Venerdì 8 Aprile 2016
Gianluca Greco per BrindisiReport
Il problema di Ceglie
Messapica, a quanto pare, sono i blogger. Questo almeno è quello che pensano
sei consiglieri comunali che hanno presentato la richiesta di “convocazione
urgente di una seduta del consiglio comunale monotematico per discutere di questa
continua distorsione dell’informazione” e di altro ancora di cui sarebbero
responsabili i gestori di quattro blog seguitissimi da cegliesi (e non solo).
Sul banco degli imputati
(anche se non vengono menzionati esplicitamente nell’istanza) sono finiti:
Stefano Menga di “Cronache e cronachette”, Domenico Biondi de “Il Diavoletto”,
Francesco Monaco di “Tribuna Libera” e “Ahi Ceglie” di Mimmo Barletta. Secondo
tre consiglieri della maggioranza (Cesare Epifani, Antonello Laveneziana e
Riccardo Manfredi) e tre dell’opposizione (Giovanni Gianfreda, Marcello Antelmi
e Angelo Perrino) i famigerati blogger sarebbero responsabili di un
“sistematico attacco calunniatorio a cui viene esposto il consiglio comunale
nella sua interezza e nei suoi singoli componenti, la giunta e il sindaco da
parte di soggetti anonimi e non e da siti di sedicente natura politica”.
Per questo, “nello
stigmatizzare questi attacchi ignobili, contrari alla verità, pregiudiziali e
prevenuti e non sempre disinteressati, vere e proprie campagne di
disinformazione lesive dell'immagine dei singoli esponenti delle istituzioni
comunali ma anche dell'intera città”, si chiede “a norma di Statuto e
regolamento” la convocazione del consiglio comunale monotematico per discutere
su "questa continua distorsione dell'informazione, sul degrado della
discussione pubblica e politica, sul danno morale e materiale che queste
pratiche provocano alla città, sulla sfiducia e sul distacco che ingenerano nei
cittadini e nella loro partecipazione alla vita pubblica”.
Sono davvero gravi,
insomma, le colpe di cui si sarebbero macchiati i quattro blogger. Talmente
gravi da far riunire l’intero consiglio comunale. Ma alla resa dei conti, poi,
cosa mai potrebbe decidere il consiglio? Una volta conclusa la discussione, che
si fa? Si mettono al bando i blog? Potrebbe mai sortire qualche effetto
concreto questa iniziativa?
Le reazioni dei
blogger sono arrivate in mattinata. Stefano Menga, sempre in prima linea sul
fronte della cronaca, spiega che tutti i commenti vengono filtrati prima di
essere pubblicati. “Quelli anonimi non offensivi – spiega Menga – vengono messi
online”. “Di solito la convocazione di un consiglio comunale monotematico –
prosegue Menga – la si fa su problematiche gravi o abbastanza serie. Mi chiedo
se possa essere considerata grave la pubblicazione di un articolo o di un
commento su un blog. Tutto ciò può arrecare alla città un danno tale da
richiedere la convocazione di un consiglio comunale ad hoc?”.
Domenico Biondi e
Francesco Monaco
hanno pubblicato stamani una nota congiunta in cui commentano con sarcasmo
l’iniziativa dei sei consiglieri. “Quanto siamo stati sempliciotti e ingenui –
scrivono i blogger - a credere che i problemi da discutere in consiglio
comunale fossero la sicurezza nelle campagne, il vertiginoso aumento delle
tasse locali, le tante auto in fiamme, il crescente impoverimento della città
certificato alcuni giorni fa, le attività commerciali e imprenditoriali in
crisi (diverse delle quali stanno purtroppo chiudendo), la difficoltà di tante
famiglie cegliesi ad arrivare alla fine del mese!”.
“No – si legge ancora
nella nota - tutto questo passa in secondo piano di fronte al problema dei blog
e dei commenti. Quei blog che quotidianamente leggete e su cui discutete, anche
nelle pagine Facebook, sono il male, ciò che avvelena la libertà dei cittadini.
Se non ci fossero, staremmo improvvisamene tutti meglio. E, visto che i blog
vivono della vostra partecipazione, in fondo anche voi non siete tanto buoni.
Se i problemi della città non fossero così seri e urgenti, verrebbe da ridere
di fronte a questa ‘notizia’”.
Monaco e Biondi
rimarcano inoltre che “a Ceglie di siti/blog ce ne sono tanti, tutti diversi e
rappresentativi di tutte le ‘correnti di pensiero’: alle ultime elezioni
ricordiamo che i quattro principali blog avevano preso tutti posizione per un
candidato sindaco piuttosto che per un altro”.
I due blogger
raffermano di non avere paura “del confronto, neanche di quello quotidiano con
chi preferisce non firmarsi e che il più delle volte dall'anonimato attacca
proprio i blog”. “Così come – proseguono i due - quando avanziamo
considerazioni, apprezzamenti o critiche all'operato amministrativo noi gestori
lo facciamo alla luce del sole. Anche noi bloggers possiamo sbagliare a volte,
ci mancherebbe, e per questo pubblichiamo con risalto anche le precisazioni e
le rettifiche di chi ritiene siano state scritte cose inesatte. Con correttezza
e serietà, sempre che queste richieste di rettifica, o richiesta di
cancellazione di commenti, ci giungano (è molto raro)”.
Mimmo Barletta di “Ahi Ceglie”
sostiene sul suo blog che “Ad essere lesivo dell’immagine delle istituzioni e
dell’intera città non è il confronto delle idee e la libera critica, bensì
un’amministrazione inefficiente, che non ha un progetto per la città; una
maggioranza lacerata da beghe interne incomprensibili ai più;
un’amministrazione che non fa nulla per tutelare la sicurezza dei cittadini”.
Barletta giudica la
richiesta dei sei consiglieri “del tutto inutile e assolutamente priva di
qualsiasi fondamento giuridico e politico”.” Non si capisce - prosegue il
blogger - quale potrebbe essere l’esito di un consiglio comunale
monotematico su tale argomento. I consiglieri di maggioranza pensano di
approvare una delibera per imporre la censura?”.
“Pensano - si
chiede ancora Barletta - di imporre con un ordine del giorno il pensiero unico
in cui tutti i cittadini sono obbligati a dire che va tutto bene? Pensano di
reintrodurre l’ostracismo per chi non la pensa come loro? Vogliono velatamente
lanciare messaggi poco rassicuranti agli animatori dei luoghi virtuali di
discussione? Il Partito Democratico dice no a tutto questo”
Nel ricordare il
contenuto dell’articolo 21 della Costituzione, Barletta respinge ogni “forma di
censura preventiva”. “Ricordiamo - afferma Barletta - che la legge
prevede già forme di tutela dell’onorabilità e della verità dei singoli e delle
istituzioni nel caso in cui vi siano affermazioni menzognere e offensive, anche
da parte di anonimi”.
Secondo Barletta
“chiedere un consiglio comunale su questo argomento è un modo per sviare
l’attenzione dei cittadini dai reali problemi della Città. Vogliamo discutere
di sicurezza dei cittadini; di come vengono dati gli incarichi esterni; di Pug;
di come rilanciare l’economia di Ceglie; di come valorizzare il patrimonio
artistico, archeologico e culturale della Città”.” Di questo – conclude il
blogger - vogliamo discutere in consiglio comunale e nella città, non di come
impedire ai cittadini di esprimere le proprie idee!”.
Lo scambio delle idee attuato attraverso la garanzia della informazione pubblica è necessario per la formazione di una coscienza comunitaria.
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