Venerdì 26 Febbraio 2016
Tommaso Gioia
Caro Stefano quello che sta accadendo non sembra
un segnale positivo, è un segnale positivo, e per quanto mi
riguarda il mio brevissimo intervento non era contro nessuno, del resto tutti coloro
che sono intervenuti sull’argomento hanno sostanzialmente detto la stessa cosa:
la Regione Puglia con un impegno economico
così importante per la struttura cegliese ha ridato una speranza alla nostra
comunità, e non solo aggiungo io.
Finalmente quello per cui abbiamo lottato in questi
anni sta per diventare realtà, l’ex struttura ospedaliera di Ceglie sarà
riconvertita in Presidio territoriale di assistenza (Pta).
Volevo attendere almeno l’avvio
del piano di riordino, per questo non sono intervenuto, ma viste le tante
dichiarazioni, non solo sui blog, e le sollecitazioni di alcuni amici, ho
ritenuto doveroso farlo.
Il risultato
conseguito per la sanità cegliese è da accreditare principalmente al centro
sinistra locale, provinciale e regionale, oltre a tutti quelli,
amministrazione, comitati e semplici cittadini che hanno dimostrato una
partecipazione costante.
Conosco la dott.ssa Scarafilo, persona molta attenta ai problemi della
nostra città, ma ad una richiesta di verità, mi sarei aspettato, oltre ad
evidenziare la diversità di vedute tra Emiliano e Gentile, una risposta nel
merito.
Ad ogni modo, io non mi
tiro indietro, anche quando, come in questo caso, i confronti sono interni al mio stesso
partito, partendo da un dato per Michele Emiliano, e per i pugliesi, la sanità
è il problema mai risolto della Regione Puglia, tant’è che ha tenuto per se la
delega, in totale discontinuità con i suoi predecessori.
Le motivazione di questa
sua scelta le ha ampiamente spiegate durante l’intera campagna elettorale, partendo
da un dato credo inoppugnabile la sanità regionale a fronte di un grandissimo
impegno economico (circa 80% del bilancio regionale) offre servizi inadeguati
alle ingenti somme impegnate.
Nessuno sino ad oggi è
riuscito a limitare gli sprechi, a rendere efficiente la rete ospedaliera, ad
arginare i troppi scandali (ruberie e malasanità) causati da controlli inadeguati,
e soprattutto nessuno è riuscito a centrare l’obiettivo più volte promesso:
“deospedalizzare” la sanità pugliese.
La
scommessa oggi è proprio questa passare da una sanità fortemente ospedalocentrica ad una sanità di
rete, creando servizi alternativi al ricovero attraverso una medicina
territoriale diffusa.
Questo
modello di sanità cosiddetto di rete, dove sperimentato migliora la vita del
malato (perché gli dà la possibilità di curarsi praticamente a casa) ed è meno
onerosa (perché riduce le costosissime degenze ospedaliere).
La sanità oggi può
reggere se c’è appropriatezza organizzativa tra l’ospedale e il territorio, in
passato abbiamo fallito perché si sono chiusi ospedali senza creare contestualmente alternative ai
bisogni di salute dei cittadini.
Allora la domanda da farsi è
la seguente: siamo contenti di come funziona oggi la sanità oppure è necessario cambiare?
Michele Emiliano non ha
dubbi vuole cambiare mettendoci la faccia, senza la presunzione di essere
portatori di verità, ma studiando la realtà e porsi l’obiettivo di migliorarla.
Non si odia mai nessuno per
il modo diverso di pensare, rispetto le ragioni di tutti, ma il mio “silenzio”
è dovuto semplicemente al mio modo di essere.
Della sanità mi occupo ininterrottamente
dal 2004, sono stato presente ovunque per difendere il mio territorio, abbiamo portato
a casa tante delusioni, ma anche qualche successo, e quelli che vivono a vario
titolo la struttura cegliese, e non solo, conoscono il mio impegno e la mia disponibilità.
In questi anni ho contribuito,
per quel che compete la mia parte politica, a rafforzare la struttura cegliese dopo la
chiusura dell’ospedale, e voglio ricordare anche l’aiuto determinante, fin che
ha potuto, dell’On Pietro Mita. Ricordo solo alcune cose fatte: la nuova sala
operatoria e gli scontri contro l’area tecnica; la TAC quando alcuni dirigenti
da Brindisi avevano deciso che per Ceglie non era utile, siamo dovuti
intervenire anche nel merito delle caratteristiche della macchina da
acquistare; i day service di Ortopedia in particolare il progetto, proposto dal
Dott. Scialpi, con il prof. Molfetta dell’Università di Genova; i day service di
Oculistica; l’ospedale di comunità, idea del Dott. Giuseppe Chirulli, accolta
con entusiasmo dal sottoscritto, e realizzata in pochi mesi; l’allocazione
della sede dell’AVIS all’interno dell’ex ospedale; le battaglie infinite in
difesa dell’ortopedia e della radiologia
di Ceglie osteggiate dai responsabili di Francavilla ancora oggi.
Potrei raccontarne tante altre,
solo l’ultima, siamo riusciti ad ottenere per Ceglie un centro prelievo per
l’AVIS, dopo essere stati inspiegabilmente esclusi dalla precedente dirigenza
ASL, proprio ieri sono arrivate le attrezzature ed in questi giorni inizieranno
i lavori di ristrutturazione dei locali al piano terra che ospiteranno il
servizio.
La realtà è questa e non sarebbe
cambiato niente se avessimo fatto “li bann”.
A me non piace la polemica
fine a se stessa, preferisco avere pazienza, perché sono convinto che per
Ceglie è più utile percorrere la strada del dialogo.
Nonostante i facili
entusiasmi ribadisco che per entrare nel merito del progetto aspetteremo la
realizzazione e i tempi di attuazione, memori delle esperienze passate.
Non ci regalerà niente
nessuno, tutto questo si potrà fare con l’aiuto di tutti, a partire da chi
negli ospedali ci lavora, da chi li dirige, da chi li frequenta come utente,
dall’amministrazione, dai comitati e dalla politica.
La politica, per quel che
io posso rappresentare, continuerà ad essere al fianco della nostra comunità, e
potrà contare sul sostegno del Presidente della Commissione Regionale alla
Sanità, Pino Romano consigliere regionale del PD.
Cari Agata e Stefano ci
sono persone a cui piace raccontare, altre preferiscono fare, persone a cui
piace presenziare, altre preferiscono partecipare, ad ognuno il suo.
Ad ogni modo, vi saluto e
sono vostra a disposizione, quando avrete voglia di sentire un’altra opinione.