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Il nuovo libro dell'Avvocato Augusto Conte

 Giovedì 26 ottobre 2023

AUGUSTO CONTE. L'AVVOCATO A TEATRO. Edizioni Grifo, Lecce, 2023.

 "Le drammatizzazioni teatrali forniscono significati antropologici e psicanalitici, in ogni epoca, a iniziare dalle culture Greche e Latine, dalle quali sono venute al mondo moderno gran parte delle concezioni e delle pratiche teatrali, e attraversando il Medio Evo, si estendono alle esperienze della modernità, assumendo svariate forme di comunicazione e di sapere.
La “messa in scena”  degli aspetti più o meno notevoli della vita sociale, nei quali la tensione raggiunge alti valori nello scandagliare e scrutare nella profondità dell'animo e nelle molteplici vicende dei rapporti umani, ha attratto autori e pubblico, per configurare e assistere, attraverso la “finzione”, ai propri pregi e alle virtuosità, ai difetti e ai vizi, ai comportamenti positivi o negativi, alle aspirazioni e alle delusioni, in una prospettiva da “autori” e da “spettatori”, per osservarsi e osservare, tenendo in tal modo fede alla stessa etimologia della espressione “teatro”, che designa non solo il luogo fisico dello “spettacolo”, ma anche la visione dell'evento teatrale: i fatti personali diventano occasione per dibattere e discettare di sistemi di vita, di giustizia, di verità. 
 Il processo diviene materia e argomentazione tematica e modello strutturale centrale, per le sue caratteristiche “narrative”, di opere teatrali, riportando sulla scena, in alcuni casi, l'intera narrazione, dentro un'aula di tribunale; e gli spettatori prendono posto, idealmente, accanto a coloro che sono chiamati simbolicamente a rappresentarli, per lo più giudici e avvocati, con partecipazione emotiva e una attenzione critica elle scene che si svolgono davanti a loro: Euripide, nella tragedia classica, Ruggero da Venosa; nella commedia elegiaca; Goldoni, De Filippo, nella commedia di carattere; Shakespeare, Di Giacomo, Pirandello, Durrenmatt, nel dramma; Campanile, Amendola, Corbucci, nella commedia umoristica mettono in scena l'avvocato e il processo, quale argomentazione strutturale, per le loro caratteristiche narrative, fortemente spettacolari.
L'occasione delle rappresentazioni teatrali e delle esperienze drammaturgiche in cui sono configurate vicende giudiziarie, offre motivi per analizzare l'etica dell'avvocato attraverso il suo riflesso teatrale; le sceneggiature teatrali forniscono immagini dell'intero mondo forense. 
 E' naturale e normale che sull'avvocato si appuntino le attenzioni di scrittori, di autori di teatro, della intera società, per raccontarne le <imprese> professionali, ricche di suggestioni e impreziosite dal patrimonio intellettuale acquisito nel tempo. 
 Nelle rappresentazioni non poteva sfuggire la raffigurazione dei casi giudiziari, di processi, penali soprattutto, e dei suoi protagonisti, principalmente giudici e avvocati;  non per caso il processo viene definito “dramma giudiziario”, avendo in sé una intrinseca forza drammatica perchè mette in scena i discorsi e le narrazioni con cui accusati e accusatori, testimoni e avvocati ricostruiscono i fatti oggetto della imputazione. 
 Nella società, e nel suo riflesso teatrale, sollecitato dalla realtà, il teatro suggerisce ed esprime il modo di concepire la giustizia, in tutto l'insieme di culture e tradizioni nella sua evoluzione e negli atteggiamenti che assume di fronte alla legge. 
 Normalmente gli avvocati, personaggi delle commedie, sono comunemente considerati nei loro atteggiamenti negativi, salvo eccezioni, e caratterizzati, in relazione alle epoche in cui vivono e operano e alle situazioni, spesso al limite dell'etica; le tragedie, i drammi e le commedie descritti nel testo sono emblematici dei sistemi teatrali del periodo in cui vivono gli autori, e riflettono, con una  continua sorta di contrappasso e di rivalsa, la mitologia e la realtà, la divinità e l'umanità, la passionalità e la freddezza, la comicità e la serietà, la identità professionale e l'assenza di personalità, la chiarezza e l'oscurità, la fortuna e la sfortuna, la cultura e la incultura, la saggezza e l'insipienza, la sapienza e l'ignoranza, la scaltrezza e la dabbenaggine, l'onestà e la disonestà, la sincerità e l'ambiguità, la correttezza e la slealtà, il senso di moralità e l'assenza di etica d'animo e professionale. 
 Il variegato mondo della “specie” forense riceve, nell'accostamento della finzione scenica alla realtà della vita, in una specularità fornita anche dall'ironia, qualunque sia l'esito del dramma, o della commedia o degli schemi narrativi, il coinvolgimento e l'applauso del pubblico che vede riflessa sulla scena i propri successi o insuccessi, negativamente o positivamente, la sua esperienza a contatto con gli avvocati, come è accaduta o come può accadere, esprimendo giudizi sullo spettacolo e sulla realtà, compensando la tristezza con l'allegria della scena, e con i fastidi e la sofferenza del vivere. 
 Le rappresentazioni teatrali, con le tragedie, le commedie, i drammi, le parodie si ispirano alla retorica: si può dire che il teatro è retorica, in quanto arte del discorso, della persuasione, della convinzione e della comunicazione; nel teatro viene adottata un sistema che può definirsi di “retorica teatrale” rivolta a educare, dilettare, suscitare impulsi dell'animo, passioni o commozioni, aspetti emotivi della vita, finalizzata a provocare il pianto o il riso."

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