmeno dove è sepolto; lo Stato gli ha tributato una Medaglia d’Argento al Valore Militare che la famiglia ha inteso donare alla stazione carabinieri della nostra cittadina quasi per suggellare la continuità della duplice appartenenza, alla propria terra e all’Arma dei carabinieri. Vito Lacorte ha servito il suo Paese, fino all’estremo sacrificio, con disciplina ed onore, gli stessi valori, richiamati dalla Costituzione Repubblicana, che devono contraddistinguere l’agire dei nuovi e più consapevoli cittadini. E’ questa l’eredità morale che ci è stata lasciata da questo ragazzo che non può essere dimenticato perché costituisce una parte nobile delle radici della nostra città dando il senso che l’impegno e la determinazione devono ispirare ancor più soprattutto le nuove generazioni.”
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