SABATO 22 MARZO 2014
[21 marzo 1799] - I cegliesi vogliono il sangue dei martinesi
In mattinata quanti sono stati catturati e imprigionati nei giorni precedenti vengono legati a coppie con grosse corde e condotti dal Palazzo dell'Università nel Largo di San Francesco d'Assisi, dove è stato costruito intorno a un grande albero un apposito recinto, vigilato da uomini in armi.
I detenuti, dopo una lunga e angosciosa attesa, vengono seriamente minacciati nella vita da un manipolo di gente armata, appositamente venuta da Ceglie per risolvere la questione martinese in un bagno di sangue.
A scongiurare il massacro, richiesto a gran voce, vale la presenza del De Bocchecciampe che, apparso a cavallo in alta uniforme, ordina di mandar liberi i prigionieri, quindi parte alla volta di Taranto, insieme all'arcivescovo Capecelatro; il De Cesare è partito qualche giorno prima, portand via un parco d'artiglieria di diciotto cannoni, oltre quello preso ai martinesi, nonché parte del ricco bottino razziato durante il sacco di Martina.
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