Sabato 7 luglio 2018
Ricevo e pubblico volentieri questa lettera testimonianza firmata, che di seguito vi allego:
"Ciao
Stefano, sono un tuo lettore ma soprattutto uno dei sostenitori di quel ragazzo
che da tempo fa parlare di se. Non sono cegliese eppure non conoscendo te, ne
molte altre persone, mi sento comunque parte di quella comunità tenuta insieme
da Leonardo Saponaro. Spero che tu
decida di pubblicare queste righe perchè so che il mio è anche il pensiero di
molti e a lui deve arrivare tutto questo.
Ho
avuto la fortuna di conoscerlo per caso un po’ di anni fa quando durante una
passeggiata ho avuto un malore e lui si è trovato per caso a passare di lì poco
dopo in sella alla sua bici. Per farla breve riconobbe i sintomi di un infarto
e agì tempestivamente salvandomi la vita... e anche la mia bici che in un
qualche modo mi fece trovare in ospedale. Ho avuto modo di conoscerlo meglio e
in quel corpo apparentemente gracile c'è una forza e un modo di approcciarsi
alla vita che non esiste più e che c'è bisogno di insegnare. Una sua opera in
particolare credo che rappresenti al meglio quest'ultimo concetto. È quella
statua in cemento e piombo che rappresenta una figura che si squarcia il petto
dando sfogo ad un'esplosione di colori. E a proposito di opere d'arte sono
sicuro che questo suo tentativo di record sia possibile leggerlo anche sotto
questo chiave.
Bisogna
dirgli GRAZIE per le emozioni, le motivazioni e le lezioni che ci ha dato,
fosse solo per quello che ha fatto in questi giorni. Non ha nascosto di avere
paura nè tantomeno le difficoltà eppure è rimasto li a pedalare con una gamba
che sembrava quasi esplodere e quel suo solito sorriso che ogni tanto compariva
e ci rasserenava per un po' tutti.
Ha
risvegliato in molte persone dei sentimenti che con le varie vicissitudini
della vita di ognuno, si erano assopiti un po e a risvegliato soprattutto la
voglia di godersi la vita e di scoprire se stessi nelle fragilità e nelle
potenzialità che abbiamo aldilà delle nostre sicurezze.
Le
barche non sono fatte per restare nei porti.
Chapeau
a uno di quei giovani che può cambiare questo mondo".
Lettera firmata
Caro Leo vederti li è stata una sofferenza in alcuni particolari momenti. Hai testa e cuore soprattutto e ciò che ti caratterizza, oltre quel sorriso è la tua umiltà che non ti rende semplicemente un atleta con il suo bagaglio di successi ma ti fa rimanere principalmente uno di noi e questo facilita molto la sinergia che si viene a creare e le emozioni nelle quali ci vuoi coinvolgere facendocele vivere a pieno così come le vivi tu
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