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LA SERATA DI PRESENTAZIONE DELL'ANNUARIO

MARTEDI' 15 APRILE 2014
Nonostante la festività e cinque eventi patrocinati dall'amministrazione comunale, la serata di presentazione del libro "Annuario 2013", ha avuto una notevole adesione.
Carlo Leo
L'intervento:
Oggi 13/04/2014 presentiamo il libro “Annuario 2013” dell’autore blogger Stefano MENGA. Come un anno fa mi ritrovo a moderare questo evento ed inevitabilmente il mio ricordo va al 04/06/2013 (data della presentazione del primo annuario), piacevole serata dove i relatori partecipanti furono due altri blogger Pino SANTORO e Domenico BIONDI. Temi principali di quella serata furono sia l’idea innovativa di Stefano nel riportare le notizie del suo Blog CRONACHE E CRONACHETTE  dal formato prettamente digitale a quello cartaceo e sia una attenta riflessione sul bloggerismo cegliese.
     Questa sera voglio innanzitutto salutare la Dott.ssa Adele GALETTA giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno che per cause di forza maggiore non è presente tra noi e le auguro una rapida guarigione, così a braccio cercherò di prendere il suo posto; alla presenza del Prof. Vincenzo GASPARRO, indiscusso esperto della comunicazione verbale, voglio soffermarmi per un attimo sul termine scrittore. Nel nostro immaginario collettivo il termine molto spesso coincide quasi con autore delineando una grande affinità con la carta stampata. Per scrittore in realtà intendiamo indicare tante figure come ad esempio: storico, autore, giornalista, romanziere, poeta ecc…, ognuna di queste figure ha delle peculiarità ben precise che ne delineano una unicità;  ad esempio la sensibilità che caratterizza il poeta, la caparbietà del giornalista, la fantasia del romanziere e via discorrendo …. Tutti questi hanno una particolare comunanza, il dono di trasmettere emozioni. Credo che scrivere correttamente sia la base per gli scrittori, ciò che ritengo sia veramente difficile è trasmettere le emozioni ai lettori, intendo quell’enfasi che riescono ad imprimere ad ogni frase. Hanno sicuramente un quid in più che si può sicuramente affinare col tempo, ma attenzione bisogna averlo nell’indole. Riuscire ad utilizzare la lingua italiana a proprio piacimento piegandola al proprio volere e modellarla in modo unico verso le tematiche più disparate, credo che sia un’arte ed ahimè sono fermamente convinto che artisti si nasca.
Nel 1997 capita qualcosa di nuovo ed innovativo nella comunicazione, nasce negli USA il WEB-LOG una particolare pagina web che successivamente ripresa e migliorata prende il nome di BLOG si diffonde in Italia nel 2001, nel 2006 circa coinvolge a pieno la nostra cittadina. La cosa rivoluzionaria è la comunicazione interattiva che si instaura tra il lettore e chi pubblica le notizie, il commento diventa immediato con il blogger a differenza della carta stampata dove i tempi di attesa per la pubblicazione pregiudicano la possibilità di confronto immediato con lo scrittore. Ad una attenta e riflessiva scrittura dei libri riscontriamo spesso il contrario nei blog cioè una scrittura di getto immediata con un linguaggio semplice e vicina alle masse, solitamente lontana dalle nicchie letterali. Nel 2010 nasce quindi il blog di Stefano, tratta la notizia in modo semplice, diretto e genuino senza condizionamenti di alcun genere. Forse è questo il motivo del suo successo, viene definito da un pioniere del blog cegliese il Sig. Giacomo NIGRO (alias lo smemorato di Collegno): “l’ansa di Ceglie”.
Vorrei prendere in prestito una frase molto bella di Pino SANTORO, tratta dal suo intervento, per meglio delineare il lavoro di Stefano : “… Un successo che viene fissato mediante un passaggio di ritorno dal virtuale al cartaceo, internet ha il vantaggio di poter offrire informazioni in tempo reale ma un libro rimane comunque un archivio indelebile”.
Prima di concludere, alla luce di quanto detto sino ad ora, sia da me che dai relatori, vorrei porre un quesito: un blogger si può considerare scrittore? … e Stefano Menga?
Grazie per la cortese attenzione.
     
         Carlo LEO.

Ing. Marta Gasparro
L'intervento:
 Porto i saluti dell`amministrazione, del Sindaco in particolare che purtroppo non potrà essere con noi perchè impegnato con altra rappresentanza istituzionale a causa dell`accavallarsi di eventi concomitanti stasera nella nostra cittadina... e poichè l'amico Stefano mi aveva chiesto di intervenire stasera come ospite -e lo ringrazio per la stima, ricambiata- mi trovo qui in duplice veste.
Quando  Stefano mi chiese di parlargli della evoluzione che si riscontra nella vita politica grazie al preponderante avvento dei blog, pensavo come articolare il mio intervento di stasera... in realtà, più che parlarvi di come vedo l'evoluzione della vita "nei palazzi della politica" ho pensato di fare un passaggio su come io percepisco sia cambiata la vita di tutti quanti noi, nel quotidiano, perchè tutti noi, anche preferendo , ad esempio, un prodotto ad un altro, facciamo nolenti o volenti, politica.
I blog sono prepotentemente entrati nel nostro quotidiano: facciamo colazione guardando i blog, andiamo a letto la sera dopo aver fatto una capatina sui blog locali, per curiosità, per tenerci informati, per abitudine. Sì perchè i blog sono diventati nostri compagni di vita. I blog assolvono oggi a quella funzione che un tempo era dell'agorà, la piazza del paese: si usciva, oltre che per cercare "la giornata" anche per sapere che cosa fosse successo al paese durante il giorno, per informarsi dei fatti accaduti, per commentarli con gli amici di sempre. E' indiscusso pertanto il valore associativo che i blog hanno nella nostra società: si ha sempre meno tempo da dedicare al divertimento inteso come fare qualcosa di diverso dalla solita routine e, pertanto, collegarsi al blog diviene quasi un rito come poteva essere per i nostri nonni scendere la sera in piazza, dopo lavoro, al di la' che per loro avesse altresì la funzione di cercare lavoro per i giorni a seguire.
Ma perchè i blog sono diventati un fenomeno mediatico senza precedenti? Cosa ha fatto si' che entrassero nella nostra vita di ogni giorno più della carta stampata?
analizzeremo assieme il fenomeno con quattro parole chiave che per me, messe insieme, costituiscono la vera essenza del blog.
BLOG E' INFORMAZIONE: tantissimi di noi si trovano di fronte ad un computer a lavorare, possiedono un tablet che portano sempre con se' o uno dei moderni smartphone. Il blog ci fornisce informazioni immediate perchè consultabili in tempo reale dai nostri terminali, fornendo notizie sintetiche ma allo stesso tempo circostanziate. E l'informazione che ci forniscono va dal fatto di cronaca all'avvenimento politico o sociale agli aneddoti più frivoli e leggeri...
Pertanto BLOG E INTRATTENIMENTO perchè ci consente di acquisire quei fatti di politica, attualità, costume e società che ci consentono seppur per pochi minuti di poterci svagare anche durante il lavoro, connettendoci con pochi clic della tastiera al nostro blog preferito.
Ma BLOG E' ANCHE SERVIZIO...non posso dimenticare quando l'anno scorso un nostro concittadino che in stato di difficoltà di salute aveva bisogno di aiuto i blog locali con un tam tam mediatico lanciarono la richiesta a tutto il popolo della blogosfera alla disperata ricerca di chi potesse dare il suo vitale contributo. Ma i blog sono anche di servizio alla vita amministrativa, e a tal proposito ringrazio i blogger presenti che con la loro disponibilità a pubblicare comunicati stampa o comunicati di servizio, di maggioranza o opposizione, rendono un servizio non solo a noi amministratori che ne usufruiamo ma anche al cittadino che leggendo i blog si ritrova proiettato nella vita amministrativa e politica. BLOG COME PARTECIPAZIONE dunque: i cittadini ormai leggendo i blog conoscono tutti i retroscena della attività amministrativa e politica. Ed i blog offrono la possibilita' con commenti e post di partecipare attivamente, seppur molto spesso in anonimato, alle virtuli discussioni aperte dai blogger che forniscono continue occasioni di spunto  al dibattito politico.
Un astro nascente della politica dei giorni nostri definisce il blog come il momento politico più democratico che la storia abbia mai vissuto, proprio perchè al contrario di quanto avveniva in passato, la politica oggi non è solo letta dai giornali o ascoltata dalla televisione ma e' attivamente partecipata.
Karl Popper, uno dei maggiori sociologi dell'epoca moderna pubblicò nel 1983 il saggio divenuto poi un best seller "cattiva maestra televisione"  che ho avuto modo di studiare sui banchi di scuola. Popper parla della televisione, ma quanto lui dice è quantomai attuale e ben si addice ai moderni blog che lui non conosceva perchè all'epoca ancora non era stato nemmeno lanciato sul mercato internet. ma la chiave di lettura può ritenersi la stessa. Il passaggio che voglio leggervi recita cosi :" La democrazia consiste nel mettere sotto controllo il potere politico. E' questa la sua caratteristica essenziale. Non ci dovrebbe essere alcun potere politico incontrollato in una democrazia. Ora è accaduto che questa televisione sia diventato un potere politico colossale, potenzialmente si potrebbe dire anche più importante di tutti [...] una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione[...]" 
La compartecipazione di massa che viviamo oggi con l'avvento dei blog è democrazia? E la compartecipazione incontrollata che consentono alcuni blogger è democrazia?
Prof. Vincenzo Gasparro
L'intervento:
Presentazione libro Cronache e cronachette Annuario 2013
E’ con piacere che stasera sono con voi a presentare il libro di Stefano che, come in un rito, ci stimola con cronometrica scadenza a fare il punto sulla situazione della cronaca a Ceglie. Nel suo diuturno impegno di ricerca Stefano ci presenta i momenti più salienti, ma anche quelli più effimeri e banali, della vita cittadina.
Mi sono chiesto perché egli non si accontenti della comunicazione elettronica ma senta urgente dentro di sé il bisogno di lasciare anche traccia scritta  della nostra memoria collettiva. L’altro interrogativo che mi pongo è quello di comprendere e ridefinire il rapporto tra cronaca e storia nell’epoca di Internet.
   Prima però di rispondere  a questi interrogativi mi pare illuminante avviare la riflessione richiamando il mito greco dell’ “alfabeto”. In breve: il re Cadmo introdusse in Grecia le lettere fonetiche. Prima d’ allora ,la scrittura prealfabetica, era caratterizzata da innumerevoli segni che rendevano la scrittura molto complessa tanto che pochi erano in grado di padroneggiarla e possederla. Solo la casta sacerdotale possedeva le chiavi per interpretare i segni , imporre una visione del mondo e quindi anche della verità. L’introduzione della scrittura alfabetica segnò un passo decisivo verso il senso della democrazia  e della consapevolezza, perché attraverso questo nuovo medium di comunicazione molti altri uomini potevano accedere alla verità e al potere.
   Un’altra grande rivoluzione fu operata da Gutemberg con l’invenzione delle lettere mobili e con le nuove potenzialità di stampa si crearono le basi per un ulteriore allargamento della democrazia. Ripensiamo per un momento ciò che significò la stampa, per la prima volta,di migliaia di Bibbie e come essa consentiva la lettura e l’interpretazione personale della parola divina che per millenni era stata interpretata da pochi e imposta agli altri che supinamente l’accettavano.
   L’altra grande epocale rivoluzione si è affermata con la trasmissione elettronica dell’informazione e del sapere. Abbiamo assistito in tempi recenti alla rivoluzionaria possibilità di mobilitare centinaia di migliaia di persone con un semplice clic sulla tastiera.
Le ultime elezioni politiche in Italia hanno convogliato su un partito, praticamente a costo zero, nove milioni di voti utilizzando quasi esclusivamente il web. Il grillismo, a prescindere dalla considerazione che ognuno di noi ha del fenomeno, ha letteralmente rivoluzionato il tradizionale rapporto tra strumenti-comunicazione- politica. La comunicazione elettronica procede a velocità supersonica e chi non si adegua è politicamente tagliato fuori senza scampo. La mia generazione,  appartenente all’era geologica dell’età della penna, è irrimediabilmente tagliata fuori se non si adegua alla nuova alfabetizzazione. Il potere di libertà che offrono questi nuovi mezzi sconcerta e impaurisce il potere costituito e le dittature ormai esplicitamente vogliono censurare e limitare il potere di Internet. Il titolo del manifesto di recente sottoscritto da intellettuali quali Orhan Pamuk, Elif Shafak, Perihan Magden, Gunter Grass e altri, contro la chiusura da parte del governo turco di Twitter e You Tube s’intitola “Restituiteci la parola”. In un passaggio del manifesto essi affermano che “l’assenza di vincoli garantisce lo scambio di idee essenziale per la democrazia oltre che per la creatività l’empatia e la tolleranza”. In un altro passaggio affermano che “ connettendo persone di ambienti diversi e permettendo loro di esprimere il proprio pensiero, Internet rappresenta una valida rete a sostegno e rafforzamento della democrazia”.
   Questa premessa conferma la celebre frase di McLuhan che “Il medium è il messaggio” e che il medium coinvolge il soggetto in modo diverso a seconda della natura del medium stesso.
C’è, in tutta evidenza, una distinzione tra cultura orale e cultura alfabetica. Nella cultura orale la forza comunicativa è racchiusa nella parola, nella cultura alfabetica la parola assume forza mentale e nella comunicazione elettronica la parola raggiunge il massimo grado di mentalizzazione essendo connotati elettronici indotti e performativi che introiettiamo nel nostro inconscio e finiamo per essere trasformati senza che noi ce ne rendiamo perfettamente conto, assumiamo un abito mentale nuovo e cambiamo profondamente il nostro stile di pensiero.
Una caratteristica  della comunicazione per bit è quella che gli antichi retori chiamavano “brevitas” e anche “Cronache e cronachette” si caratterizza per la sua “brevitas” e la struttura matematica binaria della comunicazione costruisce modelli mentali binari che il più della volte si riducono nell’esemplificazione del “mi piace”, “non mi piace”. Il passaggio dal “lettore” all’ “uomo videns” ha, secondo Kundera, consentito la trasformazione delle ideologie in “imagologie”. Mentre la realtà si complica e la complessità aumenta vertiginosamente, le menti si “semplicizzano” e l’uomo diventa un “ritornante bambino”. Lentamente ci allontaniamo da un procedere e ragionare logico ricco di complessità e il pensiero complesso finisce per rimanere patrimonio di poche èlite culturali e non si riesce a superare la distinzione tra cultura alta e cultura di massa. I giornali hanno ben compreso lo straordinario potere dell’informazione informatica e così ormai tutte le grandi testate lavorano su due binari complementari utilizzando la pagina web continuamente aggiornata in tempo reale e il tradizionale giornale prodotto su carta stampata che diventa sempre più un giornale di approfondimento, d’inchiesta e del saggio breve. “La Repubblica”, in questi giorni, intenzionalmente ha subito una mutazione nell’impianto e nell’impaginazione. La cronaca, a un giornale, serve sempre meno perché l’informazione informatica brucia tutti e quando essa viene ripresa è inquadrata in un messaggio più analitico e pensato. Sarebbe interessante verificare anche le mutazioni culturali e antropologiche che i moderni media determinano, ma il discorso ci porterebbe lontano. Richiamo solo la prima delle 221 tesi di Guy Debord a proposito: “ L’intera vita delle società, in cui dominano le moderne condizioni di produzione, si annuncia come un immenso accumulo di spettacoli. Tutto ciò che era direttamente vissuto si è allontanato in una rappresentazione”. Dobbiamo convenire che la riflessione debordiana è tragicamente attuale.
   Dopo questa digressione è possibile dare qualche risposta agli interrogativi introdotti all’inizio di questa nostra conversazione. Stefano, penso, avverta la necessità di superare la velocità  dei fatti che registra e rischiano di diventare volatili, effimeri e da soli non bastano a tessere una trama logico-concettuale che può essere fornita solo da una interpretazione e che gli stessi bisogna fermarli su un medium caldo qual è il libro (prendete con le pinze questa definizione perché “caldo”e “freddo” sono usati da McLuhan in senso parafrastico e non sempre è possibile usare agevolmente i due aggettivi) e solo su questa base si può costruire la trama di un racconto storico. Chiunque, oggi, voglia cimentarsi a scrivere una microstoria ed analizzare i fatti più salienti della nostra comunità non può fare a meno di servirsi dell’enorme materiale di classificazione e catalogazione che un blog come “Cronache e Cronachette” mette a disposizione per qualunque storico locale che abbia  voglia d’interpretare i fatti e costruire l’immaginario collettivo di una comunità superando una concezione storica “evenemenziale” per puntare sulla vita materiale,la tradizione religiosa e l’apparato etnologico- antropologico. Stefano ha organizzato il suo Annuario secondo una sequenza temporale cronologica, ma se facciamo una lettura attenta ci accorgeremo facilmente di poter organizzare tanti capitoli della storia cittadina che vanno dalla cultura, allo spettacolo, alla religione, alla tradizione eno-gastronomica, alla politica, alla cronaca. Paradossalmente, proprio per la varietà delle informazioni per i livelli di cultura materiale e immateriale che passano ogni giorno sotto i nostri occhi, gli storici locali potrebbero cimentarsi a scrivere la storia secondo i modelli metodologici di Braudel, Jaques Le Goff (da qualche giorno scomparso) e della scuola degli Annales.
Braudel diceva: “Anziché avere la Francia davanti a noi, attorno a noi, noi lorenesi, l’abbiamo dentro di noi”. Con l’espressione “noi lorenesi” il grande storico voleva indicare l’attaccamento alle proprie radici. Potremmo parafrasare la frase di Braudel in questo modo: “Anziché avere l’Italia davanti a noi, attorno a noi, noi cegliesi l’abbiamo dentro di noi”.
   Chiudo rilevando che mai intestazione di un blog corrisponda meglio alla verità delle intenzioni. Il blog di Stefano racconta fatti senza commenti, ogni tanto gli sfugge solo qualche espressione  di meraviglia e partecipazione che dà la cifra della sua sensibilità e qualità umana. Ma i fatti sono fissati come pietre e su quelle pietre è inciso il dolore, la gioia, la stupefacente  ammirazione per la nostra comunità. Queste sono le ragioni del  successo del suo blog e spero anche del libro. 
  
              Vincenzo Gasparro
                                                               
 L'intervento di Adele Galetta:
 Vorrei, innanzitutto, ringraziare l'amico Stefano Menga per avermi voluta tra i relatori della presentazione del suo Annuario ma sono profondamente dispiaciuta di non potervi prendere parte causa influenza. Vorrei, comunque, dare il mio piccolo contributo a questa importante manifestazione. Come cittadina, prima, ringrazio Stefano per il lavoro di informazione a 360 gradi che dà alla nostra città, perchè oramai, come ben sappiamo, il web ha modificato le abitudini di produzione e di consumo dei prodotti e del giornalismo. Ed il cambiamento è più evidente nelle piccole realtà come la nostra dove la relazione con gli utenti è ancora più importante, soprattutto, in una dimensione piuttosto locale dove è importante creare e mantenere il rapporto con l’utente. Come giornalista della carta stampata mi sento di dirvi che il nostro lavoro, è un lavoro si selettivo ma è un lavoro di scelta, perché l’informazione è una scelta. A differenza di un blog o dalla redazione di un giornale online, il “nemico” della carta stampata è il tempo. Un quotidiano impone cicli di lavorazione di 24 ore affinché la notizia arrivi dalla redazione al lettore. Si va dalla raccolta delle informazioni, alla verifica, alla scrittura dell’articolo, alla composizione delle pagine, sino alla stampa delle copie e alla consegna ai punti vendita. E’ qui che il giornale si ferma e fotografa la realtà di un determinato momento, qualsiasi aggiornamento deve necessariamente essere rimandato al giorno successivo. Con l’ingresso dei blog e del giornalismo all’interno del mondo interattivo del web però questa scansione rigida del tempo non è più necessaria, perchè sul blog è possibile aggiornare, approfondire, correggere, ampliare e sostituire in qualsiasi momento le notizie pubblicate. Se nell’era dei giornali cartacei, il lettore era totalmente escluso dal processo di negoziazione e di produzione della notizia, con l’evolversi delle tecnologie digitali, le cose sono profondamente cambiate. L’utente digitale è sia pubblico e consumatore che produttore. Ma ben venga tutto ciò, ben venga il cosiddetto “giornalismo collaborativo”, ben venga il lavoro dei blog perchè lì dove la carta stampata non può per tempestività e spazio, il loro lavoro diventa fondamentale. Per questo invito tutti i cittadini a far buon uso di questo strumento, ponte fondamentale anche con le Istituzioni, non dimenticando l'importante informazione fornita dai quotidiani. A Stefano vanno i miei più profondi auguri per un percorso si difficile ma pieno di soddisfazioni perchè, indipendentemente dal modo, il bisogno di informarsi è per tutti e non può essere prerogativa di pochi.

Con grande stima reciproca, Adele Galetta



Stefano Menga
Damiano Leo
Il pubblico 
Carlo Leo e Stefano Menga

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