Sabato 30 Gennaio 2016
VIAGGIO
SENZA RITORNO
Più
volte abbiamo resa pubblica la notizia che del compianto monsignor
Michele Pastore, parroco per oltre un trentennio del santuario di San
Rocco in Ceglie Messapica, potrebbero esistere manoscritti pronti per
essere dati alle stampe. Il sacerdote-poeta, autore di pregevoli
sillogi, ancora oggi apprezzate e richieste, ci aveva, nei suoi
ultimi giorni di vita terrena, espresso il desiderio d’accompagnare,
come avevamo fatto con tutte le sue opere precedenti, con un nostro
scritto due sue nuove creature. Ci riferì anche i titoli provvisori:
“X Y incognita sul sole d’oriente”, raccolta d'opere teatrali
giovanili e “Trenta lettere ai potenti della terra”. Quest’ultimo
lavoro, che probabilmente era più a cuore al suo autore, stava
facendo serpeggiare un qualche malcontento nel mondo ecclesiastico.
Qualcosa del suo contenuto era trapelato e “i meglio informati”
lasciavano intendere che fosse più giusto non pubblicare, neanche
postume, le ultime fatiche di don Michele pastore. Potevano
screditare lo stesso autore o mettere le dita nelle ferite di un
trasferimento, il suo, non troppo felice. A noi che abbiamo vissuto
gomito a gomito, con l’amato don Michele, tali sospetti non ci
hanno neanche lontanamente toccato. Sicuramente le trenta lettere
dovevano essere dure, accusatrici, ma dettate dalla voglia di fare
del bene; dal desiderio di richiamare al mea culpa i potenti della
terra.
Di questi lavori sembrava se ne fossero perse le
tracce. Nonostante i ripetuti solleciti, giunti da più parti, ai
parenti del nostro monsignore. Il tempo, però, continua ad essere
galantuomo. Così, negli ultimi giorni dello scorso giugno, ci giunge
una chiamata telefonica da parte di don Michele Elia, il nostro amico
e concittadino, il sacerdote che più di tutti assistette don Pastore
nelle sue lunghe giornate di malattia. C'invitava a far visita al
fratello del nostro compianto. Occorreva manforte per convincere gli
eredi a pubblicare gli ultimi scritti di don Michele Pastore.
Ci
siamo presentati al podere paterno. Là dove anche noi, giovani
seminaristi, avevamo fatto qualche escursione estiva. Invitati
dall’allora diacono Michele pastore. Suo fratello, siamo al 25
giugno di quest’anno, ci ha accolto recitando suoi versi, lui
“autodidatta”, dedicati al fratello sacerdote. “Quarto piano
d’ospedale / don Michele sta male…”. Rime baciate per qualche
minuto. Recitate a memoria, come facevano i nostri nonni. Nessuna
pretesa letteraria. Solo il desiderio d'essere più vicino al
fratello sacerdote. Proponiamo di inserire le sue poesie in appendice
ai lavori inediti di don Michele. Ci chiede qualche giorno. Tra le
carte dell’autore di “Papa Scarpone…” è “apparsa” una
cartella piena di fogli. Di proprio pugno, don Michele aveva scritto:
“VIAGGIO SENZA RITORNO”. Saranno le trenta lettere ai potenti
della terra? Ai posteri l’ardua sentenza.
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