Domenica 14 Febbraio 2016
Una delle tante postazione per la raccolta delle firme
Oggi sulle pagine de
“La Gazzetta del Mezzogiorno” leggiamo
un articolo su Ceglie Messapica dal titolo “Ospedale, è battaglia”, che riporta la protesta da parte del “Comitato di
Salvaguardia del Presidio Ospedaliero di Ceglie Messapica” per la mancata
attuazione di tutti quei servizi deliberati e mai adottati, presso il nostro Presidio ospedaliero.
Articolo de "La Gazzetta del Mezzogiorno"
L’articolo
è a firma della giornalista Agata Scarafilo che ho deciso di contattare perché
sono oramai tanti anni che lei segue, attraverso il suo lavoro di
corrispondente, le vicende afferenti la struttura sanitaria cegliese e le
continue proteste del “Comitato”, presieduto da Cataldo Rodio.
Così,
ho chiesto proprio a lei di dirci qualcosa in più su questa storia.
Allora! Agata ti va di
esprimere al blog “Cronache e cronachette” una tua opinione su quello che è
accaduto e sta accadendo al Presidio Ospedaliero di Ceglie Messapica?
Stefano sai bene che nel ruolo di cronista cerco di
far parlare i fatti o i protagonisti di quei fatti e, per sommi capi, le
dinamiche sono raccontate lì nell’articolo di oggi.
Certo! Ma tu che hai
seguito in tanti anni da vicino le vicende dell’Ospedale di Ceglie, penso, che
un’idea te la sei fatta, vero?
Ok ho capito! Non so a chi possa importare la mia
opinione, ma ti dico cosa ne penso.
Bene! Allora a te la
parola!
Sono anni che giornalisticamente seguo le vicende
dell’Ospedale di Ceglie Messapica che, non più di 15 anni fa, era definito: “un
fiore all’occhiello”. Una bellissima struttura all’avanguardia per i reparti di
Ginecologia, Chirurgia, Ortopedia, ecc. Nel 2000 si inizia a parlare di Piani
di riordino Ospedaliero che veniva presentato come “un razionale e qualificato sistema di assistenza
ospedaliera”. Sappiamo bene, dopo quello che abbiamo visto e sperimentato, che
la vera finalità era quella di una semplice razionalizzazione della spesa
sanitaria. Sia chiaro, non contesto di per sé il Piano come politica tesa a
ponderare e riequilibrare il fabbisogno territoriale dell’assistenza
ospedaliera, ma ho qualche perplessità su come nel corso degli anni questa
politica sia stata portata avanti, soprattutto in relazione a ciò che è
accaduto in questi anni all’ex Ospedale di Ceglie Messapica, oggi Presidio
Territoriale Polifunzionale.
Dunque,
secondo te a Ceglie Messapica le cose potevano andare diversamente?
Affermativo!
Per tramite del mio lavoro di giornalista ho seguito l’infaticabile attività
del Comitato pro Ospedale, ho seguito gli incontri e i dibattiti che ponevano al
centro dell’attenzione l’Ospedale di Ceglie, ma ho seguito anche qualche strana
dinamica che a Ceglie si è verificata ancor prima del Piano di Riordino, come
ad esempio la soppressione del reparto di Pediatria che poi, nella fase
successiva, è stato, per così dire, il prerequisito per sopprimere anche il
reparto di Ginecologia che, non solo funzionava benissimo, ma abbracciava un
bacino d’utenza molto ampio. Basterebbe fare un’indagine all’anagrafe del
nostro Comune e dei comuni limitrofi per capirne la portata. Conseguentemente a
tutto ciò, ma anche ad altre dinamiche che si sono verificate, l’idea che mi
sono fatta è, per dirla terra terra, che ci hanno sempre fregato alla grande.
Perché
affermi questo?
Stefano,
basta guardare cosa eravamo e cosa siamo diventati. Ogni politica di
razionalizzazione a Ceglie Messapica è stata sempre accompagnata da qualche
promessa. Solo che ciò che si doveva togliere lo si è fatto da subito, ciò
che invece doveva essere incrementato, come i servizi o le attività sanitarie,
ha trovato sempre, cammin facendo, qualche ostacolo. Insomma, quando oggi Cataldo
Rodio protesta per il “Centro Risvegli” non ha tutti i torti. Ancor di più
perché il progetto avrebbe rappresentato davvero una realtà che avrebbe controbilanciato i tanti
reparti e i tanti sevizi soppressi a Ceglie, con l’aggiunta che il reparto
andava a creare un collegamento importante con la struttura ospedaliera del San
Raffaele di Ceglie Messapica.
Nulla,
ad oggi, di tutto questo è stato fatto.
Stefano,
la realtà è che tante considerazioni ancora si potrebbero fare, ma ci vorrebbe
un libro per estrinsecarle tutte. Comunque, mi fa piacere che tu abbia voluto
trovare il modo, anche tramite me, per continuare a parlare di Ospedale di
Ceglie Messapica.
Ma
bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare e riconoscere che se ha un merito il
presidente del Comitato Cataldo Rodio è quello di tenere, a suo modo e con la
su caparbietà, sempre alta l’attenzione sulla nostra struttura sanitaria.
Ora, visto
che mi hai voluta a tutti costi coinvolgere, ti lancio io una proposta: perché quando
torni a Ceglie Messapica non facciamo un servizio sull’Ospedale, così da poter
dare a questa conversazione un più ampio respiro?
Ok, ci
sto!
Allora,
alla prossima occasione!
Grazie
Agata
Grazie
a te Stefano
Agata Scarafilo e Stefano Menga
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