Martedì 19 Luglio 2016
Il 26 e 27 Luglio a Ceglie Messapica si tengono, come ogni anno, i solenni festeggiamenti in onore di Sant'Anna.
Ho
il piacere di affidare qualche considerazione su Sant’Anna alla giornalista Agata Scarafilo, che in passato si è
occupata di documentare, attraverso numerosi articoli di stampa, la fase di
restauro dell’omonima chiesa.
Parla Agata Scarafilo
“I
cegliesi hanno sempre avuto una particolare venerazione per Sant’Anna divenuta,
con gli anni, simbolo del prodigio della maternità. Così, nonostante il
trascorrere del tempo, si
continua a dare prova del profondo sentimento religioso che lega i cegliesi
alla Santa a cui è stata dedicata l’omonima chiesa. Un gioiello d’arte impreziosito da dipinti di pregevole valore come l’affresco trecentesco raffigurante la stessa morte della santa. Rapisce, poi, lo
splendido altare in pietra viva del 1600,
nonché le decorazioni di importanti tele come quella della Madonna con bambino
di stampo ottocentesco.
Inestimabile è, altresì, la statua lignea, del 1715, raffigurante la Mamma della Vergine Maria.
Ricordo,
come se fosse ieri, il grido di speranza, per salvare la chiesa, lanciato dal Comitato
pro Sant’Anna e della parrocchia di San
Rocco, all’epoca guidata da don Angelo
Principalli. Una richiesta d’aiuto che documentai, nel
2002, con numerosi articoli di stampa.
Con
lo slogan “Salviamo la Chiesa di Sant’Anna” i cegliesi si mobilitarono non solo per tutelare
la chiesa, ma anche per preservare una parte importante della
memoria storica del popolo cegliese.
L’urgenza,
scaturita dalle visibili lesioni strutturali in più punti della volta di copertura e lungo le murature, rendevano il tutto molto
più difficile, ma la chiesa fu salvata con l’aiuto, forse, anche di Sant’Anna.
Molte
furono le iniziative a supporto della causa e fondamentale fu anche il contributo
di 41.700,00
euro della Conferenza Episcopale Italiana. Si diede vita, ad esempio, ad una importante manifestazione che fu denominata: "Una lastra pavimentale per San'Anna".
Questa iniziativa, finalizzata alla raccolta di fondi, vide coinvolto
l’artista Uccio Biondi che realizzò una
splendida lastra pavimentale che, tutt’oggi, decora la parte centrale della pavimentazione della chiesa di Sant'Anna.
Vorrei
che si ricordasse che in fase di esecuzione dei lavori molto sono stati i rinvenimenti che furono anche oggetto di
studio e di ricerca da parte di esperti del settore.
All’epoca
ebbi modo di interfacciarmi con il progettista, l'architetto
Domenico Sasso,con
l’architetto Ressa della Soprintendenza
ai Beni A.A.A.S di Bari, con l'archeologo Donato Coppola e con gli storici Giacomo Carito e Luigi Greco che avevano fatto dei
sopralluoghi per una prima verifica dei rinvenimenti.
Infatti,
durante l'esecuzione dei saggi, nella parte
sottostante la sagrestia,
furono ritrovati resti di antiche strutture, in
particolare 3 catini in prossimità del muro in comune con la chiesa. Mentre
all'opposto del catino centrale fu ritrovato un
boccale con una sottostante cisterna a campana in ottimo stato di
conservazione. Nella fase esecutiva dei lavori io stessa ebbi modo
di visionare un muro di fondazione che faceva pensare ad una
realizzazione fatta a più mani. Nell'aula in prossimità dell'altare emersero, poi, due botole precedentemente coperte da uno strato di cemento. Dette botole,
di cui si era già a conoscenza, furono utilizzate fino alla metà del 1800 per le sepolture.
Molto
altro ancora si potrebbe dire su Sant’Anna e sulla chiesa cegliese a lei
dedicata, ma per molti altri aspetti storici, culturali e religiosi si rimanda
a studi, ricerche e pubblicazioni di autorevoli autori e ricercatori come Gaetano di Thiène Scatigna Minghetti,
Pasquale Elia e Michele Ciracì.
Agata Scarafilo
Articolo de "La Gazzetta del Mezzogiorno"
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