LUNEDI' 24 MARZO 2014
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Questo è un libro contro il fumo. Ma è anche un atto d'amore nei confronti del cinema, il più potente e coinvolgente fenomeno culturale esistente da più di un secolo a questa parte, insostituibile mezzo d'intrattenimento e, se usato bene, efficacissimo strumento educativo.
Proprio perchè appassionati, anzi innamorati del cinema, abbiamo pensato di attirare l'attenzione dei nostri lettori sul cattivo uso che si fa del mezzo cinematografico quando lo si piega agli interessi dei produttori di tabacco, che ne sfruttano da tempo l'impareggiabile potere di influenzare le generazioni più giovani.
Il saggio è stato realizzato in totale condivisione con gli obiettivi e le molteplici attività del'associazione WALCE (Women Against Lung Cancer in Europe) nel campo della prevenzione primaria, e mira a denunciare l'ingombrante presenza del fumo nei film, strategicamente perseguita dall'alleanza tra l'industria del tabacco e quella cinematografica ; un fenomeno antico, che affonda le sue radici già nell'età d'oro di Hollywood e che è tornato a far sentire prepotentemente i suoi effetti negli ultimi anni.
I pediatri americani hanno di recente giustamente segnalato l'uso eccessivo di armi e scene di violenza nelle pellicole destinate anche a bambini e adolescenti. Tuttavia è da almeno un decennio che gli specialisti d'Oltreoceano lanciano preoccupanti allarmi sull'eccessiva presenza di fumatori e sigarette nei film, sottolineando come il cinema possa rappresentare un formidabile mezzo di promozione del fume nelle fasce d'età più giovani e vulnerabili. le star che fumano sono viste dagli adolescenti come modelli da imitare, che si affiancano agli altri modelli (familiari e amici) nel favorire l'iniziazione al fumo. E la prima sigaretta si fuma in età sempre più precoce, entro i 14 anni, diventando una vera e propria abitudine verso i 16. In Italia i fumatori sono circa 11 milioni e di questi quasi 5 milioni sono donne. Tabacco e fumo sono i più importanti agenti cancerogeni, tanto che ogni anno nel nostro paese sono riconducibili a patologie correlate al tabagismo almeno 80 mila decessi.
L'OMS considera il fumo di tabacco come la prima causa di morte facilmente evitabile. Le dimensioni di questo problema di sanità pubblica impongono, in Italia così come nel resto del mondo, l'adozione di adeguate contromisure.
Le responsabilità dei media ( cinema e tv in prima linea!) nel promuovere e sostenere l'abitudine tabagica e nell'indurre gli adolescenti a fumare sono infatti evidenti, come cercheremo di dimostrare nelle pagine seguenti. Pochi film sfuggono ormai all'uso smodato di sigarette e ai suoi subdoli "segnali di fumo" strategicamente affidati sugli schermi ai divi del cinema più popolari e influenti . una vera epidemia che minaccia la salute delle nostre generazioni più giovani. Occorre introdurre regole più severe che, per esempio, limitino l'accesso di bambini e adolescenti a film che contengono non solo scene di violenza o sesso, ma anche scene di fumo pretestuose o ingiustificate. Sarebbe opportuno inserire spot antifumo che, allo stesso modo di quelli antipirateria (già da tempo utilizzati), precedano l'inizio del film valutati come troppo "indulgenti" nei confronti del fumo. Sarebbero certamente utili campagne di comunicazione sociale che promuovano stili di vita smoke - free. Inoltre è necessario tenere alto il livello di sensibilizzazione sul problema tabagismo tra i professionisti della salute (camici bianchi), dell'educazione (insegnanti) e dell'informazione (giornalisti) più direttamente coinvolti.
E' tempo di agire, a tutti i livelli. Parafrasando il titolo di un vecchio film: i bambini ci guardano. (dall'Introduzione).
Dott. Domenico Galetta e Dott. Edoardo Altomare.
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