Mercoledì 20 dicembre 2017
Caro
Direttore, ritorna periodicamente l'idea della intitolazione del Teatro
Comunale di Ceglie Messapica, che ritengo valida e proponibile.
Penso
che sia opportuno e significativo intestarlo a una persona dello spettacolo e,
in particolare, a un attore che nella prima metà del secolo scorso ("il
secolo breve") ha calcato le scene della preesistente struttura oggi
restituita alla Città.
Non
ritengo che sia opportuno fare ricorso a personalità teatrali e
cinematografiche la cui diffusione è nota per la rilevante personalità, nè a
"nostre" personalità non dello spettacolo, ma dell'impegno civico
trasfuso anche nella sua prima edificazione.
Il
nome che a me viene in mente è quello di Carlo Tamberlani (nome intero
Francesco Paolo Carlo Tamberlani), nato occasionalmente a Salice Salentino
l'11.3.1899 da due attori di una Compagnia "di giro" e venuto a
mancare a Subiaco il 5.8.1980.
Carlo
Tamberlani ha "calcato le scene" del Teatro Comunale ripetutamente,
fermandosi in Città, fino a contrarre amicizia e farsi "compare" con
una famiglia del posto.
L'intestazione
allargherebbe la diffusione della iniziativa fuori dall'ambito locale,
suscitando e attraendo interessi. Tamberlani (al cui nome è intitolata una via
a Salice Salentino) è stato attore di teatro mettendo in scena i tragici greci
anche in Terra di Sicilia (Euripide, Eschilo e Sofocle, oltre a Shakespeare, e
più modernamente a Ugo Betti il grande giurista e professore di Diritto Civile
nell'Università "La Sapienza" di Roma, autore di "Corruzione a
Palazzo di Giustizia") con i grandi del teatro del primo Novecento.
Interpretò,
anche da protagonista, circa centocinquanta film e apparve in numerosi
"sceneggiati" (come una volta si definivano)
televisivi,
con prestigiosi registi (Carmine Gallone, Mario Soldati, Giuseppe Patroni
Griffi, Francesco Rosi).
Per
la Sua esperienza e competenza, avendo anche fondato Teatri e diretto Compagnie
teatrali, fu chiamato a insegnare recitazione alla Accademia di Arte Drammatica
"Silvio D'Amico" in Roma e poi gli vene affidata la cattedra di
recitazione al Centro Sperimentale di Cinematografia in Roma, mantenuta fino al
1957.
La
nostra Città per anni ha mantenuto solida la tradizione teatrale oggi purtroppo
(quasi) scomparsa (ricordo l'operetta, e persino l'opera lirica, e drammi
teatrali come "Assassinio nella Cattedrale" di Thomas Eliot con
Andrea Checchi e un superbo Salvo Randone,
oltre
al teatro cosiddetto "leggero" e alle "Riviste", con comici
e cantanti di fama).
Credo che oltre a ricordare un attore che ha
recitato fin quasi dalla nascita e fino alla fine degli anni settanta del
secolo scorso, l'intitolazione sarebbe un richiamo per gli attori del momento,
per gli storici del teatro e del cinema, per i Registi e per le Accademie
innanzi citate che sicuramente sono in possesso di materiale didattico: Carlo
Tamberlani, infatti pubblicò diversi libri sulla recitazione.
Grazie per l'attenzione e, se ritieni, per la
divulgazione.
Augusto Conte.
Senza nulla togliere a Tamberlani, nè tanto meno al carissimo avvocato Conte, io ritengo sia più giusto, quale piccolo segno di riconoscenza, intitolare il nostro teatro comunale a chi lo ha fortemente voluto, mettendoci anche del proprio: il sindaco Elia, così come ha giustamente proposto Ciracì, lo storico.
RispondiEliminaDamiano Leo