Mercoledì 19 luglio 2023
Sabato 15 luglio, come è consuetudine, con inizio alle ore 16.45 è stata celebrata la santa messa nella Chiesa di Santa Maria al Monte, nella meravigliosa cornice del Sacro Monte di Varese, riconosciuto Patrimonio dell’Umanità da parte di Unesco nel 2003. Del tutto eccezionale questa volta l’epilogo della santa messa, che ha visto il celebrante don Agostino Ferrario impartire la benedizione al ritratto pittorico del sacerdote Cosimo Spina, nato a Ceglie Messapica il 31 dicembre 1876 e deceduto il 21 agosto 1953.
Dalle parole del pronipote Vito Elia, nato anch’egli a Ceglie Messapica ed ormai da decenni residente in terra lombarda, autore dell’opera pittorica e l’ideatore del 70esimo della commemorazione della morte del sacerdote Cosimo Spina. "L’idea di commemorare la morte del mio antenato sacerdote risale all’anno 2002. A quel tempo, da pro nipote, avevo maturato la convinzione di dover commemorare la figura di un santo sacerdote nel 50esimo della sua dipartita, tuttavia lo stesso anno accadde l’imponderabile, la mia povera mamma, Paola Spina, si ammalò gravemente, attraversando quasi tutto l’anno 2003 in grande sofferenza, morirà nel mese di ottobre. Fui molto colpito dalla prematura sua dipartita e del 50esimo non se ne fece più nulla. Dieci anni dopo circa, stessa storia per il povero papà Pietro ed anche per il sessantesimo non se ne fece più nulla. Passano inesorabilmente gli anni ed eccoci agli inizi del 2023 quando, nonostante gli insuccessi dei decenni prima, l’idea di realizzare il 70esimo emerge più forte che mai. Determinato come non mai, decido di riprendere il ritratto pittorico (tavola cm 100 x 140 circa) di don Cosimo, iniziato anni addietro con l’intento di portarlo a compimento. Non solo, chiedo ed ottengo da mio cugino Enrico Gallotto di Torino, figlio di Angela Spina, sorella della mia povera mamma, la composizione di un brano musicale dedicato. È lui stesso a ricordarmi che il brano me lo aveva spedito per posta in passato e che comunque me lo avrebbe inviato ancora con nuovi aggiornamenti.
Il ricevimento del brano risale solo a qualche giorno addietro, il 12 di luglio 2023, accompagnato, tra l’altro, dalle testuali parole del suo compositore: “Ho scelto un Ave verum corpus, un inno eucaristico di una certa solennità e importanza e perciò credo in linea con la ricorrenza”.
La mia idea progettuale vorrebbe celebrare il 70esimo nella città di origine del mio antenato sacerdote, che è Ceglie Messapica, il giorno 21 agosto, lo stesso della sua morte, di donare il ritratto pittorico alla chiesa Matrice o a quella di San Gioacchino, dove il Nostro ha portato avanti la sua missione, tra le due grandi guerre del secolo passato. Ma, come ho avuto modo di far sapere a don Domenico Carenza, parroco della chiesa Matrice di Ceglie, è mio desiderio poter dedicare alla comunità cegliese anche il brano musicale prima citato. Don Cosimo Spina è stato un molto stimato sacerdote cegliese, a tal proposito, vorrei ricordare cosa scrive lo storico locale Michele
Ciracì nel suo libro “Patriae Decor Oggi”: Si deve a questo erudito prete il ripristino e l’inventario dell’archivio della Chiesa Collegiata di Ceglie. Animatore pastorale generoso e instancabile della comunità della chiesa di San Gioacchino che ha allevato generazioni di giovani ai sani principi morali, insieme ai sacerdoti Lisi e Mastro, è stata figura eminente a cavallo fra le due guerre.
D’altra parte, l’autore Domenico Caliandro, nel suo libro “Una Voce”, spende parole decisamente encomiabili nei confronti del mio antenato sacerdote. Ecco cosa scrive: “Nelle grandi feste della cristianità, era un impegno d’onore, accettato senza riluttanza, quella di comunicarci e confessarci. “S. Gioacchino” era la chiesa che, come tantissimi maschi di Ceglie, frequentavamo. In quell’ambiente sacro, affidato alle cure di tre validissimi sacerdoti: Don Paolo Lisi, Don Giovanni Mastro e Don Cosimo Spina, abbiamo potuto opportunamente favorire lo sviluppo delle nostre radici di cristiani, che hanno contribuito validamente perché rimanessimo saldamente ancorati alla nostra fede religiosa. Questi tre sacerdoti erano formidabili nel lavorare in gruppo. Credo che da soli sarebbero stati molto meno efficaci nella loro azione pastorale. Don Paolo era addetto alle pubbliche relazioni ed essendo molto autorevole, era il regista delle situazioni e il responsabile di tutte le attività che si svolgevano e che coinvolgevano masse enormi di ragazzi, di giovani e di adulti. Don Giovanni era l’addetto alle funzioni religiose: gravavano tutte sulla sua responsabilità, competenza e vocazione al servizio. Don Cosimo era il confessore di tutti, il padre spirituale, il teologo, il sacerdote che ti convinceva con la santità della sua vita, con la dolcezza e l’affabilità dei suoi modi, con le sue argomentazioni che erano sempre convincenti, rasserenanti, benefiche. Ricordando l’importanza che quest’ultimo sacerdote, in particolare, ha avuto nell’educazione di varie generazioni di cegliesi, un giorno, quando sono stato consigliere comunale, ho proposto e ottenuto, nella sede competente del Consiglio Comunale, che una strada del nostro paese fosse dedicata, appunto, al Sac. Don Cosimo Spina. (Domenico Caliandro, UNA VOCE, pagg. 18- 19).
In conclusione, è mio desiderio non aggiungere altro ed affidarmi alle importanti testimonianze dei due scrittori locali, per affermare l’opportunità, qualora ve ne fosse ancora bisogno, di una commemorazione che meritava certamente di essere celebrata nei decenni passati. Se la benedizione del ritratto di don Cosimo Spina, a margine della santa messa del 15 luglio appena trascorso, presso la bellissima chiesa di S. Maria al Monte di Varese, mirava a permettere ad alcuni pronipoti, residenti al nord ed impossibilitati a partecipare all’evento commemorativo in Puglia, di vivere un bel momento anticipatorio dello stesso evento, ora il mio invito è rivolto a tutta la comunità cegliese, per una partecipazione più larga possibile al 70esimo della morte del Nostro, che verrà celebrata in Ceglie Messapica tra il 22 o il 23 agosto p.v..(per sopravvenuta impossibilità il 21 agosto). Non nascondo l’auspicio che l’evento commemorativo possa calamitare la partecipazione attiva degli amministratori locali, delle forze dell’ordine e di tutte le comunità religiose, ma soprattutto dei 4 parroci delle 4 parrocchie della città messapica. A questi ultimi ho pensato di far dono di una particolare croce da me realizzata con legno d’ulivo, fatto pervenire da Ceglie attraverso l’intervento del mio amato cugino Mimmo Monaco, a cui va il mio più sentito ringraziamento.
Parlando di ringraziamenti, non posso dimenticare don Sergio Ghisoni, con il quale ho avuto i primi contatti a S. Maria al Monte, a don Agostino Ferrario che ha celebrato la santa messa del 15 luglio scorso. Ringrazio pure il mio amico Emilio Clerici e sua moglie Mariella De Bernardi, rispettivamente vice presidente e segretaria dell’Associazione Amici del Sacro Monte, la presidente della stessa associazione Maria Rosa Bianchi che ha avuto la bontà di avere in custodia il ritratto di don Cosimo Spina, prima e dopo il 15 luglio, nei locali dell’associazione. Ma i ringraziamenti vanno estesi a tutti coloro che sono stati presenti al momento della benedizione impartita da don Agostino Ferrario, tra i quali la mia ex collega di lavoro Mary Filippi, mia sorella Maria, mia moglie Arcangela, mio figlio Maurizio, mio figlio Massimiliano, mia nuora Maddalena ed i miei amatissimi nipoti Marta ed Emanuele.
Inoltre, desidero ringraziare anticipatamente tutti coloro che avranno la bontà di essere presenti all’evento commemorativo del prossimo mese di agosto, a cominciare da don Domenico Carenza e dall’Arcivescovo Gianfranco Gallone, che se presente in Ceglie, si è detto felice di celebrare/concelebrare la santa messa, in ricordo del nostro amato sacerdote Cosimo Spina."
Nessun commento:
Posta un commento