Domenica 5 Giugno 2016
CANI E GATTI
Quando è troppo
è troppo. C’è un limite a tutto. Il fenomeno del randagismo e la pratica
dell’abbandono degli animali, sempre più insistenti, cominciavano ad essere
insopportabili.
Nel paese di
Gennarino il malcontento dilagava. Non se ne poteva più di notturni latrati di
decine e decine di cani senza guinzagli. Di insistenti miagolii di gatti e
gatte innamorati. Sempre più si aveva l’impressione di vivere in una fattoria,
brulicante di animali.
Le giovani
podiste che normalmente si beavano nell’attraversare le periferie in tuta e
scarpette da tennis, avevano smesso di correre. Qualcuna aveva preferito la
palestra, dove non gironzolavano cani e gatti. Si sobbarcavano una piccola
spesa in più pur di non correre il rischio di
vedersi attraversare la strada da un branco di neri felini o, peggio
ancora, di essere inseguite e addentate da cani randagi.
Le varie
Amministrazioni che si erano succedute avevano più volte promesso di risolvere
al meglio il problema, magari acchiappando cani e gatti da affidare al vicino
canile, se proprio non potevano costruirsene uno tutto loro. Ma così non era
stato, almeno fino allora.
I mugugni si
moltiplicavano. Persino gli animalisti più sfegatati cominciavano a non
sopportare l’andazzo. Bisognava intervenire e presto, per il bene di tutti,
anche degli stessi animali. Un paese civile non poteva sopportare oltre
quell’andazzo. Ne andava della sicurezza dei più deboli.
Bimbi e nonni
avevano perso il gusto di passeggiare indisturbati ai giardinetti. Ormai regni incontrastati
di quei fastidiosissimi quadrupedi. Cani e gatti: non più amici dell’uomo, in
quel paese. Sciò, via, andate via. Via, disgraziati animali.
Andarono via
davvero, giorno dopo giorno, tutti quei cagnolini, quei cani e cagnoni e
cagnacci. Sparino, anche se lentamente, micini,
gatti, gattoni e gattacci.
Poco più di un
mese e nel paese di Gennarino non si vide più traccia d’animale. Una pace,
finalmente. Niente più latrati e miagolii notturni.
I bimbi e i
nonni tornarono, felici, ai giardinetti. Le giovani podiste rispolverarono tute
e scarpe da tennis e sgambettarono sui circuiti di una volta, lontano dalle
palestre che puzzavano di sudore.
Neanche un
cane, per strada neanche un cane. Niente gatti, per la felicità di tutti.
Finché qualcuno non fece circolare la notizia che, a San Michele Piovano, paese
a pochi chilometri dal loro, i NAS dei carabinieri non avevano fatto chiudere
la macelleria del centro. Quella dove tutti, più o meno, avevano acquistato in
abbondanza carni ed insaccati.
Giornali, radio
e televisione tamburellarono la notizia più e più volte. Divenne presto di
pubblico dominio.
In quella
grande, importante macelleria, dove era accorso tutto il circondario, avevano
trovato, malcelate, teste di cani e code di gatti.
A Gennarino,
poveretto, vennero subito in mente gli animali del suo paese.
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