Venerdì 5 novembre 2021
In occasione del 4 novembre, festa dell’Unità Nazionale e delle Forze armate, una delegazione di otto alunni delle classi terze della Scuola Secondaria di Primo Grado “G. Pascoli” dell’Istituto Comprensivo “Preside Lucia Palazzo”, diretto dalla dirigente Angela Albanese, ha preso parte alle celebrazioni tenutesi presso il monumento in memoria dei Caduti a Ceglie Messapica. Alla presenza delle autorità, tra cui l’assessore alla cultura Antonello Laveneziana, dopo un omaggio del Primo Cittadino, Angelo Palmisano, al Milite Ignoto e la benedizione del parroco della Parrocchia Collegiata SS. Maria Assunta, Don Domenico Carenza, i ragazzi delle classi III A, III B, III C e III D, guidati dalle docenti di Storia A. Cavallo, A. Macchitelli, M. Rughi, D. Vaniglia e dalle docenti di lingua inglese, francese e spagnola C. Milone, M. Tarì, A. Suma e G. Viesti, hanno ripercorso la storia delle celebrazioni del 4 novembre, da festa per l’anniversario della Vittoria, istituita nel 1922, a Festa dell’Unità nazionale e delle Forze Armate, istituita nel 1949. Per ribadire l’ammirazione verso coloro che “offrono la loro opera per l’affermazione nel mondo della democrazia, della libertà, della solidarietà, dell’impegno per la pace e per la convivenza dei popoli”, i partecipanti hanno letto parte di celebri discorsi dei Presidenti della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e Sandro Pertini.
Toccati dagli aspetti più umani della guerra, i ragazzi hanno commentato le testimonianze dirette dal fronte: come quella di un generale che, in una lettera rivolta a Giolitti, lamenta le terribili condizioni dei soldati sull’Isonzo, nel corso della Grande Guerra e quella di un anonimo soldato sul fronte dolomitico che nel 1916 scrive al padre della trincea circondata dal filo spinato, della neve alta fino alla vita, dei suoni continui, acuti e rimbombanti, consolato dal ricordo dei suoi giochi da bambino.
Vero e proprio “faro” degli interventi è stato l’articolo 11 della nostra Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Proprio la sensibilità ai valori universali, alla solidarietà, alla collaborazione e alla pace internazionali ha animato la seconda parte della manifestazione, in cui sono stati recitati versi di autori in lingua inglese, francese e spagnola: “If I should die, think only this of me:/ that there’s some corner of a foreign field/ that is for ever England” (Se dovessi morire, pensa solo questo di me: che c’è qualche angolo di un campo straniero che sarà per sempre Inghilterra) recita un sonetto del poeta inglese Rupert Brooke; “Nous sommes morts,/ Nous qui songions la veille encor’/À nos parents, à nos amis,/C’est nous qui reposons ici,/Au champ d’honneur” (Noi siamo i Morti. Pochi giorni fa eravamo vivi, sentivamo l'alba, vedevamo risplendere il tramonto, amanti e amati. Ma adesso giacciamo sui campi delle Fiandre) scrive l'ufficiale e medico canadese John McCrae, il 2 maggio 1915; “Mi partido es la Paz./ Yo soy su líder. / No pido votos,/ pìdo botas para los descalzos/ que todavía hay muchos” (Il mio partito è la Pace. Sono il suo leader. Non chiedo voti, chiedo stivali per gli scalzi ché ce ne sono ancora molti) sono le parole risolute della poetessa spagnola Gloria Fuertes.
L’attiva e commossa partecipazione degli studenti e delle studentesse delle scuole di ogni ordine e grado della città alla manifestazione di questa mattina è un evidente riscontro positivo in termini di formazione ed educazione dei futuri cittadini, che ci rende sempre più consapevoli e convinti dell’importanza di dedicare parte dell’offerta formativa della nostra scuola all’approfondimento di tali ricorrenze istituzionali.
Le celebrazioni del 4 novembre, infatti, non sono state per i ragazzi solo un’occasione di studio, ma soprattutto un momento di scoperta, di riflessione, di confronto tra passato e presente e tra punti di vista differenti.
Nessun commento:
Posta un commento