Martedì 21 Giugno 2016
Ricordiamo Pierpaolo Faggiano e la Carta
di Firenze a lui dedicata
Pierpaolo Faggiano
Esattamente 5 anni fa, il 21
giugno 2011, ci lasciava Pierpaolo
Faggiano.
Tutti a Ceglie Messapica lo
conoscevano sia nella veste di giornalista, che in quella di cultore di musica
jazz ed ideatore della manifestazione “Ceglie Jazz Open Festival” che, come si ricorderà, per diversi anni ha
riscosso un notevole successo.
Ampio spazio a lui è stato dedicato ieri
da “La Gazzetta del
Mezzogiorno” per la quale, in qualità di corrispondente locale, Pierpaolo Faggiano ha scritto per
numerosi anni.
L’articolo è a firma della
giornalista Agata Scarafilo che non
dà vita ad un semplice articolo commemorativo, ma parla di Pierpaolo Faggiano e del fondamentale strumento deontologico qual è
la Carta di Firenze a lui dedicata.
L’articolo dal titolo “Indimenticabile papà della Carta di Firenze”
sembra voler bussare alle coscienze per continuare a manifestare a gran voce il
diritto alla tutela dell’autonomia del giornalista al fine, come dice la stessa
Scarafilo, di “ricompensare, almeno in
questo, Pierpaolo che per anni ha cercato, nonostante tutto, di mantenere vivo
quel diritto insopprimibile d’informazione e di critica”.
Di seguito l’articolo di Agata Scarafilo:
L'articolo de "La Gazzetta del Mezzogiorno"
Ho chiesto proprio alla Scarafilo di spiegare brevemente, anche ai non addetti ai lavori, che cos’è la Carta di Firenze e i suoi contenuti e come al solito non ha mancato di rispondere alla richiesta.
Intervento della giornalista Scarafilo:
La Carta di Firenze, scritta in memoria di Pierpaolo Faggiano dopo la sua
tragica morte, è uno strumento deontologico a tutela la dignità professionale dei
giornalisti, sia essi pubblicisti che professionisti.
È un documento importante perché norma
condotte e comportamenti. Infatti, dalla
violazione della Carta di Firenze potrebbero scaturire, d'ufficio o su istanza,
procedimenti disciplinari da parte dell’Ordine dei Giornalisti.
La Carta di Firenze, in vigore dal 1° gennaio
2012, sancisce principi irrinunciabili, come la pari dignità tra colleghi e il diritto a non essere discriminati o sfruttati.
Chiunque volesse legge e saperne di più sui
contenuti della Carta di Firenze può collegarsi al seguente link: http://www.odg.it/content/allegato-5-%E2%80%93-carta-di-firenze
.
Da quel sogno siamo ancora lontani.
RispondiEliminain ricordo dell'amico
RispondiEliminaavesse avuto una coscienza quella corda, si sarebbe spezzata a tempo, perchè non era per questo compito ch'era stata creata, ma come per tante cose, non ci è dato sapere cosa nasconde la coscienza o l'anima di un amico, a volte ci viene celato perchè un segreto voluto altre volte si dona o si fa vedere solo quello che si è disposti a dare e ricevere. Pierpaolo era un'anima bella, piena di suoni e di coraggio, un cuore aperto quando si riusciva a danzare sullo stesso pentagramma dell'esistenza e così mi piace ricordarlo; dal sorriso sincero e accordato con lo sguardo penetrante quando riusciva a vedere le sue note di jazz danzargli intorno e lui rispondeva col diapason del cuore, note su note a pensare alle nuove iniziative, alle nuove proposte che venivano da lontano perchè lui era una finestra aperta sul mondo musicale internazionale e questo noi l'avevamo capito, anche se tutta quella musica che gli scorreva nel sangue non è stata sufficiente a garantirgli l'ennesima alba di note. Non è così che doveva finire questo concerto, lui sempre in prima fila a non perdersi non solo una nota ma i movimenti delle mani, degli occhi, gli accenni tra musicisti, la trasparenza del loro sudore sulla fronte e i loro sorrisi di soddisfazione che faceva suoi ad ogni fine di concerto e noi con lui. Ma come cantava De Andrè" ci vuole troppo tanto coraggio" per vivere e continuare a sostenere un'idea e quando manca, quando viene a perder via via forza e subentra irresistibile il male oscuro e incontenibile della insoddisfazione, della avvversità non prevista o voluta, quando pensi che tutto gira contro ecco, proprio allora si avrebbe bisogno, avremmo avuto bisogno che bussasse ai nostri cuori alla nostra coscienza e offrirgli nuove parole, nuove sensazioni, nuovi motivi perchè tutto ritornasse ad essere un concerto d'amore , verso sè stessi e verso gli altri. Potevamo riuscirci? non lo so, non lo immagino neanche e comunque sarebbe stato una grossa impresa a tirarlo di nuovo sulla nostra riva...rimarremo col rimpianto di non aver capito la sua ultima musica incagliata nella testa e per questo ci manca, ci mancherà sempre perchè testimonia le nostre debolezze, la nostra indifferenza, spesso la nostra invisibilità quando non riusciamo ad esssere un punto di riferimento, un porto di approdo per dare consigli e parole giuste al momento giusto.Un cuore aperto, questo è quello che mi viene da dire, sempre, verso tutti perchè nessuno si senta solo e prigioniero di un mondo ormai perduto.
Avesse avuto una coscienza quella corda...
angelo ciciriello