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Gruppo lavoro sui Sistemi Scolastici

 Martedì 31 gennaio 2023

Italia, Macedonia del Nord e Svezia: Sistemi Scolastici a confronto. Gruppo di lavoro coordinato dal Prof. Silvano Marseglia, Presidente Europeo dell’AEDE.

Il Prof. Silvano Marseglia, Presidente Europeo dell’AEDE, ha coordinato un interessante Gruppo di lavoro sul sistema scolastico e sul ruolo delle rappresentanze dei genitori e degli alunni all’interno degli organi di gestione delle scuole secondarie superiore in Macedonia del Nord, in Svezia ed in Italia.
Notevoli sono stati i contributi della Prof.ssa Ksenja Avramceva per la Macedonia del Nord, della Prof.ssa Paola Francioso per l’Italia e del Prof. Ilias Agathangelidis della Svezia.

Nel corso del dibattito sono emersi aspetti molto interessanti che invitano ad un ulteriore approfondimento. In particolare la Macedonia del Nord resta parecchio condizionata da aspetti economici ed anche da una eccessiva convivenza multietnica. La Svezia, invece, vanta un sistema scolastico gratuito a tutti i livelli, comprese le scuole private e le Università. Altro aspetto importante della scuola svedese è rappresentato dal fatto che tutti gli alunni vengono ammessi automaticamente alla classe successiva. In sostanza non esiste la bocciatura.

Visto il risultato interessante dell’incontro il Prof. Silvano Marseglia ha preso l’impegno di continuare ad approfondire la conoscenza dei vari aspetti dei sistemi scolastici nei vari paesi dell’Unione Europea e dei Balcani.

Riflessioni dell'Avvocato Austo Conte sulla Shoa

 Domenica 29 gennaio 2023

GIORNATA DELLA MEMORIA (Legge 20.7.2000, n. 211).
 I campi di internamento.
 
 La casa rossa di Alberobello (Masseria Giganti), grande costruzione a 2 piani con circa 30 vani di varia grandezza. Sede di una scuola agraria nel 1940 fu individuata dal Ministero dell’ Interno come idonea per impiantarvi il più longevo campo di internamento italiano. Dal 1940 al 1943 ospitò inizialmente sudditi inglesi residenti in Italia, poi ebrei tedeschi, polacchi, italiani e antifascisti. Fra gli internati c’erano medici, architetti, ingegneri, musicisti, pittori che prestarono la loro opera professionale gratuitamente in cambio di vestiti e di cibo. Il pittore lituano Viktor Tschermon nella cappella della casa rossa in un grande quadro murale di m. 5,30 per 3,50 dipinse un murales ispirato alla vita di San Francesco e Santa Chiara. Dal 1944 al 1946 vi furono reclusi ex fascidti e militi della X Mas. Dal 1947 al 1950 vi arrivarono numerose donne, prostitute, ex collaborazioniste, nucleo familiari sbandati con numerosi bambini ed ebrei che speravano di emigrare in Palestina. Santa. Maria al Bagno di Nardo’ e La colonia Scarcilia di Santa Maria di Leuca ospitarono molti nuclei familiari di ebrei in attesa di imbarco per la Palestina. Tra questi anche la celebre Golda Meir. Anche qui sono presenti tracce della loro permanenza. Altro campo di internamento fu quello di Ferramonti di Tarsia in provincia di Cosenza. Fortunatamente non fu un campo di sterminio. Fu costruito nel maggio del 1940 in una zona paludosa e malarica dalla ditta Parrini di Roma che ottenne anche la manutenzione e la gestione dello spaccio alimentare . Il campo era costituito da 92 baracche e ospitò sino a 2000 internati con molti nuclei familiari.La direzione fu affidata al Commissario di PS Paolo Salvatore  alle cui dipendenze c’era il Maresciallo Marrari riconosciuto da tutti come molto umano e benevolo con una decina di agenti di polizia. Nessuno fu vittima di violenza o deportato. Gli internati potevano ricevere posta e cibo dall’esterno ed alcuni ottennero il permesso di lavorare all’esterno in cambio di cibo e vestiario. Ci fu libertà di culto e possibilità di avere una organizzazione interna. Si distinse per la sua opera il frate cappuccino Callisto Lopinot. Quando nel settembre del 1943 passarono le truppe tedesche in ritirata la direzione del campo fece disperdere la gran parte degli internati nei campi e il frate cappuccino fece issare una bandiera gialla per segnalare una epidemia di tifo. I tedeschi girarono  al largo. Ferraro ti fu il primo campo di internamento per ebrei istituito in Italia ed il primo ad essere liberato anche se molti decisero di rimanere perché non sapevano dove andare ed alcuni misero famiglia sul posto.  Il campo di Ferramonti fu definito dallo storico ebreo inglese Jonathan Steinberg come “ il più grande Kibbutz in Europa”. Gli ufficiali inglesi nelle loro relazioni lo definirono come un grande Villaggio piuttosto che un campo dì concentramento. 
 Le leggi razziali del 1938. I processi di Norimberga.
 Il 15.9.1935 nella Germania nazista furono emanate le leggi antisemite e razziste a Norimberga; in questa città, per ragioni simboliche e logistiche, dal 20.11.1945 all’1.10.1946 furono celebrati i processi ai criminali nazisti indetti l’11.11.1943 da Churcill, Roosvelt e Stalin.
 Le leggi razziali furono introdotte a difesa della razza ariana che fu ispirata ai popoli di origine indoeuropea di lingua sanscrita, nella quale il termine ariya’ significava l’uomo nobile e puro, e, con una confusione tra lingua e razza, fu ritenuto che i discendenti fossero da preservare da contaminazioni degli ebrei (semiti, discendenti di Sem) non ritenuti di origini indoeuropea.
 Dalla tradizione sanscrita fu mutuata la svastica (svasti, benessere, prosperità).
 In Italia il Regime fascista emano’ una serie di leggi razziali, che relegavano gli ebrei nei ghetti e li emarginavano dagli impieghi, dalle Scuole, dai matrimoni con ariani, escludendoli dall’insegnamento: una sorta di “morte civile” (pena abrogata secoli prima).
 La più rilevante fu la Legge 17.11.1938, n. 1728, ispirata dal famigerato Manifesto della Razza sottoscritto da dieci scienziati, che proclamava la esistenza della “razza italiana”, e la dichiarazione degli italiani come “razzisti”.
 In attuazione delle leggi iniziarono i rastrellamenti di ebrei, di indesiderabili, di avversari politici e di diversi per avviarli ai campi di sterminio, i lager: si ripeteva quello che nel Sesto Secolo a. C. era accaduto agli Ebrei deportati come schiavi dai Babilonesi (che ispirò a Verdi il Nabucco è il celebre coro, ...va, pensiero...); la diaspora rese gli Ebrei nomadi (gli Egiziani li definivano “coloro che transitano”.
 I sopravvissuti ai lager non diffusero per molti anni le atrocità subite, per pudore, perché non credibili e non ascoltati; la Shoah fu rivelata dai libri (Se questo è un uomo, di Primo Levi), da famiglie che avevano nascosto i perseguitati: ma furono i processi di Norimberga a rivelare la “soluzione finale” con l’esistenza delle camere a gas, indetti dal Tribunale militare internazionale (che processo’ i politici) e dal Tribunale militare di Norimberga in numero di dodici, con condanne a morte di trentasei responsabili degli eccidi; quest’ultimo Tribunale processo’, tra gli altri, i militari delle SS; i dirigenti della Krupp; i giudici; i medici (che effettuavano esperimenti, anche su veleni, su bambini): tranne il dott. Mengele, dottor “morte” che fuggi’ e non fu mai rintracciato, al contrario di Eichmann che fu “sequestrato” in Argentina nel 1960.
 La cattura di Eichmann fu “tollerata” dal Consiglio di Sucurezza dell’ONU, dopo un appassionato discorso di Golda Meir che mise a confronto l’”illegalità” della cattura e la legittimità del processo in Gerusalemme (al termine del quale Echmann fu impiccato nel 1962) con i crimini commessi.
 L’accusa per lui, come per gli altri, consisteva nella cospirazione per commettere crimini contro la pace; aver pianificato e intrapreso guerre di aggressione; crimini di guerra; crimini contro l’Umanita’.
 Le eccezioni di “irretroattività” delle contestazioni, della composizione dei Tribunali dei vincitori e, nel merito, di avere ubbidito a comandi non discutibili, furono tutte rigettate. Non fu processato Hitler, suicidatosi; in Italia non furono celebrati processi perché gli alti gerarchi furono tutti uccisi, compreso Mussolini, determinando la fine della Repubblica Sociale di Salo’.
 Le leggi razziali furono abrogate nel “Regno del Sud” in Brindisi capitale dal settembre 1943 al febbraio 1944, con Regio Decreto Legge 20.1.1944, n. 25 dal Comando Supremo dal Re Vittorio Emanuele controfirmato dal Primo Ministro e Guardasigilli Badoglio, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale-Serie speciale del 9.2.1944, n. 5.

Viaggio scolastico verso il museo ebraico

Venerdì 27 gennaio 2023
“L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremmo mai togliere il segnalibro della memoria”, Primo Levi.
“LA PASCOLI” IN VIAGGIO VERSO IL MUSEO EBRAICO DI LECCE…PER NON DIMENTICARE
 Il “Giorno della Memoria”, ovvero la giornata dedicata al ricordo dello sterminio nazista degli Ebrei, istituita con lo scopo di non dimenticare mai questo tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro paese e in Europa, affinché “simili eventi non possano mai più accadere”, è stato celebrato dagli alunni delle classi terze della Scuola “PASCOLI” dell’I.C. “Preside Lucia Palazzo”, diretto dalla dott.ssa Aurelia Speciale con la visita del Museo Ebraico e della Giudecca Medievale di Lecce.
Gli alunni, dopo essere stati adeguatamente edotti sul delicato tema della Shoah dai rispettivi docenti di Lettere, Cavallo, Mola, Rughi, Urso, e resi consapevoli dell’alto valore educativo della Memoria, perché “le cose che si dimenticano possono ritornare” , attraverso la visita del Museo Ebraico di Lecce, di Maide Art Gallery e dell’antica Giudecca Medievale , sono venuti a conoscenza di luoghi e testimonianze della comunità ebraica leccese. La visita è stata arricchita dalla proiezione di un commovente film-documentario “Rinascere in Puglia” sull’accoglienza salentina ai superstiti ebrei della Shoah e dalla mostra “A very narrow bridge” che ha presentato lavori di artisti israeliani che , attraverso l’uso di diversi linguaggi, hanno voluto creare un ponte di comunicazione tra culture, religioni e identità diverse. Il tour si è concluso con la visita dell’antica Giudecca Medievale, passando per via della Sinagoga, via Saponea e via Abram Balmes.
Sviluppare i valori della solidarietà umana, della fratellanza e della tolleranza è stata la finalità essenziale della visita, un’esperienza ricca di avvenimenti che hanno colpito dritto al cuore di alunni e docenti.
         La docente
         Prof.ssa Liliana Mola

Lezioni di diritto presso Unitre

 Martedì 24 gennaio 2023

LE NUOVE REGOLE PER L’ASSEGNAZIONE DEL COGNOME 
 La seconda lezione di Diritto dell'altra sera tenuta all’UNITRE di Ceglie Messapica, sulle regole per l’assegnazione del cognome nell’Ordinamento Giuridico ha riguardato l’identità personale, l’unità famigliare, e al contempo il rispetto dei generi.
 Il diritto al cognome, con il prenome, è stabilito dall’art. 6 e tutelato dall’art. 7 Codice Civile, insieme allo pseudonimo, riconosciuto dall’art. 9; il nome caratterizza e individualizza l’identità personale e sociale della persona, lo radica nella formazione famigliare e, attraverso le attribuzioni della formazione e crescita continua, anche in una proiezione futura, ne riflette la funzione sociale.
 La ricognizione normativa presenta(va) l’assegnazione del cognome con derivazione paterna; mentre per i figli nati dal matrimonio non è esplicitata nel Codice, desumendosi dal sistema secondo il quale la moglie assumeva il nome del marito proiettandolo sui figli, (la disposizione era comunque riportata nell’Ordinamento dello stato civile e la novella sul diritto di famiglia consentiva, invece della sostituzione del nome della moglie, l’aggiunta al cognome del marito di quello proprio), l’art. 262 Codice Civile, per i figli nati fuori del matrimonio stabiliva che in caso di riconoscimento comune dei coniugi il figlio assume il cognome del padre; lo stesso avviene in caso di adozione.
 Proseguendo nella ricognizione normativa di rango superiore (posta a fondamento della sentenza additiva della Corte Costituzionale n. 131 del 27.4.2022), gli art. 2 e 3 della Costituzione Italiana in vigore dall’1.1.1948, garantiscono e riconoscono i diritti inviolabili dell’uomo come singolo e nella formazione sociale e proclamano la pari dignità e l’uguaglianza senza distinzione di sesso; l’art. 117 Cost. alla potestà legislativa dello Stato Italiano pone vincoli derivanti dall’Ordinamento Comunitario e dagli obblighi internazionali.
 L’Ordinamento Comunitario stabilisce con la CEDU, negli art. 8 e 14, il divieto di discriminazione e il diritto al rispetto della vita privata e famigliare e con la Carta di Nizza negli art. 7 e 21, il rispetto della vita personale e famigliare di ogni individuo e vieta ogni discriminazione fondata sul sesso.
 La Corte Costituzionale, in via incidentale, è stata interpellata nel corso di un giudizio nel quale si sosteneva la illegittimità dell’art. 262 C. C, nella parte in cui disponeva l’attribuzione in caso di riconoscimento congiunto il nome del padre; la stessa Corte Costituzionale sollevava nel corso del giudizio di legittimità costituzionale dinanzi a se’ la illegittimità della stessa norma.
 La Corte, nel considerare superato il sistema “patriarcale”, ha ritenuto illegittimo l’art. 262 e, in considerazione del ritardo del legislatore nell’adeguamento del nome ai principi costituzionali e sovranazionali, con sentenza “additiva” ha inciso sulla attribuzione del nome, tenendo anche in considerazione il rispetto del ramo paterno e del ramo materno, e ha stabilito, in caso di riconoscimento congiunto dei genitori di figli nati fuori del matrimonio, che il figlio assume i cognomi di entrambi i genitori nell’ordine dagli stessi concordato (in caso di disaccordo è il giudice a disporre l’ordine), salvo l’accordo al momento del riconoscimento di attribuire il cognome di uno soltanto, o del padre o della madre.
 La sentenza, in base alle norme sulle funzioni della Corte Costituzionale, per effetto “domino” si riversa in via consequenziale sulla disciplina dei figli nati dal matrimonio o adottati; pertanto per l’innanzi la regola sul cognome dei figlio (l’attribuzione del prenome è libera e in caso di disaccordo provvede il giudice) consiste nell’accordo di assegnare ai figli il nome di entrambi i genitori, nell’ordine dagli stessi stabilito e concordato, o in alternativa nell’attribuzione del cognome di uno soltanto dei genitori, uniti o non uniti in matrimonio; stessa disciplina si applica per le adozioni.
 La Corte ha invitato il legislatore a emanare una appropriata disciplina per evitare la “moltiplicazione” dei cognomi.

Cerimonia di commemorazione del Carabiniere Angelo Petracca

 Lunedì 23 gennaio 2023
 
Ceglie Messapica, 23 gennaio 2023: Cerimonia di commemorazione del Carabiniere Ausiliario M.O.V.M. Angelo Petracca.

Alle 11.00 di stamane, alla presenza del Vicario del Prefetto di Brindisi, Dottoressa Maria Antonietta Olivieri, del Sindaco di Ceglie Messapica, Angelo Palmisano e del Comandante Provinciale Carabinieri di Brindisi, Colonnello Leonardo Acquaro, ha avuto luogo in Ceglie Messapica la cerimonia di commemorazione del Carabiniere Ausiliario Medaglia d’Oro al Valor Militare Angelo Petracca. Alla cerimonia ha partecipato anche una rappresentanza dell’Associazione Nazionale Carabinieri in congedo. Nel corso della commemorazione è stata data lettura della motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare, resi gli onori ai Caduti e deposta una corona di alloro nei pressi di una targa commemorativa già presente sul luogo dell’eccidio, benedetta dal Cappellano Militare della Legione Carabinieri “Puglia”, Don Antonio Cassano.

Angelo Petracca nasce a Casarano (LE) il 6 gennaio 1970 – oggi avrebbe avuto 53 anni – e sin da piccolo si distingue per bontà d’animo, generosità, altruismo e tanto coraggio. Era un ragazzone alto un metro e 90, dal fisico possente, amico di tutti, mite, sempre sereno e solare. È morto nell’adempimento del proprio dovere, alle 13.30 di 33 anni fa, rispondendo all’imperativo etico di garantire la sicurezza delle popolazioni a lui affidate. Era libero dal servizio, si trovava in caserma a pranzare, ancorché fruisse di una giornata di riposo. In realtà, però, stava lavorando. E dire che suo fratello Massimo, la sera prima, gli aveva chiesto di accompagnarlo a un colloquio di lavoro a Bari. Ciononostante, Angelo va incontro al suo destino e, insieme a due colleghi risponde senza alcuna esitazione a una chiamata di aiuto da parte di alcuni cittadini che avevano visto quattro uomini incappucciati e armati di fucili a pompa e revolver, mentre tentavano di irrompere nella sede della Banca Popolare di Lecce. Sapeva benissimo Angelo che sarebbe potuto andare incontro alla morte, infatti quelli erano anni bui per Ceglie Messapica: circolava tanta droga e poi le rapine, spesso con sparatorie, erano purtroppo frequenti: poco meno di un anno prima, era stato ferito il Comandante di quella Stazione, il Maresciallo Vincenzo Gallo, che era riuscito a sventare l’ennesima rapina in banca e a ferire e arrestare uno dei quattro rapinatori, nel corso di un violento conflitto a fuoco. Angelo sapeva tutto questo ma non ha esitato a indossare il giubbetto antiproiettile, imbracciare una mitraglietta e seguire il Brigadiere Raffaele Iacuzio e il collega Oronzo Spagnolo. Giunti sul posto, i Carabinieri vengono sin da subito fatti segno di una violenta azione di fuoco da parte dei malviventi che facevano “da palo” a quello che stava tentando di sfondare il vetro blindato della banca con una pesante mazza di ferro. Nella circostanza, il Carabiniere Spagnolo, nello spostarsi per meglio sostenere l’azione di fuoco del Brigadiere Iacuzio, cade a terra colpito alle gambe. A questo punto, Angelo, resosi conto che i rapinatori continuavano cinicamente a sparare in direzione del commilitone ferito, senza un attimo di esitazione, pur conscio del gravissimo rischio cui egli stesso era costretto a esporsi, esce di corsa allo scoperto, attirandosi il fuoco dei malviventi, contrastandoli con ripetute raffiche di mitra, consentendo così al Carabiniere Spagnolo di trascinarsi al riparo. Poi però, colpito selvaggiamente alla testa da una scarica di pallettoni, stramazza al suolo, pur non rinunciando a un estremo tentativo di reazione armata. Reazione che ha il Brigadiere Iacuzio, il quale, nonostante avesse già esaurito il munizionamento, attraversa precipitosamente la strada per sottrarre Angelo alla furia dei malviventi che, da diverse direzioni, continuavano a sparare. Raggiuntolo e resosi conto della gravità delle sue condizioni, dopo aver chiesto a un vicino esercente di chiamare un’ambulanza e sfilata la pistola mitragliatrice imbracciata da Angelo, il Brigadiere Iacuzio ingaggia una nuova azione di fuoco contro i malviventi, attingendo il lunotto e la portiera anteriore sinistra della loro autovettura, facendoli prima indietreggiare e poi fuggire codardamente.
GIORNO DELLA MEMORIA 2023

L’Amministrazione Comunale intende celebrare il Giorno della Memoria, nel 78° anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, invitando tutta la cittadinanza a partecipare alle seguenti iniziative on line da tenersi sui canali social (Facebook, Instagram, YouTube, ecc.):
•​Voci di Memoria (per partecipare all’iniziativa basta postare sul proprio Profilo o Pagina Facebook, Instagram, o altro social, un video con letture, racconti, brani recitati, musiche, danze, canti, ecc. sul tema della giornata ed aggiungere gli Hashtag #giornodellamemoria #vocidimemoria #cegliemessapica)
•​Immagini di Memoria (per partecipare all’iniziativa basta postare sul proprio Profilo o Pagina Facebook, Instagram, o altro social, un video con immagini, foto, disegni, testi scritti, ecc. sul tema della giornata ed aggiungere gli Hashtag #giornodellamemoria #immaginidimemoria #cegliemessapica)
Inoltre l’Amministrazione Comunale invita la comunità cittadina, istituzioni scolastiche, associazioni, ecc. a promuovere iniziative in presenza per celebrare la ricorrenza.
Considerato che le suddette iniziative on line sono rivolte ad associazioni, gruppi, istituzioni scolastiche, artisti e singoli cittadini che desiderano, come comunità cittadina, onorare il “Giorno della Memoria”, tutti coloro che intendono rendere pubblica sulla PAGINA FACEBOOK ufficiale “Comune Ceglie Messapica” l’adesione alle suddette iniziative ed autorizzarne la condivisione devono inviare una email all’indirizzo cegliepartecipa@ceglie.org, indicando nome, cognome, numero di telefono, iniziativa a cui si intende partecipare (Voci di Memoria o Immagini di Memoria), nome della Pagina o del Profilo Facebook da condividere e dichiarazione di liberatoria e autorizzazione al Comune alla pubblicazione in rete o eventuale stampa per gli usi attinenti alle suddette iniziative. A coloro che invieranno mail sarà attribuito un attestato di partecipazione alle iniziative quale gesto di cortesia per aver voluto aderire alle proposte condividendo il proprio impegno con la comunità cittadina.

L’Assessore alla Cultura Antonello Laveneziana 
Il Sindaco Angelo Palmisano

50° anniversario dalla morte del Maresciallo Vittorio Maggiore

 Giovedì 19 gennaio 2023

Ucciso mentre arrestava un latitante: il ricordo del poliziotto Vittorio Maggiore.

 

Cinquanta anni fa, a Bari, il sacrificio del maresciallo di Ceglie Messapica. Stamani, giovedì 19 gennaio, una messa commemorativa in presenza del questore Annino Gargano.
Presso la chiesa del cimitero di Ceglie Messapica si è svolta una messa in memoria del maresciallo Vittorio Maggiore, poliziotto in servizio presso la questura di Bari che il 19 gennaio 1973, all’età di 51 anni, fu ucciso da un pregiudicato.
La tragedia si verificò a Bari, nel quartiere di Poggiofranco. Maggiore, insieme a tre colleghi, si era appostato all’esterno dell’abitazione dei genitori del pregiudicato, datosi alla macchia dopo un tentato omicidio. Quando gli agenti cercarono di bloccarlo, il malvivente reagì aprendo il fuoco.
Maggiore non rispose al fuoco per evitare di ferire le sorelle del pregiudicato e cercò di disarmarlo. Ma l’uomo lo uccise con un colpo di pistola al volto. Ne scaturì una sparatoria che si concluse con il ferimento e l’arresto del ricercato. Lievi ferite anche per le sorelle.
Il questore di Brindisi, Annino Gargano, e il sindaco di Ceglie Messapica, Angelo Palmisano, insieme agli eredi del defunto, hanno reso omaggio alla memoria di questo servitore dello Stato. Sia a Ceglie Messapica che a Bari è stata dedicata una via in memoria di Vittorio Maggiore.
Alla conclusione della cerimonia religiosa di commemorazione, celebrata da Don Claudio Macchitella, assistente spirituale della Polizia di Stato, un composto corteo ha raggiunto la lapide del Maresciallo per depositare un omaggio floreale.

Il maresciallo Vittorio Maggiore, all’epoca dei fatti, è stato insignito medaglia d’oro al valor civile con la seguente motivazione: "Comandante di una pattuglia in servizio di perlustrazione, scorto, in pieno centro, un pericoloso malvivente colpito da mandato di cattura, con pronta determinazione lo affrontava per arrestarlo. 
Malgrado il latitante, con improvvisa reazione, avesse aperto il fuoco, mettendo a repentaglio l’incolumità pubblica, non esitava, con eccezionale coraggio e sprezzo del pericolo, a lanciarglisi contro, nel generoso intento di immobilizzarlo e disarmarlo. Durante tale eroico tentativo, veniva ferito mortalmente, dando mirabile esempio di fulgido altruismo e di altissimo senso del dovere spinti fino all’estremo sacrificio."

Bari, 19 gennaio 1973.

Il consigliere regionale Luigi Caroli sulla sanità

 Giovedì 20 gennaio 2023
*OSPEDALE FRANCAVILLA, CAROLI (FDI): LA REGIONE STA CREANDO LE CONDIZIONI PER CHIUDERLO?*

“La Regione ha intenzione di chiudere l’ospedale di Francavilla Fontana?
“La domanda sorge spontanea e si fonda su sospetti che giorno dopo giorno portano a questa soluzione.
1) OSTETRICIA - All’atavica carenza di medici, in questo caso, si aggiunge una vera e propria fuga dal reparto da parte di chi (giustamente) vince un concorso o di chi rifiuta di andare a lavorare, proprio per le difficoltà che vi sono. L’assessorato e il dipartimento alla Sanità possibile che non si accorgano di questa desertificazione del reparto e non sentano il bisogno di correre ai ripari? C’è un disegno mirato a squalificare il reparto in modo che scenda sotto la soglia minima di parti previsti un anno e quindi chiudere il punto nascita? Una decisione assurda contro la quale siamo pronti a opporci in ogni sede.
2) RIANIMAZIONE – Il reparto è pronto a partire, ma non ci sono accreditamenti, ma nel frattempo si comprano letti per la Rianimazione di Ostuni che ancora non esiste, ma è dotata di anestesisti che potrebbero, invece, essere utili a Francavilla.
3) ORTOPEDIA – I chirurghi fanno la spola fra Brindisi e Francavilla, questo significa che il post-operatorio presenta seri problemi di assistenza per gli ammalati che si sottopongono a interventi particolarmente complessi che andrebbero monitorati attentamente.
4) PRONTO SOCCORSO – In affanno ovunque in questo caso il reparto è diventato un vero e proprio ‘lazzaretto’: pazienti in attesa di ricovero anche per giorni. Un disagio e un disservizio inevitabile visto che tutto si poggia su un solo medico a turno. La soluzione trovata è stata anche peggiore: far ruotare i medici dei vari reparti, che a loro volta restavano sguarniti. Al peggio non vi è mai fine, perché in questa turnazione devono rientrare anche gli anestesisti che già erano oberati di lavoro e operano in grande stress.
“E’ mai possibile assistere a questo disastro, che mette a rischio la salute dei brindisini, senza che nessuno trovi soluzioni idonee a garantire cure ed assistenza adeguate? Per questo l’interrogativo iniziale è: ma la Regione vuole chiudere l’ospedale o reparti di Francavilla? Perché altrimenti saremmo di fronte a un totale menefreghismo dei vertici regionali della Sanità e questo sarebbe anche più grave!”

Bando comunale

 Mercoledì 18 gennaio 2023
SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE_BANDO 2022 SELEZIONE VOLONTARI PER LA PARTECIPAZIONE AI PROGETTI CHE SI REALIZZERANNO TRA IL 2023 e IL 2024
Consorzio per la realizzazione del sistema integrato di welfare dell'Ambito Territoriale Sociale di Francavilla Fontana n.3: sono 300 i posti disponibili per i giovani tra i 18 e 28 anni che intendono diventare operatori volontari di servizio civile.
Fino alle ore 14:00 del venerdì 10 febbraio 2023 è possibile presentare domanda di partecipazione ad uno dei 3 progetti che si realizzeranno tra il 2023 e il 2024 sui Comuni di Ceglie Messapica, Carovigno, Francavilla Fontana, Oria, San Michele Salentino e Villa Castelli.
Gli operatori volontari selezionati sottoscrivono con il Dipartimento un contratto che fissa, tra l'altro, l'importo dell'assegno mensile per lo svolgimento del servizio in € 444,30.
Per poter partecipare alla selezione occorre innanzitutto individuare il progetto di SCU.
Per avere l'elenco dei progetti di SCU in Italia e all'Estero occorre utilizzare i motori di ricerca "Scegli il tuo progetto in Italia" e "Scegli il tuo progetto all'Estero", disponibili nella sezione "Progetti" al seguente link https://www.politichegiovanili.gov.it/servizio-civile/bandi-e-avvisi-di-servizio-civile/bandi-di-selezione-volontari/scegli-il-tuo-progetto/
Gli aspiranti operatori volontari dovranno presentare la domanda di partecipazione esclusivamente attraverso la piattaforma Domanda on Line (DOL) raggiungibile tramite PC, tablet e smartphone all'indirizzo https://domandaonline.serviziocivile.it. Le domande di partecipazione devono essere presentate entro e non oltre le ore 14.00 del 10 febbraio 2023.
Per accedere ai servizi di compilazione e presentazione domanda sulla piattaforma DOL occorre che il candidato sia riconosciuto dal sistema.
I cittadini italiani residenti in Italia o all'estero possono accedervi esclusivamente con SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale. Sul sito dell'Agenzia per l'Italia Digitale www.agid.gov.it/it/piattaforme/spid sono disponibili tutte le informazioni su cosa è SPID, quali servizi offre e come si richiede. Per la Domanda On-Line di Servizio civile occorrono credenziali SPID di livello di sicurezza 2.
I cittadini di Paesi appartenenti all'Unione europea e gli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia, se non avessero la disponibilità di acquisire lo SPID, potranno accedere ai servizi della piattaforma DOL attraverso apposite credenziali da richiedere al Dipartimento, secondo una procedura disponibile sulla home page della piattaforma stessa.

Lezioni di Diritto all'UniTre

 Martedì 17 gennaio 2023

L’INESCUSABILITA’ DELLA IGNORANZA DELLA LEGGE PENALE E LA DISOBBEDIENZA CONSAPEVOLE.

Dalle parole dell'Avvocato Augusto Conte: “L’UNITRE di Ceglie Messapica mi affidato, per l’ottavo anno gli incontri di Diritto (e...altro!) che hanno avuto inizio alle ore 18,00 del 13.1.2023, per proseguire, per un’ora settimanale, di venerdì.

 Nel primo incontro ho ritenuto di “accostare” i principi di cui al titolo: il primo esclude la punibilità per l’ignoranza o l’errore sulla legge penale, l’altro si verifica quando vi è la consapevolezza di violarla ritenendola ingiusta: l’”accostamento” consiste nel fatto che entrambi i principi hanno avuto, hanno o potrebbero avere la “copertura” della Corte Costituzionale.

 L’art. 54 Cost. obbliga i cittadini a osservare la Costituzione e le Leggi dello Stato; la questione della disubbidienza civile consapevole sorge nel momento in cui la Legge è (ritenuta) ingiusta e il legislatore “legalizza l’arbitro”, ed è divenuta cruciale quando la disobbedienza, da parte di alcuni cittadini che hanno, con sfida, e nell’interesse della collettività, rischiando in proprio, portato dinanzi alla Corte Costituzionale e all’attenzione del legislatore’ l’”ingiustizia” o la incostituzionalità della legge.

 Gli esempi sono numerosi (il rifiuto di sindaci di applicare il respingimento di immigrati; il servizio militare obbligatorio; l’uso personale di droghe leggere; l’interruzione della maternità; l’adozione da parte di singoli) e hanno portato a rafforzare la legge giusta o a eliminare quella ingiusta o incostituzionale.

 L’art. 5 del Codice Penale che esclude l’ignoranza della Legge Penale, riportando letteralmente l’art. 44 del Codice Penale Unitario del 1890 (durante i lavori preparatori il problema si era posto), con interpretazione adeguatrice della Sentenza della Corte Costituzionale 364/1988 è stato ritenuto illegittimo nella parte in cui non esclude dalla inescusabilità dell’ignoranza della legge penale l’errore o l’ignoranza inevitabile, per contrasto con gli artt. 27 e 2 e 3 Cost.

 La responsabilità “personale” implica la partecipazione soggettiva che deve accompagnare il fatto materiale, il fatto proprio deve essere compiutamente proprio; il cittadino ha il dovere di informarsi e lo Stato ha il compito di metterlo in condizione di avere la possibilità di conoscere la legge penale, emanando leggi chiare, non contraddittorie o confuse, di facile lettura e conoscibili e la interpretazione giurisprudenziale. causa di disorientamento, il più possibile uniforme.

 Certo le cause dell’ignoranza non possono consistere in opinioni e soprattutto devono essere riscontrate secondo criteri oggettivi, per la verifica della inevitabilità dell’errore o della ignoranza; non è pensabile che possa ricorrere nei delitti “naturali”, la cui conoscenza è ontologicamente connaturata alla cittadinanza, potendo solo ricorrere nei reati di pura creazione legislativa (si pensi all’obbligo di vaccinazione e simili creati dal legislatore in casi di emergenza).

 La incostituzionalità sotto il profilo della condizione di uguaglianza e pari dignità dei cittadini, è stata rilevata non essendo giusto porre sulla stesso piano la responsabilità di chi ha fatto di tutto per attuare il dovere di conoscenza del precetto penale, senza riuscirvi, e quella del soggetto che opera con la coscienza della illiceità del fatto.”