MERCOLEDI' 12 MARZO 2014
Fine delle Istituzioni Giudiziarie
di Ceglie Messapica
di Ceglie Messapica
di Augusto Avv. Conte per Cronache e cronachette
Si
avvia alla conclusione la storia giudiziaria di Ceglie Messapica, iniziata nel
1813, con la soppressione dell'Ufficio del Giudice di Pace; in attuazione della
Legge 14.9.2011, n. 148 e del D.L.vo 7.9.2012, n. 156, sulla revisione delle
circoscrizioni giudiziarie, l'11.3.2014 il Ministro della Giustizia ha firmato
il Decreto con il quale su 297 Comuni che ne hanno fatto richiesta, manterranno
la sede del Giudice di Pace 285 (circa il 70% dei quali dislocati nell'Italia
meridionale e insulare), oltre a quelli delle sedi provinciali; quelle
“salvate” sono le sedi per la conservazione delle quali, in attuazione delle
norme indicate, i Comuni si sono fatti carico del reperimento del personale di
Cancelleria e degli investimenti economici, rimanendo a carico del Ministero la
determinazione dell'organico della magistratura e la formazione del personale
amministrativo (che sarà sicuramente svolta, come in altre analoghe situazioni
in passato, gratuitamente da magistrati, avvocati e dirigenti di cancellerie e
segreterie).
Nel Circondario del Tribunale di Brindisi non
hanno chiesto il mantenimento o l'accorpamento le sedi di Giudice di Pace di
San Vito dei Normanni e di Oria (il cui territorio rientrerà nell'ambito di
competenza del Giudice di Pace di Brindisi); il Decreto ha accolto la richiesta
di mantenimento delle sedi di Fasano, Francavilla Fontana, Mesagne, Ostuni e
San Pietro Vernotico; la sede di Ceglie Messapica è soppressa, ma non passa
alla competenza territoriale del Giudice di Pace di Brindisi, bensì a quella di
Francavilla Fontana, alla quale il Comune ha chiesto l'accorpamento, fornendo
parte del personale (come risultò, infatti, in una riunione indetta
dall'Amministrazione comunale alla quale fui invitato a partecipare subito dopo
l'approvazione delle disposizioni sulla revisione della “geografia”
giudiziaria, i costi e gli investimenti economici per il mantenimento della
sede autonoma erano eccessivi da sostenere).
La questione della soppressione è legata non
alla pendenza delle cause, alla estensione del territorio, alla distanza con la
sede giudiziaria, alla esigenza di mantenere una giustizia di prossimità, alla
storia giudiziaria, ma, così come è stato per Tribunali e Sezioni Distaccate di
Tribunale, al risparmio di spese (da parte dello Stato, infatti il mantenimento
era consentito ai Comuni che ne facessero richiesta, subordinatamente
all'assunzione del carico economico).
A mio giudizio non vi sarà un risparmio in
quanto cambiano solo i soggetti su cui grava la spesa del funzionamento e della
erogazione del servizio giustizia, passando dallo Stato, ai Comuni e alla
collettività degli utenti (si pensi allo spostamento di parti, testimoni,
personale, che diventa pendolare, e altro; non parlo della “pendolarità” degli
Avvocati, costituendo una libera scelta professionale).
La nostra Città ha avuto una tradizione
giuridico-forense che inizia con l'istituzione del Giudice di Pace introdotto
nel Regno di Napoli da Giuseppe Bonaparte con la Legge 20.5.1808, n.140
sull’Ordinamento Giudiziario (Bullettino delle Leggi del Regno di Napoli, n.36
del 1808); la legge, che aboliva le Corti baronali introducendo i Codici
Napoleonici, istituì il “Ripartimento” del Giudice di Pace e fu messa in
esecuzione da Gioacchino Murat, subentrato quale Re di Napoli al cognato il
6.9.1808: i Giudici di Pace si insediarono nel 1809 e con tale nome rimasero
fino alla Restaurazione borbonica che mantenne l’Istituzione, modificando con
la riforma del 1817 il nome in Giudice del Circondario con alcune modifiche
sulla competenza.
Il Giudice di Pace, come stabilito dal Decreto
n.26 del 23.1.1809, “contenente il metodo per le future nomine del giudice di
pace” era di carica elettiva, essendo nominato dai Decurioni (Amministratori
Municipali: il Decurionato con la restaurazione fu abolito e fu ripristinato il
Senato), e durava in carica tre anni con possibilità di rielezione; aveva
competenza in materia civile e penale; era anche giudice di polizia (Art. 11, Legge
20.5.1808, n.140: “Il giudice di pace procura di spegnere le risse e le
inimicizie e di prevenire ogni sorta di delitti.”).
Primo giudice di Pace di Ceglie fu Giuseppe
Antelmy, del quale ho pubblicato due sentenze del 1813 nel mio “Nota storiche
sulle Istituzioni Giudiziarie di Ceglie Messapica” del 1994, oltre a note
biografiche sulla sua opera di saggistica pubblicata a Napoli nel 1807.
Il 25.7.1817, dopo la Restaurazione,
Ferdinando I, Re delle Due Sicilie, nome assunto con proprio Decreto dell'8.12.1816,
sostituì il Ripartimento con il Circondario e il Giudice di Pace con il Giudice
del Circondario che giudicava in materia civile e correzionale; primo giudice
del Circondario di Ceglie fu Pietro Cavallo; contestualmente in ogni Comune fu
nominato un Conciliatore (competente in materia civile per cause di valore fino
a sei ducati); nel 1819 furono introdotti i cinque nuovi Codici, ribattezzati
“ferdinandei”, che conservavano la struttura della legislazione “francese”.
L'istituzione
del giudice del Circondario a Ceglie vene ininterrottamente mantenuta
fino alla costituzione del Regno d'Italia quando il Circondario fu trasformato
in Mandamento: il R.D. 6.12.1865, n. 2626 istituì il Pretore Mandamentale
(istituzione già nota nel Granducato di Toscana e nel Regno Lombardo-Veneto);
nei miei lavori di ricostruzione storico-giuridici ho pubblicato la prima
sentenza, datata 27.12.1965, recante la competenza del Pretore di Ceglie, dott.
Belmonte.
Le gloriose Preture definite dal mio Maestro
Salvatore Satta “avamposti del diritto” avevano contribuito alla formazione di
un diritto vivente attraverso la instancabile opera di Avvocati e Magistrati, a
diretto contatto con le aspettative di giustizia delle comunità; la Pretura di
Ceglie ha visto generazioni di avvocati e di magistrati di alto livello; tra i
Magistrati che hanno retto la Pretura vi sono stati il dott. Domenico
Angelelli, poi divenuto Presidente della Corte di Appello di Lecce e il dott.
Mario Egidio Schinaia, originario di Castellaneta, poi, transitato nella
Magistratura Amministrativa, diventato Presidente del T.A.R. Lazio e
successivamente, Presidente del Consiglio di Stato, il quale, da Presidente
Emerito del Consiglio di Stato, dopo avere ricevuto un mio lavoro editoriale in
ricordo degli avvocati cegliesi, avendone apprezzato i contenuti e
l'iniziativa, il 24.4.2012 mi ha scritto: “All'inizio del mio ingresso nella
magistratura ordinaria scelsi di essere il Pretore di Ceglie Messapica
all'epoca considerata una pretura difficile. La mia scelta fu ripagata dalla
pronta collaborazione del Foro cegliese e, ben presto, dalla stima ed affetto
dei cittadini. Fu per me quel servizio conformativo della mia esperienza di
giudice, perciò andare a quei tempi lontani mi ha commosso...”.
La pretura fu soppressa con la riforma del
1923 ed accorpata a quella di Ostuni, anche se le udienze si tenevano a Ceglie
(il dott. Mario Imponente, Pretore prima di transitare nella Avvocatura dello
Stato, qualche anno addietro mi ricordava che veniva da Ostuni a Ceglie in motocicletta,
prima di poter acquistare la prima autovettura); nel 1945, il Ministro di
Grazia e Giustizia Togliatti, ripristinò la Pretura come sede autonoma; gli
Uffici, prima della edificazione della nuova sede di via Risorgimento, erano
insediati al piano rialzato degli Uffici comunali nell'ex convento dei
Domenicani.
Con la Legge 1.2.1989, n. 30 furono abolite le
Preture Mandamentali e istituite le Preture Circondariali; la sede di Ceglie
Messapica (a differenza di quelle di Oria e San Vito dei Normanni, che furono
soppresse), per l'impegno congiunto e la mobilitazione di Avvocati,
Amministratori e Parlamentari fu conservata come Sezione Distaccata della
Pretura Circondariale di Brindisi.
Con la Legge 19.2.1998, n. 51 le Preture
furono soppresse e fu istituito il Tribunale quale giudice unico di primo grado
(in composizione monocratica o collegiale); Ceglie fu sede del Giudice di Pace
introdotto con Legge 21.11.1991, n. 374, entrata in vigore l'1.5.1995, che
aboliva l'Ufficio di Conciliazione, sempre presente nel territorio di Ceglie.
Con il progressivo accentramento della
amministrazione della giustizia la esigenza di legalità e di giurisdizione
assicurata dai presidi giudiziari nei territori ha ceduto a fronte di quelle
che sono state ritenute preminenti, di natura economica.
si sono chiuse fabbriche, aziende,
RispondiEliminachi se ne frega del giudice di pace!!
avesse scritto due righe l'avvocato quando hanno chiuso un sacco di aziende tessili a ceglie.
preoccupiamoci per gli avvocati adesso che andranno fino a ... francavilla.
qui si sta con le pezze al culo e questi si preoccupano per gli avvocati
Io preferisco caricarmi dei costi privati di spostamento per un caso che mi capiterà ogni dieci anni - se pure - invece di dover pagare più tasse. Se bisogna attuare risparmi sulle spese dello stato che prima o poi ci saranno, bisogna saper rinunciare a qualcosa. Vorrà dire che i cegliesi impareranno a essere meno litigiosi. Spesso alcuni corrono dall'avvocato spinti dall'emotività e per il desiderio incontrollabile di farla pagare cara a qualcuno.
RispondiEliminaGrazie avv. Conte per le notizie storiche fornite.